Ludovica Zurzolo

All’ospedale pediatrico ‘Bambino Gesù’, la medicina del futuro è realtà. Unendo genetica e intelligenza artificiale, la metagenomica (tecnica avanzata di analisi del Dna, ndr) entra nella pratica clinica dell’istituto, al fine di salvare le vite dei piccoli pazienti infettati da microrganismi insoliti. La metagenomica, in parole semplici, analizza tutto il materiale genetico presente in un campione biologico – sangue, liquido cerebrospinale, tessuti o altri fluidi - senza concentrarsi su un singolo agente patogeno. "Per confermare un sospetto clinico”, spiega il professor Carlo Federico Perno, responsabile del reparto di Microbiologia e Diagnostica d’immunologia del ‘Bambino Gesù’, “non si cerca più un singolo patogeno, ma si esplora tutto ciò che c'è: è la diagnostica del futuro, che al ‘Bambin Gesù’ è già stata trasferita nella pratica clinica di ogni giorno". Questa tecnica genetica d’indagine, infatti, ribalta il modo tradizionale di individuare e trattare le infezioni: i microrganismi più insoliti o addirittura sconosciuti, difficilmente sfuggono al nuovo approccio diagnostico basato sulla metagenomica. La svolta è resa possibile dalla lettura delle sequenze metagenomiche, trasformando in informazioni clinicamente utili le centinaia di milioni di dati prodotti dai macchinari ora disponibili nei laboratori e, al momento, presenti nella sede del 'Bambino Gesù' di Roma San Paolo. Per i bambini immunodepressi, i più esposti a infezioni gravi e potenzialmente letali, il tempo è tutto. E avere a disposizione uno strumento capace di scoprire in poche ore l’origine dell’infezione può fare la differenza tra la vita e la morte. "La metagenomica”, conclude il professor Perno, “non si limita a confermare sospetti, ma indaga in profondità per scoprire anche elementi inaspettati. Proprio per questo, è destinata a diventare lo standard della diagnostica microbiologica a livello globale, guidando i clinici verso scelte terapeutiche sempre più appropriate ed efficaci". La diagnosi elaborata dalla metagenomica permette, quindi, di diagnosticare casi di infezione anche emblematici e a trattare tempestivamente i bambini, salvando loro la vita.


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