Alessandro LozziE’ indicativa e, al contempo, stupefacente la scarsa attenzione al grido d’allarme lanciato dal Garante della privacy in ordine allo stato di salute della libertà in Italia. La privacy non è la libertà, ne è solo una parte. Ma la denuncia del suo Garante si rivolge alla libertà nel suo complesso. Ed è una segnalazione importante, per certi versi dirompente: “Siamo in presenza di forti strappi allo Stato di diritto e al concetto di cittadino che ne è alla radice. E’ proprio dello Stato non democratico pensare che i suoi cittadini siano tutti possibili violatori delle leggi. In uno Stato democratico, il cittadino ha il diritto di essere rispettato fino a che non violi le leggi, non di essere un sospettato a priori. Per questo è importante che si consideri questa una fase di emergenza dalla quale uscire al più presto”. E tutti (troppi?) i politici sedicenti liberali dove sono? Dovrebbero sapere che quello che più importa, in fatto di diritti di libertà, non è tanto la loro solenne proclamazione teorica, di cui tutti si riempiono la bocca, specialmente in televisione, quanto la concreta determinazione dei mezzi pratici più adatti ad assicurarne l’osservanza. Il liberalismo non è uno ‘specchietto per le allodole’, ma soprattutto teoria e pratica della limitazione del potere. E il potere invasivo che attualmente, da un lato, viene esercitato dallo Stato a fini di giustizia  per reprimere i reati e, a fini fiscali, per recuperare l’evasione, dall’altro, viene esercitato dai media per consentire all’opinione pubblica di informarsi e giudicare, non trova nel diritto all’integrità e alla dignità della persona il limite che dovrebbe trovare. C’è materia di riflessione e di azione per i liberali.




Direttore editoriale di www.laici.it
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