L’Italia, in quanto fondatrice nel
1957 dell’innovativo
'progetto Europa' per costruire, a passo a passo, un’istituzione imperniata sui cittadini dei suoi Stati membri, non può oggi affrontare l’importante momento della riforma del
Meccanismo europeo di stabilità senza tener conto di cosa abbia fatto fin dalla sua costituzione. Questo perché il
Mes, in parte della sua struttura, non corrisponde al
cardine europeo: uno sviluppo fondato sul dare ai
cittadini europei la
‘chiave’ delle scelte caratterizzanti
l’Ue, quale società impegnata ad ampliare il ricorso alla
libertà. Ciò è essenziale, poiché è l’esercizio dello
spirito critico dei singoli cittadini che rende migliore la convivenza nel tempo e che fa maturare, progressivamente, la rinuncia degli Stati in settori sempre più ampi, ai rispettivi privilegi sovrani. Dato che
nell’Ue, il coinvolgere i cittadini è un’esigenza ineludibile, è contraddittorio che l’attuale
Mes abbia una struttura non integralmente rientrante nel
diritto Ue. Quando prevede casi in cui i prestiti agli Stati bisognosi vengano negoziati e gestiti da un
organo a tre, dei quali un componente, il
Fondo monetario internazionale, è estraneo
all’Europa e, pertanto, assai lontano dai cittadini. Di conseguenza,
l’Italia ritiene che la
ratifica richiestale della attuale
riforma del Mes debba accompagnarsi al
rimuovere dalla struttura decisionalle la componente in
contrasto con la
'missione Ue', cioè quella di essere fondata sui cittadini. Tale rimozione è urgente. E siccome non deve trasformarsi in una rinuncia ai fondi del
Fmi, potrà essere previsto che a questo stesso organismo, qualora eroghi fondi a qualche
membro Ue, la
Commissione europea e la
Bce forniscano adeguate
garanzie per la restituzione e, inoltre, che si avvalgano del
Fmi in veste di mero
consulente esterno nel procedimento di
sostegno finanziario a uno
'Stato-membro'. Avanzando tale condizione,
l’Italia riscoprirebbe il proprio ruolo di
Stato fondatore e concretizzerebbe l’impegno per far crescere la libertà dei cittadini della
'zona euro'.
Presidente della Federazione dei Liberali italiani