Nel tentativo di comprendere, almeno in parte, cosa significhi veramente "dire qualcosa di sinistra", abbiamo posto ad una serie di esponenti politici
- Bobo Craxi, Fabrizio Cicchitto, Enrico Morando, Vittorio Sgarbi, Gloria Buffo, Gianni De Michelis, Fausto Bertinotti, Pino Rauti -, ma anche a qualche esponente della nuova 'sinistra antagonista'
- Moreno Fiorenzato, Vittorio Agnoletto, Don Vitaliano - a un intellettuale storico della destra
- Enzo Erra - e a qualche protagonista del mondo dello spettacolo
- l'attore Fiorenzo Fiorentini -, una sola ed unica domanda di ampio respiro nella speranza di ricostruire un sintetico quadro ideologico di massima e, soprattutto, per capire a quale punto sia effettivamente giunta, nei suoi distinti versanti, la necessaria self-analysis della sinistra politica e culturale italiana.
La questione posta è la seguente:
Quali sono oggi, a vostro avviso, i valori fondamentali della sinistra in Italia ed in Europa e quale il grado di compatibilità tra di essi?
Bobo Craxi (Nuovo Psi) : "La sinistra si è misurata, nell’ultimo decennio, con cambiamenti epocali quali il crollo delle ideologie comuniste, il radicale mutamento delle condizioni economiche delle società avanzate e lo sconvolgimento dei rapporti sociali e della comunicazione, senza tuttavia sapersi adeguare al nuovo scenario. Ad oggi, i valori della sinistra socialista - solidarietà, uguaglianza e progresso - possono essere perseguiti alla sola condizione di misurare utopia ed interesse. Tuttavia, si evince una forte incompatibilità tra diverse anime che danno vita a questi ideali. In Europa, la distanza è tra una sinistra infantilmente estremista ed una paurosamente conservatrice. In Italia, dal canto suo, esistono due asset contrapposti: quello protestatario, con deriva alternativista no global e quello, assai più pericoloso, di un estremismo populista. Si tratta di idee contrastanti, la cui unica sintesi potrebbe essere rappresentata dal superamento/adeguamento del nucleo di valori originario, ad oggi del tutto inesistente. Unica nota positiva nello scenario europeo è rappresentato dalla via inglese: Tony Blair ha saputo riqualificare in un’ottica progressista le idee del laburismo in un’unica azione di governo. In Italia, le attuali condizioni del sistema elettorale e la fine della Prima repubblica rendono inattuabile questa via. Quello che si potrebbe prospettare è l’idea di un socialismo liberale, che tuttavia nel nostro Paese avrà, sempre e comunque, spazi limitati e un indirizzo forzatamente minimalista. L’unica eccezione è rappresentata dai laburisti inglesi. Blair, che ha addirittura innovato rispetto alla tradizione riformista, oggi dialoga più facilmente con i leader dei partiti popolari europei che con quelli dell’Internazionale socialista".
Fabrizio Cicchitto (Forza Italia) : "L’Internazionale socialista invece di accentuare, dopo la vittoria del socialismo sul comunismo, la sua cultura liberalsocialista si è impegnata nell’assorbimento degli ex comunisti con il risultato di far proprie tematiche giustizialiste, classiste, terzomondiste, antiamericane. Quindi, oggi abbiamo una Internazionale socialista assai distante da quella moderata, riformista, antifascista, antinazista, filoamericana e filoisraeliana, la cui piattaforma era quella definita nella Carta di Francoforte e nella revisione fatta a Bad Godesberg dalla Spd: l’Internazionale socialista che abbiamo conosciuto dagli anni ’40 agli anni ’80. Si è così determinata una mutazione genetica dei partiti socialisti che li ha resi compatibili a quello che resta del mondo comunista".
Enrico Morando (Ds) : "I valori sono quelli di sempre: eguaglianza, libertà. solidarietà. Ma le politiche atte ad inverarli debbono cambiare radicalmente, se la società in cui la sinistra è nata ed è cresciuta è stata quella del conflitto di classe tra capitale e lavoro (la contraddizione principale) e la società odierna è quella dell'individualismo di massa e della complessità dei conflitti. Oggi, una persona acquista consapevolezza di sé e si orienta politicamente per la sua condizione di lavoro, certo, ma anche sulla base del conflitto di genere, della gestione del suo tempo libero (es. sport, volontariato), del suo rapporto con la natura, della qualità del suo rapporto col contesto civico (sicurezza-insicurezza): la sinistra della "centralità del lavoro" fatica ad interpretare tutto ciò. Quanto alla compatibilità tra le diverse posizioni interne, io sostengo che l'orientamento riformista e di governo non deve pensare di affermarsi meglio se costruisce una "casa" (un partito) tutta per sé, da cui siano banditi i portatori delle posizioni più radicalmente antagoniste. Ciò che consente ai riformisti e agli 'antagonisti' di vivere nello stesso, grande partito è il riconoscimento in valori comuni e la condivisione di un quadro di regole democratiche per l'assunzione delle decisioni del partito. E' evidente che, quando preverranno le posizioni riformiste, il partito potrà vincere contro il centrodestra, quando prevarranno gli estremisti, il partito perderà".
