Nel precedente numero della rivista il cui titolo non a caso era ispirato dalla ormai celebre frase di Nanni Moretti: “qualcosa di sinistra” abbiamo cercato di presentare - insieme alla nostra analisi - la
'fotografia' della sinistra italiana per come essa si presenta e si rappresenta. Bella foto? Non direi.
Potremmo dire che etimologicamente
sinistra ha alla base il sanscrito seni cioè 'anormale' oppure che in latino laevus - che appare nel left inglese e nel links tedesco - risale al greco Larios cioè il nome che Sofocle dette al re di Tebe, padre del parricida ed incestuoso Edipo. Ma la questione non è letteraria, è politica.
L'immagine della sinistra che è emerge dalla lettura di "Laici.it" non è un'istantanea
di gruppo bensì una foto
'di gruppi', così diversi nell’analisi, nella proposta e nelle prospettive da apparire tra loro estranei, se non addirittura ostili. In Italia non esiste
una sinistra ma
più sinistre e la componente massimalista è di gran lunga più numerosa di quella riformista e questo è un male per la sinistra nel suo complesso ma anche per l'Italia tutta.
La
destra, ammesso che questo termine al pari di quello di sinistra assuma ancora un qualche significato politico, non sta certo meglio. Approfondiremo la questione nei prossimi numeri della rivista. Oggi ci occupiamo ancora di sinistra non per trattarla per quello che essa è ma, come per un gioco 'di specchi', per come gli ‘altri’ la vedono. E dobbiamo dire che, anche da tale angolazione, non si gode un bello spettacolo.