Questa vicenda della libertà di stampa in Italia ha in sé tutte le caratteristiche della pochezza morale prima ancora che intellettuale dell’intellighenzia di sinistra. Ricorderebbe la storiella del lupo e dell’agnello, se non si trattasse di Berlusconi, che certo agnello non è. La migliore risposta alla grande manifestazione popolare in difesa della libertà di stampa in Italia l’ha data un gruppo amici su Facebook, indicendo sulla rete, in pari data, la manifestazione nazionale virtuale per la “Libertà di pazzeggio”. I promotori si dicono certi che, dalle parti di Roma, dove lo stesso giorno si svolgerà la seriosissima manifestazione per la libertà d’informazione, molti saranno i contributi alla loro iniziativa. Si legge nel loro appello: “Condividiamo il principio di base (la libertà di stampa ndr), anzi ne siamo fanatici sostenitori, ma siamo certi che se davvero in Italia fosse in pericolo la libertà di stampa, D’Alema e Franceschini, Bersani e Di Pietro non sparerebbero le ‘cazzate’ che sparano. D’Avanzo e Travaglio non scriverebbero le ‘cazzate’ che scrivono. E noi non ci faremmo le risate che ci facciamo. Noi siamo spiriti liberi. Liberi di scrivere e di leggere. Di ridere per ciò che altri ritengono serio e di piangere per ciò che altri ritengono divertente. Di vedere un mondo diverso da quello cupo e irreale che dipingono Scalfari e Bocca, Furio Colombo e Concita De Gregorio, Umberto Eco e Oscar Luigi Scalfaro. Liberi di credere che i veri regimi autoritari sono altri, ben più sanguinosi, stranamente ignorati da queste stesse persone che oggi sostengono di combattere un bavaglio alla stampa che non esiste. Liberi di pensare che il 19 settembre sarà la “Giornata del cazzeggio”. Liberi, infine, di bandire, per quel giorno, il concorso via internet per l’elezione del “più ‘cazzaro’ di tutti”. Che la gara abbia inizio. E vinca il migliore.