Domenico BriguglioIl 13 dicembre scorso si è tenuto, presso la sala Santa Rita di piazza Campitelli in Roma, un evento degno di nota: la mostra 'Altrove' di Paolo Mayol, un artista che ha collezionato tali e tante benemerenze da riempire uno spazio ben più grande di quello a disposizione per questa recensione. 'Altrove' è dunque il titolo di questa 'personale'. Una sintesi particolarmente indicata, poiché si tratta di un vero e proprio viaggio fuori dalla realtà ordinaria, sulle 'ali' di una fantasia che trasporta in un altra dimensione, un 'altrove', appunto, che appartiene soprattutto al nostro inconscio e ai nostri sogni. Utilizziamo non a caso il termine 'ali', elementi particolarmente presenti in molte delle sculture di questo artista: 'Ali ingabbiate', 'Mezzaluna volo notturno', 'Testa bifronte con colomba', 'Musa', 'Sotto l'ala', 'Donna aquila' e 'Deposizione' sono solo alcune di esse. Con le ali si esprime la straordinaria tensione del movimento, caratteristica fondamentale delle creazioni dell'artista, un'energia che diventa leggerezza, aspirazione all'infinito, libertà assoluta. Un viaggio metafisico in cui forme e colori (Mayol è sia scultore, sia un eccellente pittore) portano verso vette vertiginose, prendendo l'avvio da forme classiche che vengono rivisitate, destrutturate e poi ristrutturate nel bronzo forgiato con l'antica tecnica della cera persa o con incisioni di altissimo pregio, in una ricerca che diventa poesia dell'essere. Ottime anche le modalità di presentazione della mostra: il cangiante e sapiente disegno-luci di Faber (Fabio) esalta lo straordinario movimento espresso dalle sculture, diventa valore aggiunto, sogno a occhi aperti. Pagine di musica immortale tratte dalle composizioni di L. H. Stevens, Burrit, A. Thomas, eseguite da un musicista di sicuro talento, Mario Spataro (vincitore del Premio internazionale di musica di Parigi) hanno incantato il numeroso pubblico presente all'evento, adattandosi in modo direi perfetto all'essenza delle opere di Paolo Mayol.


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