L’appello alla costruzione di una
Casa laica e riformista lanciato da “L’opinione delle libertà” ha avuto l’effetto del classico
sasso nello stagno. Il colpo rappresentato dal dibattito che si è sviluppato sulla proposta di aggregazione dell’area laica e socialista e sul convegno sul tema svoltosi nella sala della Sacrestia di vicolo Valdina, ha provocato
un’onda che si è rapidamente diffusa sull’intero stagno del centro destra. Nessuno si illude che si sia trattato di un’onda d’urto talmente potente da far saltare gli equilibri consolidati dei rapporti di forza delle attuali componenti della Casa delle Libertà. D’altro canto non era certo questa l’intenzione dell’appello. Si puntava a
dare un segnale di sveglia a forze ed esponenti politici un po’ troppo
ingessati nei comodi ruoli assicurati dal governo del Paese.
Si voleva fornire una dimostrazione di vitalità e di presenza, per aprire la strada a chi, con legittimo titolo politico,
si dovrà assumere il compito di indicare operativamente i tempi ed i modi del processo di aggregazione del futuro rassemblement laico e socialista. Da questo punto di vista l’obiettivo è stato pienamente
raggiunto. L’attenzione al progetto si è moltiplicata. Ed anche se le risposte all’appello non sono state univoche (ma quando mai i laici sono portatori di un pensiero unico?), si può tranquillamente rilevare che
la strada è stata spianata per l’avvio concreto della lunga marcia verso le elezioni regionali del prossimo anno e delle politiche di quello successivo.
Ma il compito che “L’opinione delle libertà” non si esaurisce qui.
Il nostro giornale, come ha dimostrato negli ultimi dieci anni, ha sicuramente
la vocazione del pioniere. Ma non ha alcuna intenzione di finire come i pionieri che dopo aver aperto i sentieri vengono seppelliti ai bordi della strada.
Continueremo a tenere alto il dibattito sulla necessità della Casa laica e riformista. Incalzeremo chi si lascerà prendere dalla stanchezza o dallo scoramento. Non rinunceremo mai a svolgere il nostro ruolo di
giornale di pungolo. Continueremo a lanciare proposte e sollecitazioni nella convinzione sempre più radicata che
gli eredi di chi ha dato vita allo stato unitario ed alla democrazia repubblicana non possono continuare ad essere assenti o sottorappresentati sulla scena politica nazionale. Non per le loro ambizioni o necessità personali. Ma perché mai come in questo periodo appare più che evidente quanto
una loro ampia presenza sarebbe utile al Paese.
Se in questo Parlamento ci fossero
più laici e riformisti la maggioranza avrebbe
meno fibrillazioni, il governo sarebbe più efficiente e marcerebbe più spedito, l’opposizione non sarebbe schiacciata sulle posizioni della sinistra massimalista. E, soprattutto, sarebbe più agevole
varare le riforme ed invertire il processo di declino di una società che non riesce a rinnovarsi per gli eccessi di consociativismo conservatore che la zavorra.
Laico e riformista è moderno, è innovativo. E, soprattutto, è utile. Non sarà facile far entrare questo messaggio nelle teste di chi fino ad ora si è accontentato di un compito di semplice e sterile testimonianza. Ma l’impresa non ci spaventa.
“L’opinione delle libertà” farà la sua parte fino in fondo.
Direttore Responsabile de "L'Opinione delle Libertà"