"In caso di morte del dottor Henry Jekyll, tutti i suoi beni dovranno divenire di proprietà del suo amico e benefattore, il signor Edward Hyde. Ma anche in caso di scomparsa o inspiegabile assenza del dottor Jekyll...". The Strange Case of Dr. Jekyll and of Mr. Hyde è un romanzo breve dello scrittore scozzese
Robert Louis Stevenson (1850-1894), pubblicato nel
1886. L'opera, incentrata sul tema dello sdoppiamento della personalità, di un essere alla ricerca della propria identità, ancora oggi affascina lettori e platee, sia teatrali, sia cinematografiche e televisive. È di questi giorni l'allestimento teatrale che il regista e attore,
Gennaro Duccilli, ideatore della
Compagnia del Teatro della Luce e dell'Ombra, ci propone qui a
Roma, al rinnovato
Teatro Flaiano, in
via Santo Stefano del Cacco n. 15, proprio di fronte il portone che tante volte accolse
Anna Magnani nel
Palazzo Altieri. Raramente si ha la fortuna di assistere a uno spettacolo teatrale dove le emozioni le si avverte
'a pelle' e, confacenti alle sperimentazioni del
dottor Jekyll, le motivazioni della ricerca scientifica e medica risultano leve chiarificatrici di comportamenti e di scelte problematiche politico-amministrative attuali, dove l'uso delle
staminali risulta ancora essere una leva di discussione. E non ci si addormenta a teatro: anche se il testo originale, per esigenze di rappresentazione, risulta, nella versione attuale, elaborato, aggiornato e riadattato alla criticità odierna, si può affermare che rimane integro nell'insieme, con l'inevitabile sottolineatura riferita alla ricerca delle identità perdute.
Ma nella società attuale, chi è il dottor Henry Jekyll e chi il signor Edward Hyde? "In ognuno di noi", spiega
Gennaro Duccilli, "esiste un dottor Jekyll e un mister Hyde. Questa considerazione può sembrare scontata, ma credo che mai come in questa epoca, in cui l'immagine sembra prendere il sopravvento sulle reali necessità delle persone, sulle dinamiche sociali e sulle decisioni personali, mai come oggi la tematica dello 'sdoppiamento' sia così rappresentativa del disagio di un'intera generazione, che cerca di venire a patti con il frantumarsi del proprio 'Io'. Ovvero", prosegue l'artista,
"la frantumazione tra autenticità e immagine sociale. Mi sento di dire che il teatro, oggi, è una delle armi più potenti per il conseguimento di un'interazione sociale e intima, che liberi l'essere umano dai 'blocchi di marmo' di una continua comunicazione sterile di un sé costruito. Blocchi che lo costringono a guardare continuamente la propria immagine, dimenticando", conclude
Duccilli, "che siamo, innanzitutto, corpo, respiro, anima e pulsioni. In un certo senso, solo Hyde ci può salvare". Questa è una risposta priva di speranza, dove l'uomo comune, rappresentato dal
dottor Jekyll, viene sopraffatto dalla spietatezza di
mister Hyde. Ma è proprio a questo che ambisce il cittadino? Nel romanzo di
Robert Louis Stevenson, infatti,
Jekyll è l'uomo rispettabile, educato, che rispetta i codici impartiti dalla società;
mister Hyde, al contrario, mette gli istinti bestiali, sgradevoli e sadici, a suo proprio uso e consumo, rischiando addirittura di essere scoperto. Riteniamo che
Stevenson non abbia voluto scrivere semplicemente la banale favoletta che contrappone il male al bene, ma che viceversa abbia voluto evidenziare i disagi dell'epoca
'vittoriana', con gli
spazzacamini e i
ricchi in carrozza, i domestici e la servitù che si prostituiva per sopravvivere. E' evidente, quindi, il parallelismo con alcune situazioni di accumuli monetari
'nascosti', che riguardano certe frange politiche e che appartengono anche alla nostra epoca. Personaggi che, in fin dei conti, li eleggiamo proprio noi, che siamo i rispettabilissimi
