Per concludere, un quadro cronologico riassuntivo di quanto accaduto in Terra Santa negli ultimi 120 anni.
1882 - La Prima Aliyah: Ebrei dell'Europa orientale in fuga dai pogrom e dalle persecuzioni sono costretti a emigrare in Palestina. L'ondata di immigrazione dura fino al 1904 ed è nota come la Prima Aliyah. "Aliyah" significa "ascesa" in ebraico.
1916 - L'accordo Sykes-Picot: Dopo la Prima guerra mondiale e la caduta dell'Impero ottomano, la Gran Bretagna, la Francia e la Russia firmano l'accordo Sykes-Picot, in base al quale Londra ottiene il 'mandato di controllo' della Palestina mentre a Parigi vanno il Libano e la Siria odierni.
1917 - La dichiarazione Balfour: In una dichiarazione scritta, il ministro degli Esteri britannico assicura il sostegno di Londra alla creazione di un "focolare nazionale" ("A national home") per gli ebrei in Palestina. Obiettivi politici della 'dichiarazione di Balfour' erano sia le adesioni degli ebrei americani alla causa della guerra, sia la presenza di ebrei amici degli inglesi in Palestina, in vista di un migliore controllo del Canale di Suez.
1933-1945 - La Seconda guerra mondiale e la Shoah: Le persecuzioni e poi la Shoah - il genocidio degli ebrei ad opera dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale - danno forza al movimento sionista. In Palestina continuano ad arrivare rifugiati in fuga dal nazismo e la spinta per una nazione ebraica nella regione unifica l'ebraismo mondiale.
1947 - L'Onu divide la Palestina: Le Nazioni Unite votano la divisione della Palestina in un settore arabo e uno ebraico, con Gerusalemme sotto amministrazione internazionale. Nonostante l'opposizione araba gli ebrei cominciano a costruire il loro Stato.
1948 - Israele dichiara l'indipendenza: Il capo sionista David Ben-Gurion, più tardi il primo dei primi ministri di Israele, proclama l'indipendenza e la capitale a Tel Aviv. Usa e Urss sono tra i primi a riconoscere lo Stato d'Israele. Nello stesso anno, Egitto, Siria, Giordania e Libano rifiutano la divisione della Palestina in uno Stato arabo e uno ebraico; comincia la guerra. Dopo quasi 15 mesi Israele è vittoriosa ed espande i propri confini alla Galilea a Nord e al Negev a Sud. La città di Gerusalemme è divisa tra Israele e Giordania. Circa 700.000 arabi fuggono dalla Palestina verso campi profughi in Libano, Egitto e Giordania.
1956 - L'invasione del Sinai: Dopo numerosi attacchi terroristici Israele invade la penisola del Sinai egiziano, in una campagna guidata da Gran Bretagna e Francia. Le Nazioni Unite, gli Usa e l'Urss premono e ottengono il ritiro di Israele. Dopo il conflitto emigrano nel Paese 400.000 ebrei marocchini, algerini, tunisini ed egiziani.
1959 - Nasce al-Fatah: Yasser Arafat è tra i fondatori di al-Fatah, che diventa la principale formazione guerrigliera palestinese.
1964 - Si costituisce l'Olp: Nasce dall'unione di gruppi palestinesi l'Olp, Organizzazione per la Liberazione della Palestina, che si oppone al sionismo e vuole la sovranità araba sulla Palestina.
1967 - La Guerra dei Sei Giorni: Dopo che le truppe Onu lasciano il Sinai, l'Egitto chiude il golfo di Aqaba alle navi di Israele, che risponde lanciando un attacco che rimarrà noto come Guerra dei Sei Giorni. Israele prende all'Egitto il Sinai e la striscia di Gaza; alla Giordania la parte orientale di Gerusalemme e la Cisgiordania; alla Siria le alture del Golan. Nei territori occupati vengono costruiti insediamenti. Nello stesso anno, il Consiglio di sicurezza dell'Onu adotta la risoluzione 242, che chiede il ritiro israeliano dai territori occupati ma non specifica quanto del territorio debba essere restituito.