Vittorio Sgarbi (Forza Italia) : "I valori della Sinistra oggi non esistono. Essa appare demonizzata dal marxismo e dal comunismo nella loro evoluzione catastrofica. I suoi uomini sono persone per bene, ma illuse, che si barcamenano in un orizzonte vagamente umanitario, cristiano e sociale, che non ha nulla a che vedere con il progetto originario di Marx. Stiamo parlando di valori diffusi, generici, condivisi peraltro anche dalla destra. Nei confronti di quest’ultima appare evidente l’esaltazione di un contrasto e di una contrapposizione assolutamente formali, non sostanziali, dettate da una ragione di dialettica esclusivamente strategica. Non esiste dunque compatibilità alcuna tra le sue diverse anime. A riprova di ciò, basti solo pensare al fatto che molti dei valori sbandierati sono condivisi anche dalla loro opposizione. Si tratta di anime incompatibili, che si sostanziano nella sola opposizione ad un avversario comune e dichiarato: la destra".
Vittorio Agnoletto (No global) : "Il primo riferimento ideale della sinistra è oggi quello della difesa dei diritti umani, ovunque e senza distinzione alcuna, quindi la necessità di battersi contro la globalizzazione neoliberista, in nome di una globalizazione dei diritti umani: in altre parole, il superamento di una logica eurocentrica per ricominciare a pensare in termini globali/mondiali. E’ importante credere nella tutela dei lavoratori in tutto il mondo, riproporre la centralità delle regole della politica condivise e democraticamente stabilite. Il motto è dunque quello del binomio democrazia- partecipazione, il motivo fondante quello di una giustizia sociale che permetta di dissipare la forbice tra ricchi e poveri del mondo, la difesa dell’ambiente e l’attenzione al territorio, il no deciso alla guerra, in ogni sua espressione e all’uso di armi per la distruzione collettiva. Obiettivo fondamentale, anche se di difficile riuscita, è rappresentato dalla possibilità di avere un programma minimo condiviso. L’unica via per raggiungerlo, passa attraverso il superamento della subalternità rispetto al pensiero unico neoliberista. Nella diversità e complessità delle sue anime, la sinistra deve abbracciare un punto di vista autonomo. L’attuale difficile situazione in cui si trova oggi l’opposizione, in Italia, è per lo più una conseguenza del comportamento di governi del centro sinistra che si sono dimostrati incapaci di autonomia e differenza rispetto alla destra: una sinistra subalterna ai valori 'Dio e destra'. I movimenti no global e quelli estremisti giocano oggi più che mai un ruolo importantissimo: si fanno portavoce di valori ideali forti, che vedono un intreccio tra politica ed etica attraverso il superamento di una 'politica di palazzo' trasformatasi in una partita a poker tra pochi eletti, tra giocatori interessati ai propri singoli destini. L’aver rinunciato ad un punto di vista autonomo è stato dettato dall’illusione che potesse “bastare occupare una stanza del governo per pensare di poter gestire lo stesso modello di sviluppo neoliberista governato dalle lobbies . Il governo di centro sinistra è responsabile di aver creato un deserto culturale sul quale la destra si è ampiamente dilagata".
Moreno Fiorenzato (artista e fotografo no global): "A mio avviso, sarebbe ora che si aprisse, a sinistra, un reale dibattito fortemente critico nei confronti della forma-partito tradizionalmente intesa. Oltre a ciò, diviene ormai necessario comprendere con piena consapevolezza che il benessere raggiunto dalle moderne società è troppo di natura materialistica e di mero possesso di beni, a danno di un equilibrio sociale generale maggiormente basato su valori reali, di natura spirituale, anche nei riguardi della tranquillità psicologica dei singoli cittadini. Purtroppo, però, non vedo partiti o religioni concretamente impegnati ad affrontare tali problematiche, almeno in questa fase".
