Il
74esimo Festival di Sanremo ha ampiamente sfondato il
'muro' delle
2.00 del mattino. Comprendiamo che artisti e cantanti possano
dormire fino a tardi: noi eravamo
morti per tutto il resto della settimana. Se poi devono alzarsi per
lavorare, possono sempre giustificare il loro nervosismo dando la colpa a
Sanremo. La manifestazione, in termini di
audience, è stata un
'successone'. Con l’apertura affidata a
Marco Mengoni abbiamo praticamente chiuso le orecchie fino a
Loredana Bertè: un mito, una leggenda, che al suono del
”faccio-quello-che-cavolo-mi-pare-vi-piaccia-o-no” si è ritrovata prima in classifica finché è durata. Poi, sono cominciati tutta una serie di
'siparietti', 'divanetti' e
'presentazioncine', con le solite traduzioni dei quotidiani i quali, postumi, descrivevano gli
insignificanti accadimenti della conduzione (tutti preparati
'a tavolino': qui nessuno è fesso,
ndr) in modo da catturare più
lettori possibili, tutti uguali e tutti diversi, rendendo
insignificante ciò che di
significato già ne aveva
ben poco. Perché la vera notizia che ha riguardato
Sanremo tira in mezzo
Amadeus e il
filo-leghista, già ex-forcone, leader 'supermacho' di una delle tante sigle che hanno
'trattoreggiato' con
'maschia' determinazione (anche quando erano donne) verso
Roma, per
"fargliela vedere al governo". Perché dovete sapere che il
'trattorista principe' è uno che
strizza l’occhio a
Salvini: non vorrete che la maggioranza di governo, a nome
Fratelli d’Italia, con
cognati e
sorelle al seguito, permettano che questo qui o qualcun altro finisse
sul palco a ricordare quel che
Giorgia Meloni prometteva
dall’opposizione e che ha fatto dal
governo di fronte a una
platea che, in
sette giorni, ha sfiorato gli
ottanta milioni di telespettatori, vero? Ecco così che
Amadeus, nella sua straordinaria e tutta
sicula innocenza, senza colpo ferire e col sorriso sulle labbra, l’ha messa in quel posto sia ai
vertici della Rai, sia al
'governicchio' odierno: ha dichiarato che i
trattori erano
i benvenuti all’Ariston, costringendo
viale Mazzini a
riimangiarsi la parola. Ci hanno pensato, da par loro, i
FdI: un
luogo non fisico, dove a rimangiarsi le promesse sono abilissimi e, senza nemmeno troppo scusarsi, dicono di
fare 'a', mentre stanno già facendo
'b'. Perché alla fine, tu dovevi solo
votarli, mica ti devono anche dare un Paese in linea con quello che hanno
promesso - a parte ciò che fa comodo a loro.
Sanremo (& Trash) è stato anche questo, ma è la
roba di cui si è parlato di meno. Perché anche il
Festival di Sanremo è diventato un
'non-luogo', dove può succedere (e in effetti succede)
di tutto; dove riescono persino a inneggiare ai
Negramaro; dove
Fiorella Mannoia, dopo quarant’anni di carriera passata a cantare melodie
tutte simili dentro la stessa
ottava e l’ugual rigirarsi di accordi, è sembrata
ancora viva. Altro che
Giorgia Meloni: sono questi sono i veri
“miracoli italiani”.