Accordo tra governo e sindacati sulla riforma dello scalone previdenziale: l'intesa sulle pensioni di anzianità, giunta al termine di un estenuante 'tour de force' di incontri e consultazioni, prevede una strana 'via di mezzo' tra scalini e 'quote vincolate' dall'età minima. In sintesi, dal primo gennaio 2008 si potrà andare in pensione a 58 anni e con 35 anni di contributi, mentre dal primo luglio 2009 la 'finestra di uscita' verrà posta ad un'età minima di 59 anni e 35 di contribuzioni versate. Dal primo gennaio 2010, la pensione sarà invece possibile a 60 anni di età e 35 anni di contribuzione, mentre dal primo gennaio 2013 si andrà a riposo a 61 anni e sempre con almeno 35 anni di contributi. Inalterato il meccanismo di pensionamento di anzianità per le donne. Diverso, invece, il sistema per i lavoratori autonomi, che andranno in pensione con un anno in più, ovvero, dal 2008, con 59 anni e 35 di contributi e, nel 2013, con almeno 62 anni. Per chi ha 40 anni di contributi, il governo garantisce quattro 'finestre di uscita', agevolando il pensionamento di vecchiaia. Per quel che riguarda i coefficienti di trasformazione, il loro aggiornamento è rinviato al 2010, mentre circa un milione e quattrocento mila lavoratori 'usuranti' sono esonerati dalla riforma. Il Consiglio dei ministri avrebbe dato "unanime consenso" all'impianto della proposta sulle pensioni illustrata dal premier, Romano Prodi. Secondo fonti di Palazzo Chigi, però, l'esito della riunione ha visto due "annotazioni tecniche": una riserva sull'esame del testo da parte del ministro delle Politiche comunitarie, Emma Bonino, e alcune perplessità sul meccanismo di superamento dello 'scalone' da parte del Ministro delle Politiche sociali, Paolo Ferrero. "Siamo riusciti a formulare la proposta, rispettando rigorosamente i confini di spesa prefissata, che ha soddisfatto noi e i sindacati e che sarà di grande soddisfazione per gli italiani", ha dichiarato il premier, Romano Prodi, sul sito internet del governo, "è stata una trattativa lunga e complessa, ma la concertazione ha dato ancora una volta frutti positivi. L'accordo prosegue in modo coerente le decisioni e il cammino intrapreso con il Dpef, che ci porta a consegnare un Paese più giusto, con obiettivi per i giovani e con un sistema pensionistico più articolato". Secondo Piero Fassino "si tratta buon accordo, ispirato da una cultura riformista che tiene insieme innovazione, rigore finanziario ed equità sociale, un'intesa che rende più equo l'innalzamento dell'età pensionabile e rende il sistema previdenziale più sicuro, sia per chi è prossimo alla pensione, sia per chi ci andrà in futuro, realizzando un equilibrio finanziario che consente di destinare maggiori risorse per politiche destinate ai giovani e alle famiglie. Va dato merito ai Ministri Damiano e Padoa Schioppa di un paziente e tenace lavoro che consente al sistema previdenziale italiano di acquisire definitivamente un assetto moderno e stabile. L'accordo di questa notte - conclude Fassino - insieme alle misure assunte nelle scorse settimane, come l'aumento delle pensioni basse, i miglioramenti dei trattamenti previdenziali per i lavoratori flessibili, il finanziamento dei nuovi ammortizzatori sociali, il piano per i giovani e il sostegno alla competitività delle imprese, configura la più importante azione di riforma del sistema previdenziale e del mercato del lavoro da molti anni in qua". Secondo il Portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, "per salvare le poltrone del governo, la sinistra trova sempre un accordo, ma chi pagherà i costi? Da settembre si annuncia una nuova scarica di tasse sugli italiani e i giovani dovranno versare sempre più contributi per difendere le loro pensioni future". Infine, per il sindaco di Roma e leader 'in pectore' del Partito democratico, Walter Veltroni, "la positiva conclusione del confronto sulle pensioni è un primo passo importante del nuovo patto tra le generazioni che, credo, sia la principale sfida dei prossimi anni. E' importante che questo passo - ha aggiunto - sia stato compiuto in un clima di concertazione al cui interno le organizzazioni sindacali hanno dimostrato la loro capacità di rappresentare responsabilmente l'intero insieme del mondo del lavoro. L'accordo raggiunto è importante per due motivi: in primo luogo, restituisce certezza alla generazione che deve, nei prossimi anni, programmare la sua uscita dal mercato del lavoro in coerenza con un progressivo innalzamento del limite dell'età di pensionamento, con il principio della libertà di scelta e salvaguardando i lavori usuranti. In secondo luogo, si accompagna ad un pacchetto di ulteriori misure (limite per la reiterazione dei contratti a termine, incentivi contributivi per la contrattazione di secondo livello) che parlano ad altri settori, altrettanto importanti, del mondo del lavoro, come i giovani e i lavoratori in regime contributivo". Veltroni ha inoltre voluto ringraziare ringraziare "il presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, il Sottosegretario Enrico Letta e i ministri Cesare Damiano e Tommaso Padoa Schioppa, per aver gestito con tenacia e intelligenza un confronto così delicato e importante, che permette al Paese e alle sue rappresentanze politiche e sociali di concentrarsi con uguale impegno sugli ulteriori obiettivi di riforma e di modernizzazione del sistema di welfare".