Mai nessuna parola, mai nessun pensiero potrà bastare per dirti grazie. Grazie per tutto quel che fai ogni giorno, per tutto quello che rappresenti, per il grande Paese che sei. Tu sei più di una nazione, molto più di un popolo: tu rappresenti una speranza universale, la fiducia incrollabile che possa esistere un mondo migliore. Quel che hai fatto nella Storia rappresenta un qualcosa di indelebile: hai liberato interi continenti dai totalitarismi, hai fornito una via di uscita dalla follia a molti popoli, sei intervenuta in guerre in cui il mondo sembrava irrimediabilmente destinato ad autodistruggersi. Sì, è vero: io cercavo una risposta. E la stavo attendendo proprio da te. Ma tu, per l’ennesima volta, hai saputo donarla al mondo intero con grandissima generosità, con immenso coraggio. Vedere un uomo di colore alla carica di presidente degli Stati Uniti vuol dire tantissimo, molto più di quanto non sembri o di quanto non possa strumentalmente apparire a qualche interesse ideologico puramente di ‘cortile’. Quanto accaduto martedì notte significa che l’umanità vuole mantenersi ostinatamente sulla strada della ragionevolezza, dell’amore, dalla parte migliore, quella più libera e giusta. Tu sei un popolo che ha sempre dimostrato grande coraggio, che ha saputo accogliere tutto e tutti dal nostro vecchio continente: il bene e il male, il meglio e il peggio. Tu hai permesso che milioni di italiani disperati, affamati e analfabeti potessero ricostruirsi una vita, mentre questa nostra vecchia Europa appariva ormai china sotto il peso dei suoi millenni, perduta in apocalittici conflitti che sembravano volgere senza freno alcuno verso il suo scontro più definitivo, più totale. Tu non sei un Paese come un altro: il tuo popolo, così composito, così multiforme, così eterogeneo, ha il pregio di ricordare sempre il dolore e le ingiustizie patite dai suoi figli, anche da quelli con la pelle di un colore diverso. E’ una lezione vera quella che hai saputo offrirci, un insegnamento di altissimo valore culturale e morale di cui possiamo solo ringraziarti, dopo il quale non possiamo far altro che confermarti la nostra stima, la nostra amicizia, la nostra ammirazione. Io stesso ti ho sempre amata e odiata, ammirata e invidiata, adorata e contestata, dovendo però ammettere sempre, in fondo al cuore, che tu eri come quelle donne bellissime e impossibili che non dimenticano mai di possedere una propria personalità, una loro identità originale ed autentica. Sono questi tuoi valori che ti hanno reso una grande nazione e che, tante volte, hanno contribuito in maniera decisiva a migliorare, almeno un po’, questo pazzo mondo. Quel che il tuo popolo è stato capace di fare lo scorso 4 novembre rappresenta una delle tue pagine migliori, una delle tue scelte più belle ed encomiabili. Anche tu hai commesso degli errori, in passato: il Vietnam o l’Irak, ad esempio, o gli assassini di Abram Lincoln, di Martin Luther King e degli stessi fratelli Kennedy, i quali, pur tra notevoli contraddizioni, avevano cercato di indicarci la via verso una nuova frontiera: quella della pace e dell’amicizia tra tutti i popoli della Terra, affinché nulla potesse più dividerci. La tua presenza è continua nella nostra vita e si esprime attraverso l’immenso lavoro della tua gente meravigliosa, delle tue strabilianti città, della cultura che continui a diffondere dal tuo sempre ‘brillante’ punto di vista. Perché, al fondo, tu sei un popolo semplice e sincero, sia nei pregi, sia nei difetti. Una semplicità composta di valori e di idee, oltreché da un solidissimo senso pratico. Spesso mi torna alla mente il giorno in cui, per la prima volta, mi sono recato presso la tua Ambasciata nel mio Paese, qui a Roma. E ricorderò sempre come, prima di entrare in quel monumentale stabile, dovessi essere perquisito. Ebbene, quella procedura non venne eseguita, poiché dopo essermi stato chiesto se fossi armato e dopo aver dichiarato di essere contrario a tutte le armi, anche a scopo di difesa personale, fui immediatamente accolto con grandissima simpatia. Sono stato creduto subito, perché il tuo popolo sa riconoscere con un semplice sguardo le persone di cui può fidarsi, percepisce per istinto quegli uomini che possiedono veramente dei valori profondi. Perché soprattutto in questo tu rappresenti il popolo più ricco del mondo. Sono tante le cose che non ho condiviso del tuo cammino. L’allontanamento dal tuo territorio del grandissimo Charlie Chaplin è una di queste. Ma anche negli errori, hai saputo dimostrare il coraggio di tornare indietro, di rivedere le tue scelte. Talvolta, come appunto nel caso di Chaplin, un po’ tardivamente. Ma lo hai sempre fatto, perché anche in questo sai rammentare a te stessa di dover dimostrare al mondo da quale parte tu voglia veramente stare: quella dei valori, dei principi, del rispetto materiale e spirituale verso ogni singolo individuo e la sua libertà. Ciò rappresenta la tua vera ‘purezza’. Ed è per questo che continuo ad amarti lottando persino contro me stesso, quasi dilaniandomi interiormente: le tue contraddizioni le vivo più profondamente in quanto quelle di un grandissimo Paese, che ha accolto milioni di miei concittadini insieme ad altre centinaia di migliaia di uomini provenienti dalle nazioni più sfortunate della Terra. Perché è in atto un’altra guerra nell’universo, un conflitto che si svolge al di sopra di tutti quanti noi e che ci rende strumenti involontari ora del bene, ora del male. Ripensando alla tua presenza nella Storia, alla tua incrollabile amicizia, all’amore che porti nei confronti dell’umanità, ostinatamente continua a resistere in me l’ideale di un mondo finalmente in grado di essere padrone del suo destino, che si renda conto di dover soccorrere quella parte del pianeta che ancora oggi si ritrova vittima del delirio, dei cataclismi, di tutto il male che discende proprio da quella guerra. Perché tu sei uno di quei popoli consapevoli da cosa e da chi discende tutto l’orrore, tutto questo dolore: dal Male, quello con la ‘M’ maiuscola. E’ questa consapevolezza che ti rende una grande protagonista sul ‘quadrante’ della Storia, che afferma di fronte a Dio di essere dalla parte giusta, che ripudia con coraggio e con orgoglio la malvagità. Perché gli Stati Uniti d’America non sono disposti a farsi ingannare, perché i suoi figli sono semplici e puri, perché il popolo americano mantiene la memoria di ciò che i suoi progenitori hanno sofferto e, proprio per questo, sanno qual è la direzione giusta per liberare tutti gli uomini. Questa è la tua enormità, questa è la tua grandezza, questo è ciò che ti rende un gigante di fronte agli occhi dell’intero universo. Ed è tutto questo che ti trasforma nel più grande ostacolo per i veri nemici della vita, della fratellanza e dell’amore tra i popoli. Grazie America, grazie infinite con tutto il cuore per queste tue dimostrazioni di coraggio, per i valori che riesci ad esprimere, per tutti i tuoi ideali e sentimenti migliori. Io non so se basterà dimostrarti questa mia critica lealtà, queste mie osservazioni in fondo un po’ supponenti, ma sincere. Tuttavia, oggi sento, dentro di me, che nel mondo tu ci sei, che esisti e che sei tutta, tutta quanta, dalla parte giusta: quella che rende questo nostro ‘passaggio terreno’ un cammino un po’ meno doloroso, un po’ meno faticoso, un po’ più ricco di speranza.