Il risultato elettorale delle recenti consultazioni europee ha premiato sostanzialmente
una sola forza laica e riformista: la nostra, la lista del garofano. Le altre compagini ascrivibili in quest’area,
i repubblicani, quelli doc di La Malfa e quelli europei del Triciclo, l’area liberal di Sgarbi e i Radicali, hanno avuto risultati che essi stessi non hanno ritenuto soddisfacenti.
Ciò nonostante, si percepisce un’evidente bisogno
di laicità e di riformismo nello scenario politico, nazionale e no.
L’agenda parlamentare dei mesi scorsi ha portato in primo piano, ad esempio, alcuni temi dirimenti per l’intero mondo laico - socialista, come la questione della
legge sulla fecondazione assistita, che ha visto il nostro capogruppo alla Camera,
On. Chiara Moroni, in prima linea insieme a tante donne appassionate che appartenevano, per la verità, ad ambedue gli schieramenti
e che non si son divise, in quell’occasione, fra donne della Casa della Libertà e donne dell’Ulivo.
Le forze del mondo laico possono ritrovare, su questo tema e su altri, quell’unità che li ha storicamente caratterizzati
nelle grandi battaglie per i diritti civili, come ai tempi di
Loris Fortuna per la legge sul divorzio e la battaglia referendaria che ne seguì. Lo spazio politico per creare una forza di questo tipo c’è ed è evidente: non solo
il Triciclo comincia a perdere le sue ruote, ma anche i raggi che componevano alcune di quelle ruote cominciano ad allentarsi dall’asse e i malumori delle componenti interne alla Margherita sono sotto gli occhi di tutti.
La scomposizione e ricomposizione del quadro politico, che auspichiamo da tempo, sembrerebbe dunque prossima alla sua realizzazione, e uno dei punti di catalizzazione di questo processo
dovrà proprio essere l’area laica e socialista.
Alle elezioni europee
hanno vinto i valori e perso gli interessi. La democrazia italiana ha bisogno di
un ritorno alla vera politica. Questa richiede Storia e radici culturali, che il mondo laico e socialista non ha di certo bisogno di improvvisare o reinventare. Tutta la nostra area è infatti caratterizzata non solo da
una comunanza di princìpi, ma anche da
una medesima visione riformista e pragmatica dell’economia e della politica estera.
Il Nuovo Psi è senza dubbio
interessato alla riaggregazione di questo mondo e se ne vuole fare
promotore, non in nome di inutili nostalgie, ma per recuperare un elettorato, vecchio e nuovo, che non si sente più rappresentato dai due poli. I quali, risultano
eterogenei non solo all’interno delle coalizioni, ma anche
nei singoli partiti che li compongono.
Nel corso dei mesi che hanno preceduto l’ultima competizione elettorale abbiamo
tentato di riaggregare la diaspora socialista, operazione che in parte ci è riuscita presentando un unico simbolo socialista sulle schede elettorali. Non chiudemmo definitivamente la porta
allo Sdi e non la chiudiamo nemmeno ora, nonostante il malumore con il quale il nostro successo è stato accolto da quelle parti. Ma oggi ci sentiamo in grado di rivolgere il nostro appello
non solo ai compagni confluiti nel Triciclo, bensì anche ai compagni del
risorto Psdi, ai liberali e ai repubblicani, al fine di trovare un modo per fare un tratto di strada insieme. Fra
i liberali voglio ricordare e ringraziare
Attilio Bastianini, che ha partecipato con noi alle consultazioni europee
candidandosi nella prima circoscrizione come indipendente, godendo dell’appello al voto
dell’On. Renato Altissimo.
Guardiamo inoltre con interesse anche
all’area liberal, che vediamo sempre più in imbarazzo,
tra le fila dei Ds: il nostro Paese ha urgente bisogno di una politica autenticamente laica e riformista, oggi come non mai e, se mi si passa l’occorrenza dannunziana, in un mondo assediato dai fondamentalismi, il pensiero laico rappresenta
l’acqua per un assetato.
Era altresì necessario porre mano ad una
manovra correttiva che, proprio noi, per primi abbiamo richiesto e ricercato per mesi. Si è trattato di
distinguere una piccola correzione meramente funzionale all’esigenza di rispettare i parametri europei, da una vera e propria iniziativa di politica economica che rilanciasse l’Italia nei mercati internazionali. Sono infatti troppi anni che il Paese vive una fase di
stagnazione economica e culturale, un declino lento ma costante, che rischia di rendere l’Italia una nazione marginale nel contesto europeo ed internazionale, destino che francamente
non meritiamo, né come ‘sistema – Paese’, né come cittadini europei.
La politica estera, con il suo focus mediorientale, ha visto tutte le forze politiche che fanno riferimento all’area laica e socialista,
in sostanziale sintonia. Nessuno di noi è stato tentato dal pacifismo di maniera o dall’unilateralismo del Bush di qualche mese fa.
Altro filo rosso che attraversa le forze laiche e socialiste è, infine,
la tradizione europeista, che ci contraddistingue da sempre e che proprio alla nascita della nuova Costituzione europea ci vedrà
presenti nell’Europarlamento che dovrà approvarla. Il nostro, tuttavia, sarà un europeismo che
non dovrà impedirci di vedere, ove ve ne fossero, quelle cose che nell’Unione non vanno.
Che i punti in comune siano dunque
maggiori di quelli che ci dividono, appare chiaro. E non si vede perché non si dovrebbe trovare il modo per
cominciare un dialogo ed un discorso che farebbe certamente del bene tanto al mondo laico - socialista, quanto al Paese.
Segretario Nazionale del Nuovo Psi, parlamentare europeo