L’On. Angelo Bonelli è il Presidente del gruppo parlamentare dei Verdi alla Camera dei Deputati.

On. Bonelli, qual è il futuro energetico dell’umanità? E quello dell’Italia? Siamo certi che non saremo costretti, in futuro, a ritornare all’energia nucleare?
“No, non siamo affatto certi che si debba tornare all’energia nucleare, perché ciò dipende dalla capacità delle forze ecologiste e di progresso di riuscire ad affermare le tecnologie pulite in materia di produzione di energia elettrica. Noi Verdi riteniamo che l’energia da fissione nucleare rappresenti una energia di distruzione che ha già provocato numerosi morti nel passato e che, attualmente, è causa di destabilizzazione, come dimostrano la questione iraniana e quella coreana”.

C’è chi afferma che la rimessa in funzione delle vecchie centrali nucleari, abbandonate o riconvertite dopo il referendum del 1987, assumerebbe dimensioni assolutamente onerose per lo Stato, in termini di costi finanziari: è così?
“Si, l’energia nucleare ha dei costi incredibili. Innanzitutto, parlando dell’Italia, se malauguratamente si decidesse di riavviare la programmazione nucleare, le nostre centrali non entrerebbero in funzione prima di quindici anni. Quindi, non verrebbe affatto risolto il problema di consumi ad alti costi che avremmo comunque in tutta questa fase di ‘transizione’. Inoltre, non verrebbe assolutamente chiarita la questione della gestione delle ‘scorie’, un problema assai oneroso dal punto di vista economico ed estremamente delicato sotto il profilo della gestione ambientale: non dimentichiamoci cosa è accaduto a Scanzano. Ciò indica, tra l’altro, come il nucleare rappresenterebbe solo una piccola quota della produzione complessiva di energia. Infine, non viene assolutamente risolto il problema di un livello tecnologico che garantisca sicurezza al cento per cento, da eventuali incidenti”.

E’ vero che, se esplodesse un impianto francese, il nostro Paese correrebbe pericoli sostanzialmente equivalenti a quelli di un eventuale incidente in territorio italiano?
“E’ una questione evidente questa: anche per tali motivi la nostra battaglia deve proseguire in modo da sensibilizzare più profondamente la società come è accaduto in altri Paesi d’Europa, a partire dalla Germania, la quale sta infatti abbandonando il nucleare…”.

Cosa pensa delle nuove fonti alternative di energia? Esistono? Sono a buon mercato? E quali sarebbero, secondo lei, quelle più adatte per l’Italia? Tempo fa, vi fu una polemica intorno alla questione della costruzione, nel nostro Paese, su raccomandazione del Parlamento europeo, di numerose centrali eoliche? Non le pare un po’ assurdo, per il “Paese del sole” per eccellenza?
“L’energia ‘pulita’, quella che noi vogliamo per il futuro dell’Italia e di tutto il pianeta, è ovviamente quella legata al sole insieme al ‘vettore’ dell’energia pulita per eccellenza: l’idrogeno. Tuttavia, prima di parlare di produzione, noi dobbiamo arrivare ad un’impostazione della vita e di usi e consumi più civili della nostra società basati su una politica di risparmio e di efficienza energetica. Le faccio un esempio: a trecento chilometri da Goteborg, in Svezia, è stato costruito un quartiere che risparmia energia in una maniera incredibile. Ogni abitazione, al loro interno, non ha riscaldamento e quando d’inverno ci sono venticinque o trenta gradi sotto lo zero, all’interno dell’abitazione ci sono più di sedici gradi. Questo avviene perché quelle case sono state costruite con particolari accorgimenti tecnici in grado di sfruttare la geotermia e, quindi, di non disperdere calore. Dunque, vi è una grossa questione legata alle politiche del risparmio e di quelle strutture energetiche che consentirebbero di risparmiare tanta energia e calore. Ciò rappresenta l’elemento su cui dobbiamo lavorare al fine di ristrutturare le nostre politiche, da quella urbanistica a quella edilizia, che sono elementi molto importanti. Dopodichè, sorge la questione legata alla produzione di energia: noi dobbiamo arrivare ad una normativa, che abbiamo già approvato in Finanziaria, che prevede, dal 2007, che tutte le concessioni edilizie per le nuove abitazioni installare pannelli fotovoltaici. Questo è un elemento estremamente importante, poiché consentirà di attivare anche i sistemi che producono questo tipo di energia. Nel sistema dei trasporti, inoltre, noi chiediamo alle industrie automobilistiche una vera e propria ‘svolta’: cioè di produrre sempre più macchine ecologiche e di progettare la ‘macchina del futuro’, quella a idrogeno, la quale immette zero emissioni in quanto l’idrogeno non produce alcun tipo di inquinante, ma solo vapore acqueo. Per quanto riguarda l’eolico, esso può produrre una parte di energia ma, come tutti gli impianti, deve essere assoggettato a delle regole riguardanti la loro collocazione più opportuna. Quindi, diviene necessario che vi sia una legislazione che dia regole coerenti su come sfruttare l’eolico”.

