Ennio TrinelliRitirare l’ordine del giorno sulla cittadinanza onoraria di Reggio Emilia ad Alexej Navalny, depositato in sala del Tricolore dal consigliere comunale Paolo Genta, del Pd. Lo chiede con forza il gruppo 'Montagna Antifascista' che, si ricorda, “ha lavorato duramente, nel 2009, per negare ai nazifascisti le sedi istituzionali per esporre le loro idee”, mentre ora, “a quindici anni di distanza, sentiamo proporre addirittura la cittadinanza onoraria a un dichiarato neonazista”. Il gruppo esorta, quindi, a fare un passo indietro sul documento “credendo che tutto questo sia stato preso come un abbaglio”. Anche perché “il 25 aprile è vicino e siamo pronti, se il testo non verrà rimosso, a consegnare alle commemorazioni a Reggio Emilia, dove i politici locali fanno sfoggio dei valori della Resistenza, le molteplici foto di Navalny che a sua volta sfoggia il suo braccio teso tra una moltitudine di croci celtiche e svastiche, conditi con i suoi testi omofobi e xenofobi”. Il comunicato stampa sulla questione, che si commenta da sé da qualsiasi parte la si guardi, è pubblicato integralmente. Secondo certi schematismi ideologici, un uomo non può mai cambiare,evolversi, purtroppo. Se si hanno suggestioni giovanili, ma per il resto della vita si è dimostrato di combattere l’autoritarismo anche con decisioni eroiche, conta di meno: bisogna sempre andare a guardare i difetti, come quando si costruisce la pagina di un giornale o si monta la ruota di scorta dopo aver 'bucato'. E' materialismo, insomma. Anche coerente, dobbiamo dire in questo caso: per lo meno un pregio la 'Montagna Antifascista' lo può sfoggiare. Ma è lo spirito umano a rimanere inascoltato. Il mondo sembrava aver imboccato un sentiero più moderato. Ma le guerre, il Covid e l’avvento dei social, per dirla con Umberto Eco, hanno dato modo a tutte le ideologie più estreme di dare un loro 'colpo di coda'. Ma è solo un 'colpo di coda': quello di chi si dibatte in una crisi profondissima, come un pesce fuor d'acqua. Possiamo anche sbagliarci, ma la nostra impressione rimane questa. E intendiamo difenderla con altrettanta coerenza. Una coerenza pianeggiante, come la Pianura Padana.





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