A chi venisse in mente la domanda di Don Abbondio, ricordiamo che senza il sostegno di un partito politico o di una lobby, senza decenni di delfinato, Ivan Scalfarotto si è candidato per le primarie 2005 del centrosinistra grazie unicamente alla forza del suo programma politico e al sostegno dei numerosissimi visitatori del suo sito (www.ivanscalfarotto.info). A quarant'anni, vuole fare il presidente del Consiglio. Dal 2002 vive all'estero, prima a Londra ora a Mosca, e lavora come Direttore del personale di uno degli istituti finanziari più prestigiosi al mondo. Ha appena pubblicato, per i tipi della Garzanti, un pamphlet “Contro i Perpetui”, in cui denuncia che alla prossime elezioni “stiamo per votare gli stessi candidati del 1996, due settantenni. Alla testa del Paese, e non solo in politica, c’è una classe over cinquanta. Sono i Perpetui: non hanno fine, non se ne vanno, tengono un’intera generazione in anticamera. Le facce sono note. Le idee, pure. Le questioni urgenti sempre aperte: coppie di fatto, libertà di stampa, scempi finanziari. In Italia manca l’aria. E la «classe creativa» fugge all’estero o si logora in interminabili gavette. Un paese senza giovani è un paese senza futuro.”
Ivan Scalfarotto, come molti trentenni e quarantenni di questo Paese, denuncia e ha ben chiaro che: non c’è giustizia senza meritocrazia. E’ talmente vero che siamo il Paese dell’ingiustizia, che nonostante molti dei temi che egli ha presentato solitario alle primarie dell’Unione siano quelli poi adottati dalla Rosa del Pugno e dell’agenda Gavazzi - istituzione dei PACS e allargamento alle coppie gay e lesbiche del diritto a sposarsi e della possibilità di richiedere di adottare un bambino; abrogazione del valore legale dei titoli di studio; eliminazione dei concorsi universitari ed istituzione di un concorso abilitante a livello nazionale; abrogazione degli ordini professionali; aumento delle risorse destinate alla ricerca scientifica; depenalizzazione della vendita e del consumo delle droghe leggere… -: naturalmente, né la Rosa né nessun altro partito ha pensato di metterlo in lista. La colpa di non aver un corsus honourum nella politica italiana, è stata evidentemente introiettata anche da Pannella, Bonino e Boselli. Anche loro, preferendo accogliere in lista Lanfranco Turci, Biagio Di Giovanni, Salvatore Buglio, Michele Ainis, Marco Bellocchio, Fabrizio Rondolino, Luciano Cafagna, Pio Marconi e Luciano Pellicani, rientrano nell’immagine finale del libro di Ivan: fanno parte di una parata, modello piazza rossa nella celebrazione della rivoluzione d’ottobre, con il palco dei Perpetui, incartapecorite facce della nomenklatura.


Caporedattore centrale del sito web: www.socialisti.net
Articolo tratto dal sito www.socialisti.net
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