Si è tenuta a
Roma, lo scorso
22 aprile, presso la
Sala consiliare ‘Giulio Marinozzi’, la conferenza
'Il contributo dello sport alla promozione dello sviluppo e della pace', organizzata
dall’Universities Network for Children in Armed Conflict (Unetchac) e
dall’Università degli studi di Roma 'Foro Italico', nella cui sede si è svolta questa iniziativa, promossa dai due enti come seguito delle attività che hanno celebrato la
Giornata internazionale dello sport per lo
sviluppo e la
pace e per contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema di grande attualità. E’ ormai noto come lo
sport contribuisca non solo a favorire e promuovere uno
stile di vita sano, ma anche a rafforzare la
coesione sociale, in particolar modo tra i più giovani. Oltre a essere un veicolo di competizione e divertimento, lo
sport rappresenta, infatti, anche un potente
strumento di inclusione, sviluppo e pace. Ancor di più, in contesti particolarmente disagiati o in
aree in conflitto. Questo il tema al centro di quest'importante conferenza, promossa da
Unetchac, prima rete internazionale di
Università impegnate nella protezione dei
bambini in situazioni di
conflitto e
post conflitto, che porta avanti, attraverso un approccio
multidisciplinare, attività di ricerca e progetti per la tutela dei
minori particolarmente vulnerabili, in collaborazione con
l’Università degli studi di Roma 'Foro Italico', partner della rete e
unico ateneo in Italia dedicato interamente allo studio delle
scienze motorie e
sportive. La conferenza ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, del mondo accademico e della società civile. E’ stata aperta dal
Rettore dell’Università 'Foro Italico', Attilio Parisi, dal
Prorettore, Fabio Pigozzi e dal
Segretario generale di Unetchac, Laura Guercio. E’ intervenuto, per un indirizzo di saluto, anche
Massimiliano Atelli, capo di Gabinetto del
Dipartimento per lo sport presso la
presidenza del Consiglio dei ministri, il quale ha evidenziato, congiuntamente con il
Rettore e il
Prorettore, il
valore sociale dello sport anche come strumento di dialogo a fronte delle sfide del nostro tempo.
“Lo sport”, ha infatti affermato
Laura Guercio, Segretario generale di Unetchac, “si configura senza dubbio come una risorsa fondamentale, anche nella promozione di diritti fondamentali dei bambini che vivono in o che sono costretti a fuggire da zone di guerra. Considerato il ruolo dello sport”, ha aggiunto la
Guercio, “implicitamente riconosciuto da alcune norme internazionali e la sua attuale valenza sociale, la comunità internazionale deve promuovere, indubbiamente, una maggiore attenzione alle attività sportive quale diritto fondamentale della persona, in particolare dei bambini in situazioni di conflitto armato che, sino a oggi”, ha concluso,
“non viene sancito in alcuna convenzione internazionale”. Giovani studenti e ricercatori di
Unetchac e della
'Foro Italico', hanno condiviso con i partecipanti la propria
esperienza formativa e di attività sul campo, relativamente
all’implementazione di
progetti sportivi con
vocazione sociale e
ricerche sul diritto allo sport. “La partecipazione attiva dei giovani”, ha sottolineato
Giovanna Gnerre Landini, responsabile per
Unetchac alle relazioni con università, studenti e associazioni,
“è un aspetto che va sempre promosso, in particolare in iniziative come questa, che sono rivolte soprattutto ai giovani e organizzate nell’ambito di università e centri di formazione, perché”, ha concluso la
Gnerre Landini, “solo promuovendo tale partecipazione si contribuisce realmente a valorizzare il loro ruolo di agenti di cambiamento e il loro contributo concreto nella costruzione di società pacifiche e inclusive”. Il riconoscimento del
valore educativo e
sociale dell'attività sportiva consente di pensare allo
sport quale
mediatore e vero e proprio
promotore di
valori condivisi da accogliere, ovunque nel mondo, come un
bene comune.