Vittorio Lussana

Mai nessuna parola, mai nessun pensiero potrà bastare per dirti grazie. Grazie per tutto quel che fai ogni giorno, per tutto quello che rappresenti, per il grande Paese che sei. Tu sei più di una nazione, molto più di un popolo: tu rappresenti una speranza universale, la fiducia incrollabile che possa esistere un mondo migliore. Quel che hai fatto nella Storia rappresenta un qualcosa di indelebile: hai liberato interi continenti dai totalitarismi, hai fornito una via di uscita dalla follia a molti popoli, sei intervenuta in guerre in cui il mondo sembrava irrimediabilmente destinato ad autodistruggersi. Sì, è vero: io cercavo una risposta. E la stavo attendendo proprio da te. Ma tu, per l’ennesima volta, hai saputo donarla al mondo intero con grandissima generosità, con immenso coraggio. Vedere un uomo di colore alla carica di presidente degli Stati Uniti vuol dire tantissimo, molto più di quanto non sembri o di quanto non possa strumentalmente apparire a qualche interesse ideologico puramente di ‘cortile’. Quanto accaduto martedì notte significa che l’umanità vuole mantenersi ostinatamente sulla strada della ragionevolezza, dell’amore, dalla parte migliore, quella più libera e giusta. Tu sei un popolo che ha sempre dimostrato grande coraggio, che ha saputo accogliere tutto e tutti dal nostro vecchio continente: il bene e il male, il meglio e il peggio. Tu hai permesso che milioni di italiani disperati, affamati e analfabeti potessero ricostruirsi una vita, mentre questa nostra vecchia Europa appariva ormai china sotto il peso dei suoi millenni, perduta in apocalittici conflitti che sembravano volgere senza freno alcuno verso il suo scontro più definitivo, più totale. Tu non sei un Paese come un altro: il tuo popolo, così composito, così multiforme, così eterogeneo, ha il pregio di ricordare sempre il dolore e le ingiustizie patite dai suoi figli, anche da quelli con la pelle di un colore diverso. E’ una lezione vera quella che hai saputo offrirci, un insegnamento di altissimo valore culturale e morale di cui possiamo solo ringraziarti, dopo il quale non possiamo far altro che confermarti la nostra stima, la nostra amicizia, la nostra ammirazione. Io stesso ti ho sempre amata e odiata, ammirata e invidiata, adorata e contestata, dovendo però ammettere sempre, in fondo al cuore, che tu eri come quelle donne bellissime e impossibili che non dimenticano mai di possedere una propria personalità, una loro identità originale ed autentica. Sono questi tuoi valori che ti hanno reso una grande nazione e che, tante volte, hanno contribuito in maniera decisiva a migliorare, almeno un po’, questo pazzo mondo. Quel che il tuo popolo è stato capace di fare lo scorso 4 novembre rappresenta una delle tue pagine migliori, una delle tue scelte più belle ed encomiabili. Anche tu hai commesso degli errori, in passato: il Vietnam o l’Irak, ad esempio, o gli assassini di Abram Lincoln, di Martin Luther King e degli stessi fratelli Kennedy, i quali, pur tra notevoli contraddizioni, avevano cercato di indicarci la via verso una nuova frontiera: quella della pace e dell’amicizia tra tutti i popoli della Terra, affinché nulla potesse più dividerci. La tua presenza è continua nella nostra vita e si esprime attraverso l’immenso lavoro della tua gente meravigliosa, delle tue strabilianti città, della cultura che continui a diffondere dal tuo sempre ‘brillante’ punto di vista. Perché, al fondo, tu sei un popolo semplice e sincero, sia nei pregi, sia nei difetti. Una semplicità composta di valori e di idee, oltreché da un solidissimo senso pratico. Spesso mi torna alla mente il giorno in cui, per la prima volta, mi sono recato presso