Gloria Buffo (Sinistra Ds) : "A mio avviso i valori fondamentali della Sinistra devono essere: l’uguaglianza, intesa secondo la logica dell’art. 3 della Costituzione, nella direzione della promozione di condizioni che garantiscano l’uguaglianza a livello planetario. Quindi altro valore è quello della libertà, che tuttavia viene declinata in diversi modi. Esiste la libertà del liberismo, che promuove tale valore come quello del singolo isolato dal contesto in cui vive e che prescinde dalle relazioni sociali. Quest’ultima, non è l’idea di uguaglianza della sinistra. All’opposizione attuale è caro il concetto di libertà come sviluppo della personalità a partire dal contesto in cui vive e, in tal senso, ci aiuta la visione della libertà che è stata propria di un certo femminismo. Infine, credo nel valore della fraternità, come la intendevano i padri della rivoluzione francese, un modus vivendi per raggiungere la libertà di tutti. Dissento fortemente da quanto recentemente espresso dal presidente Massimo D’Alema, secondo il quale esistono anime della sinistra antropologicamente distanti, anche se personalmente mi sembrano più interessanti le posizioni di quanti non si limitano ridurre le conseguenze più distruttive del liberismo, bensì puntano ad un diverso rapporto tra sviluppo economico e compatibilità ambientale proponendo un nuovo ed alternativo modello di sviluppo. Sono pertanto lontana da un certo riformismo compassionevole che ha preso piede in Europa.
La sinistra è oggi in crisi, sia quella riformista sia quella “più di sinistra”: è necessario che entrambe facciano un passo indietro, soprattutto se si considera il fatto che l’attualità insegna come l’idea di stato sociale e il compromesso tra riformismo e liberismo siano oggi messi a dura prova".
Don Vitaliano (No global) : "I valori della sinistra sono sempre gli stessi, oggi come ieri. Si tratta di ideali quali il pluralismo, la diversità, il pacifismo, la non violenza, l’ambientalismo, la solidarietà, la disobbedienza a leggi ingiuste, quali ad esempio la legge Bossi-Fini sull’immigrazione, l’illegale riunione del G8. La sinistra deve guardare il mondo dalla parte di chi ne è fuori, secondo un’angolazione diversa da quella che ha la maggior parte degli individui. Essere di sinistra significa essere dalla parte dei perdenti, di chi è senza potere, di chi è escluso ed emarginato. Temo che nella sinistra di oggi vi sia pochissima compatibilità tra le sue diverse anime, al punto che tale contraddizione verrà fuori prima o poi in modo dirompente e definitivo. Nella sinistra rappresentata da uomini come D’Alema, ad esempio, esiste un appiattimento di valori che sempre più somigliano e sfiorano quelli della destra. In quanto prete di sinistra, non mi sento assolutamente rappresentato dall’attuale sinistra di governo, da un leader del calibro di D’Alema, le cui campagne in periodo elettorale somigliavano tanto a quelle della vecchia Dc. L’ex presidente, allora chiedeva un 'Paese normale', oggi gli spazi tra destra e sinistra non si notano più".
Gianni De Michelis (Nuovo Psi) : "Più che parlare di valori della sinistra - immutabili nel tempo e per i quali è facile trovare il necessario consenso - è più giusto chiedersi cosa dovrebbe caratterizzare nell’azione la sinistra di oggi. Il motivo fondante è domandarsi in quale misura l’attuale opposizione potrebbe riuscire a divenire sinistra di governo agendo concretamente nella società che sempre più sta cambiando. Il punto è cercare di riuscire a creare fiducia nei settori più deboli e fragili della cittadinanza. Si tratta infatti di fasce deboli ed impaurite che altrimenti tendono a posizioni estremistiche ed antisistemiche. La parola d’ordine dovrebbe essere, ad esempio, quella opposta a quanto ultimamente affermato da Moretti. Più che dire 'parole di sinistra' bisognerebbe fare qualcosa affinché tali persone si sentano in qualche modo rappresentate, assicurate, garantite. La sinistra deve trovare la via della divisione, della differenza, della pluralità. A questo proposito, la Francia ha molto da insegnare ai suoi cugini d’oltralpe: la gauche plurielle lì tentata, altro non ha portato se non il riflusso di posizioni estremiste e conservatrici. L’unica via perseguibile è quella di una distinzione netta e forte, non quella di una miscellanea di anime ed ideologie diverse il cui unico risultato è quello di far fallire la sinistra riformista e progressista…".
Fausto Bertinotti (Rifondazione Comunista) : "E’ difficile ed impegnativo parlare, in poche battute, di valori fondamentali della sinistra: si può cadere facilmente nell’errore di scambiare il piano del dover essere con quello dell’essere. Inoltre, è impossibile parlare di sinistra o di sue anime. Oggi, le sinistre sono almeno due. C’è la sinistra moderata, che in Italia come in Europa ha scelto la strada di alleanze strategiche all’interno di coalizioni di centrosinistra. E c’è poi la proposta della costruzione di una sinistra di alternativa. Una sinistra cioè che, mettendo da parte l’esperienza del centrosinistra, ormai sconfitto in tutta Europa e assumendo la centralità del rapporto con il movimento, fondi le sue basi su due discriminanti: la contrarietà alla guerra e al neoliberismo. Noi scommettiamo su quest’ultima e siamo convinti che essa possa divenire protagonista della vita pubblica sia in Italia che in Europa".
