Il problema sulle differenze tra popoli, soprattutto tra quelli del bacino del Mediterraneo, non è mai stato posto dal mondo politico in maniera seria all’attenzione dell’opinione pubblica in Italia.
O, se è stato posto, lo si è sempre fatto in maniera errata, senza mai approfondire gli argomenti che possano condurre ad un’unione sociale, culturale, commerciale, religiosa, e che porti ad una serena convivenza. Senza dialogo e confronto difficilmente si possono superare le differenze, ma viceversa si creano solo contrapposizioni rischiando così di spingere le popolazioni soprattutto quelle islamiche, verso il fondamentalismo e rischiando che possano diventare possibili prede di sultani “virtuali”.
E’ importante soprattutto conoscere la storia, in particolare la nostra, per comprendere l’importanza della coesistenza tra i popoli che si affacciano nel Mediterraneo.
La Sicilia, come del resto buona parte del Mezzogiorno d’Italia è un esempio di serena convivenza tra diverse estrazioni, culture, religioni. In Sicilia, per non andare troppo indietro nel tempo. Negli ultimi vent’anni, sono arrivate centinaia di migliaia di arabi e africani. Basta farsi un viaggio a Mazzara del Vallo, Marsala, Sciacca, Gela, Trapani, per citare alcune località, per rendersi conto di cosa significhi coesistenza di popoli e religioni: E sicuramente ciò è avvenuto in maniera spontanea e non in maniera artificiosa. Cioè creando quel dialogo costruttivo che evita contrapposizioni.
Non è nemmeno da trascurare il fatto che la Sicilia e il Mezzogiorno d’Italia sono il normale sbocco dei popoli del Mediterraneo verso il mondo Occidentale.
Bisogna non dimenticare che questa parte dell’Italia ha vissuto il momento di maggiore splendore proprio quando aveva i contatti con il mondo arabo-bizantino. Non invento nulla se sostengo che la storia sta lì a farci capire come dobbiamo comportarci.
E la storia può tornare a ripetersi. E’ la teoria del pendolo che torna sempre su se stesso.
Oggi il Mezzogiorno d’Italia ha una grossa opportunità proprio con i paesi del bacino del Mediterraneo, scrollandosi di dosso la mentalità di essere il sud dell’Europa, e quindi correre verso il nulla.
Deve invece comprendere che il Nord del Mediterraneo e creare, grazie proprio a quella forza che deriva dal fatto della coesistenza tra i popoli che esiste e che dura da millenni.
A chi viceversa soffia sul fuoco delle divisioni, delle contrapposizioni culturali e religiose tra i popoli dico che le distanze non si riducono fortemente criticando le posizioni altrui;occorre invece usare il linguaggio della franchezza verso questi popoli, che sono potenziali amici e con cui si può fare un cammino comune.
Parlare di integrazione e disintegrazioni, di conflitti tra popoli occidentali ed arabi non fa altro che agevolare personaggi come Osama bin Laden, che possono così incidere, trovando terreno fertile, su quei popoli di religione islamica, facendo scaturire reazioni inutili e incontrollabili.
Sarebbe invece più utile per tutti creare quel confronto dialettico che porta alla distensione e alla serena convivenza.