Ennio Trinelli

La giornata di commemorazione di Papa Francesco, tenutasi alla Camera dei deputati nei giorni scorsi, è stata a dir poco desolante. Tutti avevano un episodio da raccontare; tutti descrivevano un loro Bergoglio, tanto lui non era lì a confermare se fosse tutto vero o solo in parte. Ma noi le ricordiamo le magliette pro-Ratzinger di Matteo Savini. E anche quella Giorgia Meloni che, nel suo libro, affermava di preferire altri papi. Per lo meno, la premier ha avuto la 'pensata' di invitarlo al G7, comprendendo, finalmente, che nessuno poteva rimanere insensibile di fronte a una simile carica di umanità. Così, tra molte finzioni e poche verità, questa destra “Dio, Patria e Famiglia” si è ritrovata, suo malgrado, a dovere celebrare il papa argentino, sperando che la Chiesa ora viri più a destra di loro. Non ha brillato nemmeno l’opposizione, dobbiamo dire: Elly Schlein ha rinfacciato alle destre di non aver mai ascoltato il Papa quando era in vita, come se a sinistra fossero tutti campioni e campionesse di coerenza. E un Giuseppe Conte sempre più manierato ha ripetuto, con termini diversi e con altre parole, quello che la Schlein già aveva detto piuttosto male. Poi tutti in processione a rendere omaggio alla salma, con le varie televisioni che li immortalavano con primi piani impietosi, nell’espressione più contrita possibile. C’era chi entrava dalla Porta Santa con passo fin troppo deciso (Tajani) e chi si teneva in seconda fila (Fratoianni e Bonelli). Una classe politica sconcertante, alla quale Mattarella sembra non servire nemmeno da esempio. E più si sforzano di essere credibili e in sintonia con la gente, più risultano falsi.


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