È il lontano 1862. Nelle umili verdi campagne di un villaggio della Georgia, a Mirzaani, tra i vigneti della famiglia Pirosmanashvili, nasce, il 5 maggio, Nikolay. Nonostante le scarse possibilità economiche, una vita piena di difficoltà e il mancato riconoscimento degli intellettuali della sua epoca, Pirosmani incalzerà sin da subito la sua passione per la pittura e la manterrà nel tempo, al di là delle opinioni altrui. Ed è proprio grazie a questa innata necessità artistica, che oggi abbiamo modo di farci ‘cullare’ dalla purezza dei suoi splendidi dipinti. I soggetti che lo ispirano sono spesso i georgiani e la loro vita quotidiana. Così come le donne di cui si innamora, senza essere mai ricambiato. Animali dalle forme a volte bizzarre e curiose. E infine, vi ritroviamo anche le esperienze personali, sublimate dalla visione del pittore. Ammirando opere come 'Giraffe' e 'Roe with a Landscape in the Background'. L’occhio di un osservatore attento scorgerà le caratteristiche pennellate cerulee, limpide e sognanti: la semplicità della sua esistenza e la profonda sensibilità incompresa che regnavano nell’animo di Niko. Una interiorità che sicuramente poté esprimere solo attraverso colori e forme, che prese vita nelle sue magnifiche tele. In quanto autodidatta, proveniente da una estrazione sociale modesta e per la sua modalità poetica e magica di rappresentare con il pennello la realtà sociale che lo circondava, Pirosmani viene incasellato tra i pittori del primitivismo e della così detta corrente d’arte naïf. Fu in grado, infatti, d’introdurre il contesto rurale georgiano, trasmettendo gentilezza e spensieratezza, come in 'Feast at Gvimradze' e 'Fruit Stall'. Quasi nascondendo quella durezza che, ancora oggi, lo caratterizza. Sembrerebbe quasi come se questa visione cruda della realtà non esistesse nel modo di percepire il mondo intorno a sé. O forse, più probabilmente, i suoi dipinti delineavano delle vie di fuga da quel complesso contesto storico, così come dalle difficoltà che egli dovette affrontare nel corso della sua intera esistenza. Sin dai primi anni di vita fu orfano e si trasferì con le due sorelle nella capitale georgiana, a Tbilisi. Entrambe ben presto si sposarono e Niko fu preso come servo dal ricco mercante locale, Ahverdi Kalantarov. Passò i seguenti 20 anni a servizio di questa famiglia, imparando a scrivere e a leggere in russo e in georgiano. E finì per innamorarsi della figlia del mercante, senza alcun successo. Quando concluse il suo lavoro presso i Kalantarov, si dedicò a ogni tipo di impiego. Il suo stato di povertà fu tale che spesso dipingeva solo a cambio di cibo. Fece un tentativo per uscire dal suo stato di povertà, aprendo una latteria, ma non ebbe successo e dovette rassegnarsi ad una vita estremamente misera a livello materiale. In Russia, il sensibile Niko diventò famoso non per i suoi dipinti, ma per il mancato amore con l’attrice francese, Margarita de Sevres. A marzo del 1909, l’attrice si esibì in un teatro di Tbilisi. Fu in quell’occasione che il pittore rimase folgorato dal talento e dalla bellezza di quest’ultima. Si incantò immediatamente, così come era già accaduto a molti uomini prima di lui, ma Margarita fu inavvicinabile. Difatti, lei stessa affermava di fronte all’opinione pubblica: “Se sei un'artista nazionale e appartieni all'intera nazione, non dovresti appartenere a una sola persona”. Per questo motivo, l’infatuazione del pittore la infastidiva. Nonostante, lui non smise mai di cercarla. In una occasione, l’aspettò vicino casa sua e, quando lei non gli prestò alcuna attenzione, cadde a terra drammaticamente, piangendo e baciando il terreno dove passava. Inoltre, dipinse un ritratto in suo onore, 'L'attrice Margarita', senza sortire alcun effetto nel cuore della donna. Oggi, questa è una delle sue opere più famose, ma i suoi tentativi di conquista non si fermarono qui. Disperato d’attenzioni, eseguì il grande gesto che gli regalò una triste fama: il giorno del compleanno di Margarita, egli decise di vendere l’interità dei suoi averi e andò a comprare tutti i fiori della città: enormi carri, carichi di fiori, furono scaricati vicino alla finestra dell’attrice e, in poco tempo, l'intera strada si riempì di boccioli profumati. Margarita, sentendo l’incredibile aroma nell’aria e i suoni all’esterno, si avvicinò alla finestra. Vide un tappeto di fiori e Niko che si avvicinava alla sua dimora. Uscì di corsa e gli diede il suo primo e ultimo bacio, prima di andare via per sempre. A quanto pare, l’attrice lasciò la Georgia, poco dopo, con un ricco ammiratore, per non ritornare mai più. Questa storia ha ispirato la melodia di una nota artista russa, Alla Pugachevam. Grazie a essa, Pirosmani divenne noto in tutta la Federazione. Infatti, la canzone 'Million red roses' veniva intonata malinconicamente da gran parte dei cittadini dell’Unione Sovietica, che la conoscevano a memoria. Negli anni a seguire, egli visse in povertà in uno scantinato nella città di Tbilisi, ancora oggi visitabile. E la sua arte fu scoperta e rivalutata solo pochi anni prima della sua morte. Nel 1912 divenne un piccolo centro d’attenzione in Europa, ma ottenne anche tante critiche. Questo lo portò ad isolarsi ancora di più. Fino a che, nel 1918, per una grave malattia, si concluse l’esistenza tragica del pittore. A oggi, Niko resta un artista poco conosciuto in gran parte del mondo. Andrebbe, invece, condiviso, osservato e approfondito, dato che rare volte si incontra nell’espressione di un essere umano un grado di sincerità così profondo da riflettere la purezza e l’innocenza che si trova nella sua e nella nostra di anima.