Sul piano della politica internazionale, cosa ne pensa dei recenti esperimenti atomici della Corea del Nord e della volontà iraniana di cominciare una serie di esperimenti nucleari? Non crede che tali fatti possano generare una deriva pericolosa per l’intera comunità internazionale?
“Si, è esattamente ciò che penso: condivido pienamente questa vostra considerazione, poiché dimostrano come l’energia nucleare da fissione sia estremamente pericolosa e come rischi di consegnare il pianeta alla destabilizzazione. Pensiamo a che cosa si può fare con la gestione delle scorie radioattive: si possono produrre le cosiddette ‘bombe sporche’, che possono finire in mano a delle organizzazioni criminali che poi le vendono ad organizzazioni terroristiche, mettendo realmente in pericolo la vita dei cittadini di tutto il pianeta. Il modo migliore, quanto meno per dare incentivi a tutti, sarebbe dunque quello di bandire il nucleare da fissione in tutto il pianeta. Tuttavia, per fare questo è necessario sviluppare un programma che consenta di produrre l’energia in maniera diversa. Non è assolutamente vero che il solare sia un utopia: anzi, è necessario ristrutturare la società e quindi anche la produzione di dispositivi tali da sfruttarla al massimo”.

Perché la Corea del Nord è stata così sottovalutata in questi anni? Di chi è la colpa? Degli Stati Uniti, che hanno dato la loro priorità alla questione irachena? Oppure si tratta di un errore commesso anche dall’Onu?
“E’una domanda a cui voi già fornite risposte esatte. Infatti, la comunità internazionale è stata disattenta e gli Stati Uniti hanno usato ‘due pesi e due misure’. Ciò naturalmente non significa che si dovesse andare a ‘bombardare’ la Corea dei nord, ma che andrebbe paragonato chi la distruzione di massa l’ha veramente perseguita e chi non l’ha fatta proprio, come ad esempio l’Itak, in cui sono morti oltre centocinquantamila civili. Francamente, di fronte a ciò la coscienza si ribella…”.

Un’ultima domanda: abbiamo letto, da qualche parte, che la Spagna starebbe cercando di far derivare sostanze combustibili dai ‘cardi’, un legume di cui la penisola iberica è particolarmente ricca: è una buona idea, secondo lei?
“Le modalità di produzione dell’energia sono tante. Ad esempio, vi è anche un gruppo di ricercatori dell’università di Tor Vergata, a Roma, la quale ha avviato una sperimentazione che ormai ha già passato la fase sperimentale e che sta passando a quella applicativa, la quale prevede la realizzazione di una nuova generazione di prodotti derivanti da una poltiglia acida di tipo organico. Tale procedura si basa sul principio della fotosintesi clorofilliana dei prodotti vegetali. Come potete ben comprendere, se la ricerca tecnologica viene finanziata e supportata dalle istituzioni, come noi Verdi sosteniamo da tempo, essa può fare grandi cose. Il punto dolente è quel genere di ricerca che viene finanziata dalle istituzioni per attività che, in realtà, la portano ben lontano dall’interesse pubblico più generale del pianeta”.
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