1973 - La Guerra del Kippur: Egitto e Siria lanciano un attacco coordinato attraverso il canale di Suez e le alture del Golan, durante la festività ebraica di Yom Kippur. Israele contrattacca e si impadronisce di ulteriori territori prima del cessate il fuoco sostenuto dall'Onu. Il Consiglio di sicurezza adotta la risoluzione 338, che chiede di mettere immediatamente in pratica la risoluzione 242 sul ritiro israeliano. Nel 1974 Israele, Egitto e Siria firmano un accordo di cessate il fuoco sostenuto dalle Nazioni Unite.
Gli accordi di Camp David: Il presidente egiziano Anwar Sadat e il primo ministro israeliano Menachem Begin firmano il 26 marzo a Washington gli accordi di Camp David. E' il primo trattato di pace firmato tra Israele e uno degli avversari arabi. Israele accetta di restituire il Sinai all'Egitto entro tre anni. I progetti di autogoverno palestinese sulla Cisgiordania e la striscia di Gaza falliscono quando i leader palestinesi si rifiutano di presenziare ai colloqui israelo-egiziani.
1982 – I massacri di Sabra e Chatila: Israele invade il Libano e costringe l'Olp a battere in ritirata. Alle porte di Beirut si consuma la strage nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila, in cui muoiono centinaia di civili: autori materiali dell'eccidio sono le milizie cristiane libanesi, alleate di Israele. Ma l'esercito israeliano viene messo direttamente sotto accusa per aver consentito il massacro.
1987 - L'Intifada: La rivolta palestinese contro l'occupazione militare israeliana, nota come Intifada ("scrollare il giogo") comincia a Gaza e si estende alla Cisgiordania. Durerà sette anni. L'anno successivo (‘88), con una decisione storica, Yasser Arafat riconosce il diritto d'Israele a esistere e rinuncia al terrorismo: il risultato è che gli Stati Uniti stabiliscono un dialogo con l'Olp.
1991 - Cominciano i colloqui di pace: Al termine della guerra del Golfo cominciano a Madrid, i colloqui di pace appoggiati dagli Usa, ai quali partecipano insieme rappresentanti di Israele, Egitto, Giordania, Siria e Libano. Ai colloqui partecipa una delegazione palestinese, ma l'Olp non è ammessa a partecipare.
1992 - Elezione di Rabin: Il laburista Yitzhak Rabin viene eletto primo ministro di Israele con una vittoria a valanga, su un programma di pace e riconciliazione con i vicini arabi.
1993 - Firma degli accordi di Oslo: Il presidente dell'Olp Yasser Arafat e il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin si scambiano una storica stretta di mano alla Casa Bianca dopo la firma di un trattato di pace, che fa seguito a mesi di negoziati segreti tra Israele e l'Olp a Oslo, in Norvegia, e mette fine all'Intifadah nella striscia di Gaza e in Cisgiordania.
1995 - L'assassinio di Rabin: Il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin viene assassinato a Tel Aviv da un estremista ultranazionalista israeliano. Shimon Peres ne prende il posto alla guida del governo.
1996 - L'elezione di Arafat e Netanyahu: Yasser Arafat viene eletto a maggioranza schiacciante presidente nelle prime elezioni palestinesi; gli elettori scelgono anche un organismo legislativo, il Consiglio palestinese. Poco dopo il leader del Likud Benjamin Netanyahu sconfigge di misura Shimon Peres nelle elezioni israeliane e diventa primo ministro. Quest'ultimo aveva promesso di continuare l'iniziativa per la pace, mentre Netanyahu e il suo partito pensano che Israele sia stata troppo conciliante nel negoziato con gli arabi.
1996 - Ripartono gli insediamenti: Il governo israeliano provoca la reazione rabbiosa degli arabi mettendo fine al blocco durato quattro anni della costruzione di insediamenti nei territori ocucpati.
