Luca BagatinEmanuela Battigelli è una bravissima arpista nata a Gemona del Friuli che si è diplomata con il massimo dei voti presso il Conservatorio “Tomadini” di Udine e la Tel Aviv University e che ha spesso collaborato, tra l’altro, con l’Orchestra nazionale della Rai Tv. Proprio in questi giorni, Emanuela sta presentando il suo nuovo cd - A fairy's love song - che comprende musiche tradizionali irlandesi e antiche melodie medievali italiane e francesi.

Emanuela Battigelli, come è nata la sua passione per la musica e, in particolare, per l’arpa?
“La mia passione per la musica è nata sin dalla primissima infanzia: i miei genitori mi hanno sempre proposto l’ascolto di molte melodie e, in occasione di un concerto a Roma, in cui l’Orchestra di Santa Cecilia suonava i Quadri di un’esposizione di Musorgskij, sono stata letteralmente bombardata di emozioni che mi hanno sopraffatta, lasciandomi incollata alla poltrona e in lacrime. L’arpa mi è sempre piaciuta per il suo suono etereo e avvolgente allo stesso tempo, lontano e vicino, anche se preferisco dire che amo la musica in generale”.

Musicalmente parlando, qual è il periodo storico che più la affascina?
“Sicuramente, è molto interessante per il mondo occidentale in generale il periodo che va dalla fine dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento. In campo musicale, Igor Stravinksy e Arnold Schoenberg, probabilmente, perché senza nemmeno essere a conoscenza l’uno del lavoro dell’altro hanno rivoluzionato il mondo della musica. La Sagra della Primavera ha aperto le porte del futuro. Questo balletto, poi portato a Parigi, ha dato vita anche in Francia e anche nel campo delle arti figurative a un grande fervore artistico e culturale. Nello stesso periodo, Einstein formulava la teoria della relatività, proprio mentre Schoemberg eliminava le ‘gerarchie’ della tonalità, affermando che ogni tono all’interno della scala musicale ha lo stesso valore. In generale, mi interessa tutto quello che sconvolge, che va al di fuori del tempo e dallo spazio in cui è stato scritto, che mette in movimento l’umanità e la vita stessa: autori come Bach, Beethoven, Wagner hanno cambiato il corso della storia della musica”.

Di musica, oggi, in periodi di crisi, si riesce a vivere?
“Io, per fortuna, lo posso fare, ma temo che non sia così per tutti…”.

Lei si è diplomata a Tel Aviv e frequenta spesso Israele: cosa la lega così tanto a quella terra?
“Purtroppo è da anni che non vado in Israele, anche se mi manca molto, troppo forse: probabilmente, è proprio per questo motivo che non sono più riuscita a tornarci. In Israele ho ricevuto tanto: è lì che sono diventata una arpista professionista ed è stato lì che mi sono state date tante possibilità per imparare e migliorarmi. Inoltre, nel mondo dell’arpa, Israele è una terra importantissima: il Re Davide suonava questo strumento, che compare diverse volte anche nella Bibbia. E lì è nato, cinquanta anni fa, il primo concorso internazionale d’arpa. Questo ha contribuito a riportare l’arpa nelle sale da concerto come strumento solista e ha spinto molti compositori del Novecento, israeliani e non, a scrivere per arpa. Infine, stimo e ammiro il popolo ebraico con le sue complessità, genialità e contraddizioni, per la convinzione antidogmatica che ogni cosa possa essere messa in discussione e che le domande siano molto più interessanti delle risposte”.

Lei ha un bellissimo sito web sulla tua attività: www.battigelli.altervista.org. Lo cura da sola? Che ne pensa della comunicazione su internet?
“Grazie per il complimento. Per quanto riguarda le attività più semplici, sì, lo gestisco da sola. In generale, comunque, con l’aiuto fondamentale di mio marito e di un’altra persona molto fidata. Tutto quello che mi riguarda è creato da me e voglio che abbia la mia impronta: altrimenti, mi sarebbe estraneo. Inoltre, sin dall’inizio ho inventato e creato delle situazioni ed è soprattutto grazie a questo che oggi le cose sono così come sono. Trovo che la comunicazione via web sia un mezzo efficace, ma talvolta ho la sensazione che, per molti, diventi quasi una sostituzione della vita reale, quando invece un concerto dal vivo non sarà mai paragonabile ad un video su Youtube. Quindi, come per ogni cosa d’altronde, secondo me andrebbe utilizzata in modo consapevole: può dare un assaggio, un’idea, ma l’anima delle cose non si trova lì”.

Arpa e musica a parte, quali altri sogni ha Emanuela Battigelli?
“Vorrei continuare a migliorarmi: ci sono talmente tante cose interessanti in questo mondo. E imparare sempre più ad evitare sprechi di tempo ed energie. In ogni caso, tutto quello che si impara, che sia una ricetta di cucina o una esperienza umana, poi va a finire nel ‘minestrone’ della musica e della vita. Mi auguro che questo minestrone diventi sempre più buono e nutriente, per me e per gli altri”.

Come si immagina fra venti o trent'anni?
“Non saprei: preferisco non fare previsioni, anche se comunque, come tutti d’altronde, spero che tutto vada bene. Devo dire che invecchiare non mi spaventa: spero di fare tante belle crociere e rilassarmi, bere il tè nel panorama delle Dolomiti. Viaggiare insomma: quello che vedo fare a tante persone e coppie. Ovviamente, farei tutto ciò parallelamente alla mia attività professionale, magari con ritmi più rilassati e collaudati di adesso”.




(intervista tratta dal blog www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)
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