Ludovica Zurzolo

Oltre un miliardo di persone nel mondo - e più del 10% degli italiani - sono in sovrappeso. L’obesità non è solo un problema estetico, ma un fattore di rischio: una vera e propria malattia, che spesso si accompagna a ulteriori patologie (co-morbilità e complicanze varie, ndr). A occuparsi del corpo in sovrappeso, oggi, ci sono più specialisti. In particolare, internisti, endocrinologi e nutrizionisti, sono impegnati nello studio di terapie efficaci contro l'obesità e patologie correlate. Buoni risultati arrivano da farmaci basati sulle incretine, nello specifico i GLP-1 e analoghi, come annunciato dal professor Giorgi Sesti, presidente della Simi (Società italiana di medicina interna, ndr), durante la conferenza stampa di presentazione del 125esimo Congresso nazionale della Simi, tenutosi al Palacongressi di Rimini dall’11 al 13 ottobre 2024. “La scoperta di nuovi farmaci”, ha spiegato Giorgio Sesti, “fa accendere i riflettori su patologie e vie metaboliche, prima un po’ trascurate per il fatto che fossero sostanzialmente orfane di terapie. Adesso, è il momento degli analoghi recettori del GLP-1 e dei dual agonist per il trattamento dell’obesità”. I farmaci ora a disposizione mimano l’azione degli ormoni intestinali naturali (GLP-1 e GIP), consentendo terapie che gli specialisti riportano come efficaci e con un buon profilo di sicurezza. Quindi, si tratta di farmaci utili non solo nella cura del diabete mellito, ma anche per l’obesità. “Il vero elemento di novità e di serendipity che stiamo scoprendo di giorno in giorno”, ha infatti sottolineato il professor Sesti, “è che questi farmaci non fanno solo quello per il quale erano stati messi a punto, cioè trattare l’obesità rallentando lo svuotamento gastrico, dando un senso di sazietà. Gli studi condotti in questi anni hanno dimostrato che questi farmaci hanno anche effetti di protezione cardiovascolare, cioè riducono l’aterosclerosi, la pressione arteriosa, riducono l’assorbimento post-prandiale dei lipidi, migliorano l’azione cardiaca e renale, riducono la perdita di proteine con le urine e il declino della funzionalità renale”. Sesti ha poi concluso: “L’obesità è una concatenazione di tante patologie diverse e dà un interessamento multiorgano. E l’unico ‘specialista degli specialisti’, come ricorda anche il logo della nostra società scientifica ‘In uno omnia’ (in un solo specialista, tutte le specialità), è l’internista. Perché nella pratica clinica di tutti i giorni è l’internista che diagnostica, tratta e segue tutti questi fattori di rischio e condizioni ‘trasversali’ all’obesità”.
 


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