C’è molta delusione in alcuni ambienti del centro sinistra. Molti amici del Presidente del Consiglio si erano convinti che la disponibilità del centro destra a trattare sulla riforma elettorale fosse una rinuncia all'obbiettivo delle elezioni anticipate ed una sorta di via libera al proseguimento senza traumi della legislatura. Almeno fino al 2009 se non, addirittura, all'anno successivo. E l'uscita con cui Silvio Berlusconi ha ribadito che la Cdl punta al voto anticipato al più presto e non si sogna neppure di costituire la ciambella di salvataggio del governo, ha gelato gli entusiasmi dei giorni scorsi. Chi si era illuso sperava che la disponibilità del Cavaliere e degli altri leader moderati a trattare riuscisse a garantire almeno un paio d'anni di tranquillità a Palazzo Chigi. Per spezzare quella specie di ritorno al passato che la nascita del Partito Democratico e l'investitura a segretario di Walter Veltroni sta provocando all'interno del centro sinistra. Quella secondo cui a Romano Prodi è riservata la stessa fine che venne assicurata a Giuliano Amato nell'ultimo anno della legislatura dell'Ulivo con la candidatura a premier di Francesco Rutelli. Cioè la giubilazione del capo della coalizione di centro sinistra al governo, la sua sostituzione in campagna elettorale con il sindaco di Roma mediaticamente considerato più “piacione” del defenestrato. E, naturalmente, la stessa conclusione del 2001. Cioè la sconfitta del fronte di sinistra e la vittoria del Cavaliere. Gli illusi speravano che Berlusconi offrisse a Prodi la possibilità di sfruttare uno o due anni di tempo per tenere a bada l'ascesa dell'astro veltroniano e creare una serie di posizioni di forza all'interno del Partito Democratico per bilanciare l'influenza degli ex Ds e continuare ad essere il leader indiscusso dell'intero centro sinistra. La sponda del Cavaliere, però, non c'è stata. Per nulla convinto che sia necessario avere come antagonista Prodi per mantenere il bipolarismo in Italia, Berlusconi è ripartito all'attacco sulle elezioni anticipate puntando sulle divisioni sempre più marcate esistenti all'interno del centro sinistra. E' difficile stabilire se la scelta del leader della Cdl sia destinata ad avere successo o meno. Fino ad ora le spallate sono sempre servite a ricompattare il governo. Un risultato, però, l'iniziativa berlusconiana l'ha conseguito. Ha reso evidente a Prodi che ha perso il proprio interlocutore bipolare, quello del “simul stabunt, simul cadent”. Ora deve vedersela solo con i fantasmi della propria coalizione. Nella prospettiva o di fare la fine di Amato nel 2009 o di puntare lui stesso alle elezioni anticipate subito per bloccare sul nascere il Pd ed il suo vero concorrente Walter Veltroni.