Quanta parte hanno i
ricordi nella nostra personalità? Indubbiamente, il nostro
background di esperienze, emozioni passate, estrazione culturale e familiare possono considerarsi assolutamente determinanti nel processo decisionale da cui poi si originano le nostre azioni. Talvolta, sorprendendo anche chi ci conosce bene, ma non fino al punto di comprendere la
composizione 'chimica' che si sta formando e che attinge a elementi del
substrato più profondo dell'inconscio, il più sconosciuto anche a noi stessi. Quando il
'peso' dei ricordi e la loro
stratificazione costituisce il nucleo portante
dell'arte pittorica, come nel caso di
Tiziano Calcari, si può assistere a qualcosa di unico, che diviene il
'motore' di una gamma di emozioni che salgono impetuosamente alla superficie, coinvolgendo la coscienza dello spettatore.
Metafisici e
surrealisti ci hanno messo di fronte alla potenza dirompente ed enigmatica dei
sogni o dei
percorsi segreti delle nostre
ansie di conoscenza. E i loro lavori sono autentiche
'scorciatoie' verso l'inconoscibile.
Calcari ripercorre queste preziose
'scorciatoie', riscoprendo quei
sentieri che uniscono sogni, aneliti di conoscenza e scavo nei
meandri dell'Io, offrendo una parte di sé che si può leggere senza eccessiva difficoltà. I suoi
sfondi sono
bianchi, paesaggi indefiniti della
spazialità onirica, senza alcun riferimento alla realtà oggettiva: un
bianco che, però, non è quello
naturale della
tela, ma un
nero (il buio dell'inconscio) riempito di
colore eburneo, indispensabile per far risaltare pochi riferimenti architettonici o naturali dai
colori vividi che
galleggiano nel nulla, ancorati e legati indissolubilmente a
due figure umane preponderanti:
due donne che appaiono in primo piano in tutte le sue opere, in deroga a qualsiasi prospettiva, vere protagoniste e
causa scatenante del
processo mnemonico, ombre del passato raffigurate con assoluta
maestrìa visionaria. Le due figure riportano immediatamente alla mente i celebri manichini delle
piazze d'Italia di
De Chirico. Ma a un esame critico più accurato emergono importanti
differenze: i
volti hanno perso rotondità, con tratti spesso appena accennati che conservano l'asse centrale
naso-mento, mentre i loro lunghi abiti, vistosi ma assolutamente formali, senza drappeggi, servono più a identificarne, piuttosto che marcare, una
prerogativa mistica. La funzione delle opere è invece chiara, inequivocabile:
catarsi. La catarsi di ricordi (piacevoli o meno: ha poca importanza) riportati alla coscienza attiva e destrutturati, nel tentativo di alleggerirli da un peso specifico e farli divenire arte, trasmettendo emozioni mai sopite in un
'contagio' difficile da evitare allo spettatore. La mostra di
Tiziano Calcari è stata presentata recentemente presso la
Cave Art Gallery: una galleria magnifica, situata in via di Santa Maria Maggiore a
Roma, che con la sua peculiarità architettonica, antica e preziosa, ha rappresentato il contesto giusto per l'arte di questo maestro, al contempo
legata e
svincolata dal tempo.