"Lo stadio si, lo stadio no: che dice la Raggi"? Così potrebbero cantare ironicamente molti tifosi
romanisti sulle note della canzone
'La terra dei cachi' di
Elio e le storie tese. Potrebbero, ma purtroppo ne uscirebbe un canto straziante, al pari di quelle lunghe
'cantilene' che venivano intonate dai
neri afro-americani nei campi di
cotone ormai quasi due secoli fa. Potremmo dilungarci in similitudini, ma vogliamo andare al sodo di una questione che sta infiammando l'intero
Movimento 5 stelle: la costruzione dello
nuovo stadio della Roma nel quartiere
Ostiense-Torrino, all'altezza della conosciuta
Tor di Valle. A dir la verità, non è alquanto chiara la situazione, ma soprattutto la posizione, della sindaca di Roma,
Virginia Raggi, la quale è costretta a far fronte a numerose problematiche che stanno facendo adirare gran parte della sua forza politica, a cominciare dai continui
'fuggi fuggi' tra le
'teste' della sua
Giunta. In
8 mesi di
'sindacato' sulla capitale, sono ancora molto pochi gli
obiettivi raggiunti del suo programma elettorale. E ora, ci si è letteralmente
'impantanati' sulla questione dello
stadio. Non è poi così lontano l'anno
2014, quando l'attuale sindaca, allora
consigliera comunale dell'assemblea capitolina sotto la
Giunta Marino, denunciava con un post su
Facebook che
"lo stadio della Roma (quando se lo compra) è un regalo al costruttore. Il calcio è solo una scusa". Il futuro sindaco, già nel dicembre
2013 così
'cinguettava', in alcuni
tweet: "Parliamo tanto di delibera sullo stadio, ma se si chiama 'business park', ci sarà un motivo? [..] Quartiere #parnasi, #stadioPallotta, #stadiodellaRoma (quando se lo compra): 900 mila mq di cemento di cui solo il 14% per lo stadio, quindi un quartiere con un impianto sportivo al centro. Lo stadio è la 'foglia di fico' per dare un po' di cemento al caro Parnasi". Una posizione decisamente chiara, quella della futura
sindaca 'pentastellata'. La quale,
2 anni dopo, si ritrova a fare i conti con un
movimento 'traballante', assicurazioni
'inventate', assessori che
scappano, persone fidate che tradiscono e uno stadio che forse si fa, forse non si fa. Bisogna tener presente che
Tor di Valle, luogo nel quale si vorrebbe far sorgere il tanto agognato stadio, è un'area abbandonata a se stessa, in mano ad
abusivi che vi hanno costruito un'intera
'baraccopoli'. Il progetto era ostacolato dall'ormai ex assessore all'Urbanistica,
Paolo Berdini. Eliminato
Berdini, dovrebbe esser sparito il problema e l'intralcio. E invece no, perché la deputata M5S,
Roberta Lombardi, accusa l'assemblea e la stessa
Raggi di
mancata coerenza, definendo il progetto una mera
"speculazione immobiliare, che una società statunitense vuole portare avanti a ogni costo". Immediata la risposta di
Beppe Grillo dal suo blog:
"Sullo stadio della Roma decidono la Giunta e i consiglieri. I parlamentari pensino al loro lavoro". Puntuale è arrivata anche la replica del
Partito democratico, con il deputato
Emiliano Minnucci: "Basta con le polemiche e con questa diatriba, dialettica e mediatica, che sta caratterizzando in maniera stucchevole la questione legata allo Stadio della Roma. La discussione, ormai è chiaro", ha dichiarato il parlamentare romano,
"non è tra chi vuole speculare e chi non vuole consentirlo, piuttosto tra chi nel Movimento 5 Stelle non vuole proseguire un percorso avviato dalla vecchia Giunta capitolina e chi, come la Raggi, non vuole scontrarsi contro il muro a tinte 'giallorosse', con il grande rischio di perdere definitivamente la faccia. Potenziamento del trasporto pubblico su ferro, adeguamento di via Ostiense e di via del Mare, nuovo collegamento con l'autostrada Roma-Fiumicino, più 10 milioni di euro, a carico del privato, per mettere in sicurezza l'area: le condizioni legate alla realizzazione delle opere di pubblico interesse ci sono tutte e rappresentano il caposaldo della delibera approvata dalla Giunta Marino che, diciamolo una volta per tutte, ha lanciato un'operazione seria, a sostegno dello sviluppo della città e che, data l'importanza degli interventi previsti, i quali esulano dalla realizzazione dello stadio, dev'essere portata avanti con attenzione, ma anche con lungimiranza. La Raggi non può continuare a far il 'pesce in barile' cercando di prendere altro tempo, con la speranza", ha concluso
Minnucci, "che il 'genio della lampada' le suggerisca la strada da prendere per uscire da questo tunnel". Una vera e propria
'gatta da pelare' per la
sindaca Raggi, la quale si prepara ad affrontare un'altra, ennesima,
settimana difficile, aspettando l'incontro di lunedì 20 con
Beppe Grillo per fare il punto della situazione sul progetto
Tor di Valle. Attendiamo fiduciosi.
Ma non troppo.