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Roma, con una nuova edizione tutta dedicata al cinema,
'Gau: Galleria d’arte urbana'. Giunto al
settimo anno, l’evento è stato presentato il
15 maggio scorso nel quartiere scelto quest’anno come sede del
'museo a cielo aperto': Cinecittà/Tuscolano. Con una serie di
passeggiate, accompagnate da due registe e sceneggiatrici,
Martina Vogric e
Veronica Spedicati, sono state presentate al pubblico le
'campane' per la raccolta del vetro riportate a nuova vita grazie alla loro trasformazione in
opere d’arte, realizzate dal collettivo
'Molecole' (Gaia Flamigni e Virginia Volpe), dedicate a una serie di
film che appartengono alla
storia del cinema italiano. Qualche nome?
'Riso amaro'; '8 e ½'; 'Per un pugno di dollari'; 'Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto'; 'Divorzio all’italiana' e molti altri. Abbiamo perciò chiesto a
Lorenzo Gardino, responsabile della comunicazione di
Gau, di raccontarci qualcosa in più.
Lorenzo Gardino, 'Gau - Galleria d’arte urbana' quest’anno si è svolto sulla Tuscolana, un quartiere simbolo di Roma, legato alla presenza degli studios di Cinecittà: con quale criterio sono stati scelti i film?
“Abbiamo deciso di concentrarci sui grandi classici del cinema italiano, per rendere le opere leggibili dal maggior numero di persone possibili. In particolare, i film scelti ci hanno permesso di omaggiare un gran numero di attori e registi del nostro cinema”.
7 edizioni sono parecchie: in che modo la rassegna si è evoluta nel tempo, se si è evoluta insieme alla città?
“Inizialmente, abbiamo cercato di presentarci agli abitanti dei quartieri che attraversavamo, realizzando delle opere che invitavano a riflettere su una serie di temi quali la storia del quartiere, l’ambiente, l’inclusività. Nelle ultime edizioni, invece, ci siamo concentrati su di un singolo tema, che potesse raccontare una storia o un percorso, dando vita a delle edizioni speciali”.
Il progetto di riqualificazione urbana gode di una reputazione di tutto rispetto sul territorio romano, tanto che ha ricevuto il sostegno di Ama e dell’Assessorato alla Cultura del Municipio VII di Roma Capitale: com’è andato il confronto con l’Azienda municipale ambiente e le istituzioni?
“Ci tengo a specificare che il nostro è un progetto di decoro urbano, non di riqualificazione. C’è bisogno di ben altro per riqualificare un territorio, soprattutto in una città molto grande come Roma, in cui ogni quartiere ha bisogno di interventi ben mirati, in base alle diverse problematiche che lo caratterizzano. Per quanto riguarda il rapporto con Ama e le istituzioni, che inizialmente guardavano con preoccupazione al nostro progetto nel timore che potesse incoraggiare atti di vandalismo, negli anni è diventato pienamente collaborativo, aiutandoci attivamente nel complesso lavoro su strada”.
La differenziata continua a essere un argomento molto delicato nella capitale: come può l’arte cambiare prospettiva e attivare i cittadini?
“Il primo obiettivo di Gau è quello di sensibilizzare i cittadini sull’importanza della differenziazione dei rifiuti, dimostrando come un oggetto considerato brutto, uno scarto o un rifiuto, possa rinascere a nuova vita semplicemente prendendosene cura”.
La foto utilizzata nel presente servizio giornalistico è di Emidio Vallorani, che ringraziamo