Jekyll di questa nostra società superficiale, malata, priva di ideali e di valori morali. Come dicono gli inglesi, se il '
leone sbranatore' è rappresentato da
Mr. Hyde, la
'pantera' è senza ombra di dubbio, il
dottor Jekyll. Dunque,
Gennaro Duccilli, con la messa in scena e l'interpretazione di
'Dr. Jekyll & Mr. Hyde', riparte da
Stevenson per continuare a dare il meglio del suo repertorio. E il caloroso pubblico del
Flaiano che ha voluto premiare la sua maestria artistica quale interprete multiforme e regista dell'opera, affiancato da chi apre il ventaglio variegato dell'interpretazione teatrale: l'eclettica
Eleonora Cardei, anche nel ruolo di
Eva Brown, da non confondersi con la
Eva Braun di
'hitleriana memoria', riuscendo a restituire il dolce recitare delle attrici di classe come eco delle indimenticabili artiste italiane della
Compagnia dei Giovani; Eleonora Mancini, che qui interpreta
Lulù, ricordando la
Lulù del film di
Bigas Luna; Ariele La Stella, è la donna dalla collana di perle;
Paolo Ricchi, nella sua consolidata professionalità, si offre con parsimonia nel ruolo dell'avvocato
Gabriel John Utterson; Maurizio Castè è
l'ispettore Finch; Paola Surace è
Miss Bowman; Giordano Luci interpreta magistralmente il
Bobby di quartiere, confacente all'epoca vittoriana e riproposta in scena dal geniale scenografo;
Lucrezia Sist è la giovanissima
Flower Girl; Wladimiro Sist è il folle. Del gruppo dei
15 attori in scena, molti provengono dal laboratorio teatrale gestito dallo stesso
Duccilli, che suggerisce alle giovani leve attoriali note di alta scuola. La scenografia si articola su tre piani, ideata e realizzata da
Sergio Gotti e ispirata all'iconografia londinese di fine '800.
Il cast tecnico è composto dall'aiuto regia,
Eleonora Cardei; Ines Delle Vedove per gli impeccabili costumi, coadiuvata dalla sarta di scena,
Luana Borro; luci di
Antonio Accardo, mentre l'audio, sempre puntuale, è a cura di
Giulio Duccilli; comunicazione e marketing di
Antonio Maria Duccilli; organizzazione:
Teresa Barberio. È anche vero che nella gestione governativa ci sono i corsi e i ricorsi storici e che, purtroppo, non c'è nulla da fare, se non si ricorda la storia passata. Ma parafrasando una dichiarazione dell'immemorabile
Albert Camus, possiamo affermare che:
"Non manca la vera politica, sono gli uomini politici che mancano di formazione e di sensibilità verso le esigenze del popolo", mentre
Robert Louis Stevenson avverte che
"soltanto i bambini hanno l'uso della ragione". Nello spettacolo si alternano anche battute dal
Riccardo III in dialogo con
Lady Anne; Hyde/Riccardo: "L'inverno del nostro scontento si è ora mutato in luminosa estate grazie a questo bel sole di York; e tutte le nubi che incombevano minacciose sulla nostra casa sono ora sepolte nel profondo seno dell'oceano...". Eva/Lady Anna: "Deponete, oh, deponete il vostro onorevole fardello... ché io pianga, come vuole il rito, il corpo del nostro Re...".PERSONAGGI & INTERPRETI in ordine di apparizione:Reverendo Jones: Massimo Albanesi
Uomo: Salvatore Crucitti
Moglie: Ariela La Stella
Il poliziotto: Giordano Luci
Dr. Jekyll & Mr. Hyde: Gennaro Duccilli
Poole il domestico: Giovanni Sorrentino
Lanyon: Wladimiro Sist
Thompson: Giordano Luci
Eva Brown: Eleonora Cardei
Lulù: Eleonora Mancini
Donna collana di perle: Ariela La Stella
Un povero: Massimo Albanese
Vecchia ruffiana: Paola Surace
Enfield: Maurizio Castè
Utterson l'avvocato: Paolo Ricchi
Bambina flower girl: Lucrezia Sist
Emily: Eleonora Mancini
Anne: Ariela La Stella
Prima puttana: Eleonora Mancini
Seconda puttana: Ariela La Stella
Ispettore Finch: Maurizio Castè
Miss Bowman: Paola Surace
1° strillone: Antonio Maria Duccilli
2° strillone: Matteo Santinelli
Poliziotto: Giordano Luci
Spettacolo invidiato dai Teatri Stabili!