La Costituente socialista che si è tenuta al Massimo di Roma sabato 14 luglio è stata davvero una bella manifestazione: sobria e tuttavia suggestiva. Complimenti a chi ne ha curato scenografia e regia e complimenti al bravissimo Alessandro Cecchi Paone che ha condotto la manifestazione con perizia, senso del ritmo e capacità di rapportarsi agli umori della platea. Insomma, se perfino il difficilmente contentabile Terracciano con la sua cronaca ne dipinge un quadro positivo, deve essere stata una cosa quantomeno non banale! Da parte mia mi limito ad alcune considerazioni politiche che riprendono quanto scritto alla vigilia e sostenuto in occasione del convegno di Chianciano. La prima deriva da una constatazione: la platea si è infervorata ed ha sottolineato con scroscianti applausi ogni passaggio di qualsiasi oratore che suonasse critica o addirittura insofferenza per il governo dell'onorevole Prodi. Se la platea del Massimo rappresenta la base degli elettori ai quali rivolgersi, la conseguenza viene da sé. Seconda considerazione: si è cercato di offrire l'immagine di un processo che non si limita a ricomporre i frammenti del vecchio Psi. Si è cercato di dare anche fisicamente l'impressione di una ricerca di nuovo, con un mix di volti nuovi e volti vecchi che avevano il compito di segnalare tutte le confluenze nel nuovo soggetto unitario socialista. La terza e ultima considerazione riguarda non ciò che è avvenuto ma il cammino che sta davanti. Tutti, a cominciare da Boselli hanno ripetuto il proposito di contribuire a dar vita ad un partito nuovo che abbia gli elementi socialisti e liberali tipici delle grandi forze riformiste (leggi socialdemocratiche) europee. In politica, sempre, si deve dare credito alle affermazioni fino a quando non siano smentite dai fatti, che alla fine sono quelli che contano. Per questo attendiamo con fiducia il "secondo tempo", cioè il varo di un programma e di una forma organizzativa che sanciscano il profilo liberalsocialista del soggetto in gestazione. E sempre per questo reputo necessario dare uno sguardo a 360 gradi a tutto ciò che accade nel campo laico liberale e socialista. Oggi, la situazione è questa: c'è un processo di unità in corso tra i laici, liberali e socialisti che si alleano con il centro-sinistra, ma non c'è un processo analogo nel campo del centro-destra. In altre parole: laici e liberalsocialisti di centro-sinistra cercano, se non altro, di fondare un soggetto forte che sia strumento autonomo per la loro politica; laici e liberalsocialisti del centro-destra, complici anche i sondaggi favorevoli a Berlusconi, hanno rinunciato a qualsiasi progetto di partito autonomo e si apprestano ad affrontare le prossime elezioni politiche "ospiti" per lo più di Forza Italia. E nessuno, proprio nessuno, pensa a liste "terziste", cioè svincolate dai due maggiori schieramenti. Questa è la realtà, la situazione da tenere presente per le scelte (tutte legittime) che ognuno è chiamato a compiere. Il resto sono chiacchiere.