Raffaello MorelliGentile senatrice, ho letto il Suo messaggio al Congresso dell’Anpi pubblicato nei gironi scorsi da ‘Repubblica’. E ne ho apprezzato l’intento di voler richiamare lo spirito della Costituzione come guida del nostro confronto pubblico tra cittadini diversi. Ed è appunto in piena aderenza a questo spirito che, da liberale, desidero farLe alcune osservazioni circa il Suo argomentare. Il nodo verte sul periodo conclusivo del secondo paragrafo: “E naturalmente, anche l'impegno costante per la pace”. Ora, i  fatti mostrano che questo impegno dell’Italia e dell’occidente c’è a parole, ma non corrisponde all’agire effettivo. Perché scrivendo “la guerra assurda all’improvviso è tornata….”, con l’uso del termine “all’improvviso” Lei adotta l’incompleta narrazione dell’occidente, che cancella l’indubbio mancato adempimento da parte dell’Ucraina del trattato Minsk 2, stipulato nel febbraio 2015 con Russia, Francia e Germania, in base al quale la stessa Ucraina avrebbe dovuto inserire nella propria Costituzione l’autonomia rafforzata per il Donbass (richiesta ripetuta ancora una volta dal presidente Putin la settimana prima dell’invasione e di nuovo respinta dal governo di Kiev). Tale inadempimento, ovviamente, non giustifica l’invasione dell’esercito russo, ma ne fa capire il motivo. Il rifiuto dell’autonomia al Donbass non è un affare interno all’Ucraina, proprio in base al Minsk 2. Tra l’altro, si tratta di un accordo che rientra in pieno nel medesimo articolo 11 della nostra Costituzione, che nel comma successivo a quello da Lei citato afferma: “Consente alle limitazioni di sovranità necessarie a un ordinamento che assicuri la pace fra le nazioni”. Capire il motivo dell’invasione non muta il suo eccesso, che colpisce la sovranità ucraina, ma avrebbe tenuto conto della singolarità dei modi in cui si è espressa tale sovranità e, di conseguenza, avrebbe indotto l’occidente a un’azione mirata non a demonizzare il presidente Putin, aizzandogli contro l’opinione pubblica, bensì a usare gli stretti rapporti dell’occidente con il presidente Zelensky (lo stesso Biden ha ammesso, la settimana scorsa, di fornire aiuti militari a Kiev sin dall’inizio del 2021), per indurlo a trovare subito l’applicazione del Trattato sul Donbass. L’occidente questo non lo ha fatto. E ha scelto la strada delle sanzioni economiche contro Putin di cui bisogna ringraziare il presidente Jo Biden, il quale con tale compromesso ha evitato lo spettro bellico cui lo spingevano Stoltenberg e Blinken, come si evince dalle loro stesse dichiarazioni. Le sanzioni sono una strada che ha l’intento di isolare la Russia, ma che è fisiologicamente destinata a colpire tutti i diversi soggetti nel mondo, poiché restringe gli scambi e la libertà delle relazioni. Dunque, anche se i nostri mezzi di comunicazione fingono di ignorarlo, le sanzioni economiche spingeranno di sicuro a una nuova ‘guerra fredda’ e, in più, consentiranno agli ucraini di sperare in veri e propri interventi di guerra da parte dell’occidente (ritengo non Le siano sfuggite le reiterate dichiarazioni fatte da giorni dalla vicepremier, Iryna Vereshuck). L’occidente segue almeno la 'dottrina Biden', ma resta ambiguo nei suoi comportamenti sugli aiuti all’Ucraina. Perché sono del tutto legittimi e giusti gli aiuti sanitari e alimentari che salvano vite, ma sbagliati gli aiuti militari, funzionali a prolungare lo stato di guerra. Così come è quanto meno opinabile l’intenzione del Governo italiano di rispondere alla crisi ucraina aumentando le spese militari fino al 2% del Pil. Una risposta che, nonostante le pressioni della parte occidentale invasata dal bellicismo fino al punto di contraddire i princìpii di libertà più essenziali, è stata condannata pure dal Papa in nome dei suoi princìpii religiosi. Le scrivo queste osservazioni nella convinzione che Lei, per idee ed esperienza di vita, sia determinata con fermezza a battersi in modo da evitare che teorizzare la libertà non si trasformi nel tradirne i meccanismi. Perché un conto è rifarsi alla Resistenza quando sussiste una situazione di guerra in corso, come avvenuto negli anni ’40 del secolo scorso, mentre è ben diverso evocarla in Ucraina oggi e a ogni costo, anche al prezzo di rendere più vicina la minaccia di una nuova guerra mondiale. Con i saluti più deferenti.




Presidente della Federazione dei Liberali italiani

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Carlo Cadorna - Frascati - Italia - Mail - mercoledi 27 aprile 2022 15.9
Vi sono anche altre modalità per esercitare la forza e ne abbiamo un esempio nel più grande personaggio storico in assoluto: il Papa Leone Magno che andò incontro e sconfisse Attila. ma costui era un grande Capo e seppe apprezzare il coraggio dell'uomo e la forza del Suo simbolo: la Croce. Ma oggi dov'è un uomo così???
Carlo Cadorna - Frascati - Italia - Mail - lunedi 25 aprile 2022 17.21
Le relazioni tra i paesi del mondo sono regolate dalla strategia che è la scienza dei rapporti di forze che, nella Storia, hanno determinato tutte le vittorie in guerra più o meno militare. Le guerre si evitano con la deterrenza, industriale e militare. Ma il conto dei rapporti di forza, in campo militare, discende dalla qualità e quantità delle forze in campo, dal terreno e dall'ambiente nel quale si svolge il confronto, dalla logistica e dalle alleanze che determinano la concorrenza delle forze. La guerra attuale discende dalla debolezza dell'occidente nel 2014, ed anche nella situazione attuale dal momento che un Biden determinato e non accondiscendente, avrebbe potuto far notare la debolezza della Russia costituita da una base navale costruita in territorio ucraino.


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