Giulio Savelli (Unione dei Liberali italiani) : "Se con un solo termine dovessi definire la sinistra di oggi, la chiamerei “conservatrice”. I politici di questa parte sono coloro che difendono posizioni legittime, e tuttavia statiche, con una base che si mostra ostile a quanto di nuovo accade nel mondo. Un esempio per tutti: gli uomini di sinistra difendono oggi il lavoro salariato, trascurando il fatto che tale forma di dipendenza è oggi anacronistica, dal momento che tale classe sta perdendo peso in una società caratterizzata da lavoro autonomo e professionale. La sinistra è la vera forza conservatrice del mondo occidentale. L’opposizione si presenta spaccata in due: un’anima no global ed una diessina. La prima rimane arroccata al passato; la seconda cerca di conciliare tra conservazione e mondo che gira in altra direzione; il suo futuro della sinistra dipende da quale di queste due anime sopravvivrà: se prevarranno i movimentasti la stessa è destinata a scomparire, se invece prevarrà la parte più moderata, ci sono spiragli per un futuro possibile, come ad esempio è accaduto in Inghilterra con Tony Blair. Per rendere più chiara la mia idea, userei una metafora: carrozze ed automobili. Oggi usiamo le automobili, avendo abbandonato le carrozze, perché sono inutili.Se qualcuno insiste nella strenua difesa dei maniscalchi, anziché degli automobilisti, è destinato a scomparire. La sinistra scomparirà, come i maniscalchi, come le carrozze trainate dai cavalli".
Fiorenzo Fiorentini (attore) : "In politica esistono, oggi, diverse posizioni che non fanno riferimento a schieramenti precisi – destra e sinistra per intendersi –, quanto più ad una rosa di concezioni e idee frammentate. L’attenzione dalle idee si è spostata verso strategie di potere, verso il calcolo matematico, a differenza del passato, quando si poteva parlare di valori precisi: pertanto, allo stato attuale non vi sono ideologie tali da creare una differenza netta tra una destra e una sinistra. Chi, come me, ha vissuto la stagione delle ideologie, ha l’impressione che dall’impasse odierno non sia possibile uscirne solo ideologicamente. I valori tradizionali della sinistra sono: difesa di tutti; uguaglianza; possibilità di raggiungere un buon standard di vita per tutti. Ma oggi non esistono più. Io, come artista e uomo di sinistra, non mi sento rappresentato da nessuno, non sento discorsi convincenti da parte di nessuno, ma solo posizioni assolutamente utilitaristiche. L’unica via possibile è quella di una riqualificazione della classe politica, troppo vaga e nebulosa".
Pino Rauti (Fiamma Tricolore) : "Poiché in politica, con il termine 'valore' si intende 'punto di riferimento', direi che la sinistra di oggi non ne possiede più alcuno, dal momento che ha perso tutti i suoi riferimenti: dal tracollo della repubblica Sovietica è infatti conseguito quello del marxismo. Persa quella bussola, non le è rimasto nient'altro. Da qui deriva l’evidente e dilagante anarchia che coinvolge le diverse anime della sinistra. Si tenta un recupero in termini di antimondialismo ed antiglobalismo, ma sino a quando questa battaglia si svolgerà agitando più o meno le bandiere russe, il tentativo è condannato al fallimento, poiché di fronte al ricordo della sconfitta del socialismo reale, la maggioranza delle persone crede che anche il peggiore dei capitalismi sia comunque migliore di quello che è stato il grande e sanguinoso fallimento della storia con milioni di morti, tra cui moltissimi comunisti".
Enzo Erra (giornalista storico della destra) : "La sinistra di oggi è una sinistra in crisi, che ha perso valori e significati da quando è fallito il tentativo di realizzare società sul modello collettivistico sovietico. In Italia, la perdita di valori e ideologie si è consumata ancor prima che nel resto dell’Europa, ove è avvenuta negli anni ’80. Nel nostro Paese, già intorno agli anni Sessanta, si poteva notare l’impossibilità di attuazione delle proposte di tale parte politica. Essendo tuttavia, l’unica via della sinistra, rappresentata dalla possibilità della trasformazione della società in ogni settore della vita, dal privato al pubblico, oggi che il privato s'impone all’orizzonte gli attuali leader non sono in grado riformulare nuove risposte a nuove esigenze. Fallite la livellizzazione e la collettivizzazione dei mezzi di produzione quali miti tipici del comunismo, la sinistra ruota attorno a temi e problematiche del tutto marginali senza proporre alcuna alternativa. Si tratta di una vera e propria deriva: cadute le ideologie sono cadute anche le 'antideologie': destra e sinistra hanno entrambe perso i loro valori di riferimento e di opposizione, facendo assottigliare sempre più le proprie originarie differenze".