Elisabetta ChiarelliTra la seconda metà di marzo e lo scorso mese di maggio, Rai3 ha trasmesso in prima serata una serie di documentari su diverse personalità di spicco del mondo della cultura. In particolare, hanno colpito l’attenzione della critica, le puntate dedicate a Eleonora Abbagnato, Patty Pravo e Milva. Riguardo alla prima, l’aspetto più rimarchevole è la ferrea determinazione che ha caratterizzato il suo percorso artistico. Dai primi approcci alla danza in una scuola della natìa Palermo, alla frequentazione di prestigiose accademie, come quella di Marika Bezobrazova a Montecarlo, sino agli incontri con il celebre coreografo francese Roland Petit, quello con Carla Fracci, l’approdo all’Opera Garnier di Parigi e, infine, al ruolo tanto agognato di prima ballerina all'Etoile. Un risultato di eccellenza, ottenuto con sforzo estremo, rigorosa disciplina e importanti rinunce. In primis, il distacco dalla famiglia d’origine, che pure non ha mai fatto mancare il proprio sostegno alla ballerina siciliana. Di Patty Pravo ha colpito, senz’altro, la personalità carismatica, che l’ha resa sempre una donna estremamente moderna e libera. La notevole avvenenza degli anni giovanili non ha mai oscurato il talento musicale che l’artista veneziana ha coltivato ed accresciuto nel corso degli anni. A partire dall’infanzia, trascorsa in conservatorio, sino all’acclamazione come 'ragazza del Piper', per poi approdare a un ruolo nevralgico sulla scena musicale italiana. Non sono mancate esperienze internazionali e incontri con personalità artistiche di primo piano a cementare il percorso della cantante, sempre improntato alla ricerca e alla sperimentazione. Un modello di femminilità indipendente è stato anche quello rappresentato da Milva. La sua vita, raccontata nel documentario, a lei dedicato, dalla figlia Martina Corgnati, ci ha consegnato il ritratto di una donna che, dietro le sembianze di una diva sofisticata, ha sempre mantenuto una profonda semplicità e purezza, come evidenziato dal regista Giorgio Strehler, suo fedele amico. Il profilo artistico di Milva denotava non soltanto il grande talento musicale, ma anche un'incomparabile forza di volontà e un profondo amore per la conoscenza, che l’hanno condotta ad accrescere sempre di più il suo livello culturale, dall’infanzia campestre vissuta a Goro, suo paese d’origine, al sodalizio artistico con il marito, il regista Maurizio Corgnati, sino all’incontro e alla collaborazione con artisti e intellettuali di prim’ordine. Queste tre artiste sono un esempio di come si possa essere donne di valore, senza rinunciare alla propria femminilità. Questa viene esaltata attraverso una ricerca costante dell’eccellenza nell’impegno quotidiano, volto oltretutto a perseguire una missione: quella di affermare il valore culturale dell’Italia nel mondo. Le loro vite confermano, in definitiva, che una donna, per sentirsi completa e per espletare al meglio il proprio ruolo nella società, può perseguire la piena realizzazione dei suoi talenti, senza farsi offuscare dall’effimero e senza rincorrere vuoti stereotipi, coltivando ogni giorno quella sua unicità, che può consentire di risplendere e di distinguersi in ogni fase della vita, qualunque sia il suo destino.





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