la tua Ambasciata nel mio Paese, qui a Roma. E ricorderò sempre come, prima di entrare in quel monumentale stabile, dovessi essere perquisito. Ebbene, quella procedura non venne eseguita, poiché dopo essermi stato chiesto se fossi armato e dopo aver dichiarato di essere contrario a tutte le armi, anche a scopo di difesa personale, fui immediatamente accolto con grandissima simpatia. Sono stato creduto subito, perché il tuo popolo sa riconoscere con un semplice sguardo le persone di cui può fidarsi, percepisce per istinto quegli uomini che possiedono veramente dei valori profondi. Perché soprattutto in questo tu rappresenti il popolo più ricco del mondo. Sono tante le cose che non ho condiviso del tuo cammino. L’allontanamento dal tuo territorio del grandissimo Charlie Chaplin è una di queste. Ma anche negli errori, hai saputo dimostrare il coraggio di tornare indietro, di rivedere le tue scelte. Talvolta, come appunto nel caso di Chaplin, un po’ tardivamente. Ma lo hai sempre fatto, perché anche in questo sai rammentare a te stessa di dover dimostrare al mondo da quale parte tu voglia veramente stare: quella dei valori, dei principi, del rispetto materiale e spirituale verso ogni singolo individuo e la sua libertà. Ciò rappresenta la tua vera ‘purezza’. Ed è per questo che continuo ad amarti lottando persino contro me stesso, quasi dilaniandomi interiormente: le tue contraddizioni le vivo più profondamente in quanto quelle di un grandissimo Paese, che ha accolto milioni di miei concittadini insieme ad altre centinaia di migliaia di uomini provenienti dalle nazioni più sfortunate della Terra. Perché è in atto un’altra guerra nell’universo, un conflitto che si svolge al di sopra di tutti quanti noi e che ci rende strumenti involontari ora del bene, ora del male. Ripensando alla tua presenza nella Storia, alla tua incrollabile amicizia, all’amore che porti nei confronti dell’umanità, ostinatamente continua a resistere in me l’ideale di un mondo finalmente in grado di essere padrone del suo destino, che si renda conto di dover soccorrere quella parte del pianeta che ancora oggi si ritrova vittima del delirio, dei cataclismi, di tutto il male che discende proprio da quella guerra. Perché tu sei uno di quei popoli consapevoli da cosa e da chi discende tutto l’orrore, tutto questo dolore: dal Male, quello con la ‘M’ maiuscola. E’ questa consapevolezza che ti rende una grande protagonista sul ‘quadrante’ della Storia, che afferma di fronte a Dio di essere dalla parte giusta, che ripudia con coraggio e con orgoglio la malvagità. Perché gli Stati Uniti d’America non sono disposti a farsi ingannare, perché i suoi figli sono semplici e puri, perché il popolo americano mantiene la memoria di ciò che i suoi progenitori hanno sofferto e, proprio per questo, sanno qual è la direzione giusta per liberare tutti gli uomini. Questa è la tua enormità, questa è la tua grandezza, questo è ciò che ti rende un gigante di fronte agli occhi dell’intero universo. Ed è tutto questo che ti trasforma nel più grande ostacolo per i veri nemici della vita, della fratellanza e dell’amore tra i popoli. Grazie America, grazie infinite con tutto il cuore per queste tue dimostrazioni di coraggio, per i valori che riesci ad esprimere, per tutti i tuoi ideali e sentimenti migliori. Io non so se basterà dimostrarti questa mia critica lealtà, queste mie osservazioni in fondo un po’ supponenti, ma sincere. Tuttavia, oggi sento, dentro di me, che nel mondo tu ci sei, che esisti e che sei tutta, tutta quanta, dalla parte giusta: quella che rende questo nostro ‘passaggio terreno’ un cammino un po’ meno doloroso, un po’ meno faticoso, un po’ più ricco di speranza.




