Di recente, alcuni giornali hanno parlato di
una iniziativa di Renato Altissimo ed altri per costituire un
partito liberale. Innanzitutto, mi rammarico che
‘L’opinione’ sappia bene che
il partito liberale italiano esiste, anche se è costretto a vivere in semi-clandestinità, poiché oggi prevale
il populismo e poco o nulla contino
le idee. In ogni caso,
Renato Altissimo, che è autorevole componente dell’ufficio politico del
Pli, non potrebbe che spendersi per
rafforzare il partito di cui fa parte e che ha contribuito a ricostruire, e a questo è impegnato. In effetti, il
Pli e tutto il suo gruppo dirigente e per primo il segretario, sin dall’inizio dell’estate ha deliberato all’unanimità di
promuovere un allargamento dell’attuale modesta area di influenza del partito, per offrire una opportunità politica più
concreta a quegli italiani che, in misura sempre crescente, sentono la necessità di un
forte soggetto liberale nel metodo e nei principi di cui oggi si avverte la mancanza. Riconoscendo che il
Pli, a causa di una
totale carenza di mezzi e di visibilità mediatica non sia riuscito ad avere
il successo sperato, è stato dunque deciso di
avviare una nuova fase ‘costituente’ per far sì che si possa
riunire tutti i liberali in un’unica casa più grande, in grado di ottenere, in termini di risultati, quello che, nonostante gli sforzi, il
Pli non ha potuto raggiungere fino ad oggi. Non un
nuovo soggetto politico quindi, ma un processo voluto e guidato dal partito liberale di
aggregazione ulteriore, resa finalmente possibile dalla concreta
speranza di superamento del ‘bipolarismo all’italiana’. L’obiettivo è quello di
assicurare al centro del sistema politico una presenza liberale, contrapposta sia
all’Unione di Prodi, statalista e clientelare, sia ad
un centro-destra conservatore, che ha perso le elezioni perché non ha saputo né voluto fare
la riforma liberale dello Stato. La rottura
dell’alleanza con la CdL da parte
dell’UdC accelererà il processo di
sfaldamento di entrambe le coalizioni esistenti che, finora,
paradossalmente si sono sostenute a vicenda, l’una come negazione dell’altra. E’ pertanto necessaria
una componente autenticamente liberale per
evitare un centro solo democristiano e per preparare un’alternativa moderata alla fallimentare esperienza del governo delle sinistre, che in poco tempo ha rivelato
il suo volto classico, non capendo che
punire le classi medie produttive con una insopportabile pressione fiscale e un aumento ulteriore della spesa pubblica, significa
frenare la pur modesta ripresa economica in corso e impoverire quindi tutto il Paese. Sarebbe tuttavia un gravissimo errore se
per l’accelerarsi della crisi del governo Prodi, nei prossimi mesi,
l’Italia venisse consegnata a un centro-destra che non ha ancora potuto e saputo avviare una seria riflessione sulle ragioni della propria recente sconfitta elettorale, e che oggi gode di rinnovate simpatie soltanto a causa di una
rendita di posizione antagonista. I liberali sanno bene che
non è più rinviabile il momento di grandi scelte, anche difficili e dolorose, per ridurre
una spesa pubblica divenuta insostenibile, per liberare i cittadini dal ricatto di
una burocrazia attenta solo a rallentare ogni iniziativa pur di affermare il proprio potere e, a volte, per ottenere
illeciti guadagni. E’ arrivato il tempo di
liberalizzare la stragrande maggioranza dei servizi pubblici al fine di renderli
più efficienti e meno costosi, di
imporre regole per la concorrenza e la trasparenza del mercato, di
incoraggiare gli investimenti e la occupazione produttiva con una consistente
riduzione del carico fiscale. E’ necessaria quindi una
vera ‘rivoluzione liberale’ che agisca in profondità per modernizzare l’Italia, assumendo iniziative coraggiose anche contro corporazioni forti (cominciando da quella dei magistrati), sindacati, lobbies, e consorterie varie. Tutto ciò non è possibile senza un
forte partito liberale, componente vitale di una
coalizione riformatrice che sia in grado di unire attorno a un programma
forze politiche omogenee sottratte al ricatto delle estreme, da cui sono state penalizzate entrambe le coalizioni attuali.
Segretario Nazionale del Pli
Articolo tratto dal sito web www.partitoliberale.it