Lucilla Corioni

Lo scorso mese di marzo ha segnato l’uscita ufficiale della colonna sonora originale de ‘L’orto americano’, il nuovo film di Pupi Avati, attualmente nelle sale italiane con la 01 Distribution. Firmata da Stefano Arnaldi e pubblicata dalle Edizioni Curci e Concertone, la partitura musicale ha già conquistato l’attenzione di critica e pubblico per la sua capacità di immergere lo spettatore nell’atmosfera gotica e suggestiva della pellicola. Il film, presentato fuori concorso all’81ª Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia come opera di chiusura, rappresenta un affresco intenso dell’Italia del dopoguerra, narrando la storia di un giovane scrittore tormentato e il suo amore impossibile per una misteriosa nurse americana. Un racconto di tensione e speranza, accompagnato da una colonna sonora che ne amplifica il pathos con melodie avvolgenti e orchestrazioni evocative. Il bravo Stefano Arnaldi, compositore di fama internazionale, ha saputo trasformare la pellicola in un’esperienza sonora potente, in cui la musica non è solo accompagnamento, ma protagonista stessa della narrazione. "Non è la prima volta che lavoro con Pupi e, ogni volta, mi trovo ad affrontare un film completamente diverso dal precedente", afferma Stefano Arnaldi. "Questa volta si tratta di in horror gotico padano, in bianco e nero, non sembra inizialmente un lavoro facile, ma Pupi riesce a farti entrare nel suo mondo e nella sua fantasia attraverso un largo viale alberato e farti trovare nel bianco e nero un’infinità di colori. Noi compositori", ha aggiunto, "corriamo sempre un grande rischio: la musica è così potente da poter facilmente rovinare un film anziché esaltarne il significato. Pupi mi ha offerto il suo film con una sincerità, una visione fantastica e intonsa pari a quella di un bambino, senza mai sentirsi in dovere di giustificare quello che molte volte è difficile ammettere a noi stessi: la fantasia è fantasia. E anche se accompagna silenziosamente la realtà di tutti i giorni dei nostri pensieri", ha concluso il compositore, "essa deve rimanere libera e infinita". La scelta di un linguaggio musicale essenziale, ma emotivamente intenso, si sposa perfettamente con la fotografia gotica del film. Le sonorità classiche si mescolano a trame più moderne, creando un contrasto capace di esaltare il senso di mistero e spaesamento che permea la vicenda. Non è la prima volta che Arnaldi collabora con Avati, ma in questa occasione il compositore si è spinto oltre, esplorando nuove sfumature espressive. Dalla malinconia di alcuni passaggi pianistici alla tensione crescente delle orchestrazioni, ogni brano si lega profondamente ai sentimenti e ai tormenti del protagonista. Con una carriera che lo ha visto esibirsi nei teatri più prestigiosi del mondo e collaborare con registi del calibro di Bertolucci e Zeffirelli, Arnaldi conferma ancora una volta la sua versatilità e sensibilità artistica. Il suo contributo a 'L’orto americano' non si limita a sottolineare le emozioni della pellicola, ma ne amplifica il significato, rendendo la colonna sonora un’opera a sé stante, capace di emozionare anche al di fuori delle immagini cinematografiche. Disponibile su tutte le piattaforme digitali, la colonna sonora de 'L’orto americano' rappresenta un viaggio musicale affascinante, capace di trasportare l’ascoltatore in un’epoca e in un’atmosfera che solo la maestria di Pupi Avati e Stefano Arnaldi potevano evocare con tale intensità. Per avere un saggio di ascolto, cliccare sui seguenti link di collegamento: https://lnk.to/ortoamericano - www.edizionicurci.it


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