1997 - Hebron ai palestinesi: Dopo 30 anni di occupazione israeliana e mesi di negoziati tortuosi, la città di Hebron in Cisgiordania passa sotto il controllo palestinese. Il passaggio segna il primo atto tangibile di pace con i palestinesi da parte del governo di Netanyahu. Nello stesso anno, Israele dà il via alla costruzione di un vasto insediamento ebraico nella parte est di Gerusalemme, nonostante l'opposizione palestinese. Yasser Arafat chiede al suo popolo di non reagire con la violenza. Attentato kamikaze rivendicato da Hamas: 15 morti.
1998 - 'Terra contro Pace': Incontri separati alla Casa Bianca tra gli Usa e da una parte Yasser Arafat e dall'altra Benjamin Netanyahu non producono grandi progressi. Arafat chiede che Israele rispetti l'accordo di cessione della Cisgiordania ai palestinesi; Netanyahu chiede più garanzie sulla sicurezza di Israele. Dopo un incontro con l'inviato Usa, Israele resta ferma: nessun altro soldato sarà ritirato dalla Cisgiordania finché i palestinesi non daranno garanzie sulla sicurezza degli israeliani. L'impasse del processo di pace, durata un anno, continua.
1999 – Elezioni generali, la vittoria di Barak: Alle elezioni del 17 maggio gli israeliani rispondono positivamente alla campagna con lo slogan "Una israele" del candidato laburista moderato Ehud Barak, il soldato più decorato del Paese, concedendogli una vittoria a valanga contro la linea dura di Netanyahu. In settembre Barak e Arafat firmano un accordo di messa in pratica di quanto deciso a Wye nel 1998: Israele rilascia 200 detenuti palestinesi e comincia a trasferire territorio cisgiordano sotto il controllo palestinese.
Luglio 2000 - Impasse a Camp David: Il presidente Usa Bill Clinton invita Barak e Arafat a un vertice a tre a Camp David, la residenza presidenziale nel Maryland, mentre si avvicina la scadenza del 13 settembre per concludere un accordo di pace. Il negoziato comincia l'11 luglio e si conclude quindici giorni dopo senza un accordo, né concluso né in vista. A dividere le parti è soprattutto la sovranità su Gerusalemme.
Settembre 2000 - Battaglia nelle strade: Alla fine di settembre gruppi di palestinesi a Gaza e in Cisgiordania cominciano ad attaccare le forze di sicurezza israeliane con pietre e armi da fuoco. Le violenze continuano fino a dicembre con la morte di centinaia di persone, in massima parte palestinesi. Gli scontri scoppiano dopo che il leader dell'opposizione di destra israeliana Ariel Sharon compie visita un luogo di Gerusalemme noto agli ebrei come monte del Tempio e agli arabi come Haram al-Sharif (Nobile Santuario). Il luogo è sacro all'ebraismo e all'Islam, e la sovranità su di esso è in discussione.
Nei tre mesi successivi perderanno la vita più di 300 persone, per la stragrande maggioranza palestinesi.
Gli ultimi tre mesi di guerra
09.01.2002 - Attacco suicida di Hamas.
18.01.2002 - Kamikaze palestinese fa strage di civili.
18.01.2002 - Dopo la strage sale la tensione.
19.01.2002 – Israele fa saltare radio Anp.
21.01.2002 – Soldati israeliani a Tulkarem, l’Anp chiede aiuto all’ONU.
27.01.2002 – Nuovo attentato a Gerusalemme.
18.02.2002 – Il terrorismo palestinese sparge ancora sangue israeliano.
22.02.2002 - Sharon propone le zone cuscinetto.
05.03.2002 – Nuovi attacchi notturni. Sharon annulla incontri con gli ambasciatori UE.
29.03.2002 – Escalation infernale. Prime reazioni internazionali.
30.03.2002 – L’Onu chiede il ritiro di Israele da Ramallah, ma Israele respinge la risoluzione.
31.03.2002 – Arafat sotto assedio, Israele nel terrore.
02.04.2002 – Inizia l’assedio della Basilica della Natività.
03.04.2002 – L’esercito israeliano entra a Jenin e Nablus.
10.04.2002 – Attentato kamikaze ad Haifa.
12.04.2002 - Attentato kamikaze a Gerusalemme.
Dati ricavati da CnnItalia.it