(articolo tratto dal sito web di informazione e cultura www.diario21.net)
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ettore - milano - Mail - venerdi 14 novembre 2008 12.56
mi consenta dottor lussana , ma non le pare di aver esagerato un pochino nella sua descrizione degli stati uniti d'america? suvvia, siamo in tanti a gioire per l'elezione di un uomo di colore ma, un pò di contegno, non so quanti anni lei abbia ma credo lei sappia che esiste ancora la pena di morte in quel paese. sicuramente non l'avranno perquisita all'ambasciata americana in italia ma ferebbero bene a controllare gli studenti che a scuola ci vanno per fare il tiro al piccione contro i loro insegnanti e coetanei.le pare dottor lussana? ossequi. ettore
Vittorio Lussana - Roma - Mail - giovedi 13 novembre 2008 16.17
RISPOSTA A GIANNI TOFFALI: innanzitutto, io non la conosco, con lei non ho mai mangiato assieme, dunque non capisco per quale motivo si sia permesso di darmi del tu. In secondo luogo, lei è libero di pensarla come crede, ma non di affibbiarmi 'patenti' ideologiche: sono un giornalista indipendente, dunque non milito da nessuna parte. Sono soprattutto coloro che la pensano come lei che hanno bisogno di dividere il mondo in categorie ferree e precise, i buoni da una parte, i cattivi dall'altra, a seconda dei punti vista. E' la gente come lei che sta rovinando la politica di questo Paese, perché la vive come un derby ideologico, come se si trattasse di una competizione sportiva, espimendo giudizi ignoranti e colpevolistici nei confronti di chi la pensa diversamente. Se qualcuno le ha insegnato che la politica è questo, sappia che le ha fornito un informazione incompleta e fuorviante.
VITTORIO LUSSANA
Gianni Toffali - Verona - Mail - giovedi 13 novembre 2008 15.56
ho letto il tuo patetico articolo sul macellaio obama! mi hai fatto scompisciare dalle risate. ma che hai scambiato il macellaio obama per Gesù Cristo? il macellaio obama, qualora non lo sapessi, ha promesso alle sue elettrici abortiste, che la prima cosa che avrebbe fatto una volta eletto presidente, sarebbe stato estendere il "diritto" di aborto fino a 9 mesi!! solo un boia assassino che si è venduto l'anima al diavolo può arrivare a tanto. Spero che il maiale macellaio obama faccia la fine di certi suoi predecessori abortisti e democratici. Quanto a te, spero graviti nel centrosinistra, perchè qualora militassi a destra...ti inviterei a passare dall'altra parte, dove sguazzano abortisti, divorzisti, cullattoni, froci e checche.
ps. solo Gesù Cristo salverà il mondo, tutti gli altri finiranno nel pattume della storia!
Patrizia - Roma - Mail - giovedi 13 novembre 2008 15.51
Caro Vittorio,hai scritto un bellissimo articolo, BELLISSIMO!!!!!!! stupendo. Sono tornata ieri a Roma, ora spero di stare un pò tranquilla... Mi auguro di vederti presto. Un bacio Patrizia
Vittorio Lussana - Roma - Mail - mercoledi 12 novembre 2008 18.38
La cinematografia media hollywodiana è un conto, una nazione intera, così grande e così importante, che si libera di ogni pregiudizio e si vota il suo primo presidente di colore è un altro. Comunque, oltre a ringraziarti di aver lasciato questo tuo commento, Andrea carissimo, ammetto che nel corso degli anni una tua influenza sulla via di un mio ravvedimento c'è stata. Tramite Martin Scorsese, però...
Un saluto.
VITTORIO LUSSANA
Andrea - Roma - Mail - mercoledi 12 novembre 2008 18.32
Caro Vittorio, un grandissimo articolo. Tu conosci bene il mio entusiasmo verso gli States e il mio amore per il cinema americano. E per anni ci siamo scontrati su questo, perché quando eri più giovane, anzi quando lo eravamo tutti e due, non amavi così tanto gli Stati Uniti e criticavi spesso quella che tu chiamavi "ciematografia media hollywoodiana". Perciò, oggi sono molto contento di aver letto questo tuo articolo, che forse deriva anche da un qualcosa che ho saputo trasmetterti. Ciao.
AG
Giorgia - Milano - Mail - mercoledi 12 novembre 2008 18.28
Forse un po' troppo entisiastico, ma bello. Scritto a caldo, direi.
G
giuseppe - roma - Mail - mercoledi 12 novembre 2008 16.9
Grande speranza, certo, ma l'esperienza ci consiglierebbe di vedere i fatti. Non dimentichiamo che l'America di oggi è ancora l'America di Abu Ghraib, l'America ove per un semplice sospetto si può marcire per anni in carcere senza processo, l'America della pena di morte, l' America imperialista della guerra preventiva.
Rossella - Roma - Mail - martedi 11 novembre 2008 19.41
Questo articolo è da applauso. Grazie a te, Lussana!!!
Rossella


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