La gara con un solo concorrente era già ridicola di suo, ma non si è risolta perché l'arbitro se n'è accorto, bensì perché l'unico atleta ha smesso di correre ed ha imboccato l'uscita dallo stadio. Alitalia, quindi, non la vuole nessuno. O, meglio, la vorrebbero in diversi, ma non per autocondannarsi a far la fine disastrosa già provata dallo Stato, quindi per amministrarla in modo diverso. Ed è questo a sembrare impossibile. Noi l'abbiamo segnalato fin dall'inizio: come si fa a tenere una gara se il banditore, il governo, continua a contraddirsi su quale sia il reale oggetto messo in vendita? Ci sono ministri che, senza orrore di se stessi, hanno pubblicamente parlato di quale percentuale vendere, quale ruolo futuro per lo Stato, quali rapporti con i sindacati. Abituati a straparlare e non contare niente neanche s'accorgevano che le loro parole toglievano certezza alla gara, voluta dal loro stesso governo. Per non parlare di quelli che rilasciavano interviste per dettare le condizioni al futuro vincitore, magari addentrandosi nell'analisi delle alleanze e non accorgendosi (nel migliore dei casi) di quanto questo avesse dei riflessi sulla Borsa e sulla gara. A questa fiera dell'irresponsabilità hanno partecipato anche dipendenti e sindacati, che per amara ironia della storia accompagnano la fine della gara con uno sciopero degli assistenti di volo. Sciopero, ancora una volta, di cui non si conoscono i motivi, noti solo ad un ristretto gruppo di sindacalisti cogestori impegnati a farsi gli affari propri. (In passato alcuni dipendenti di Alitalia, suppongo assai sindacalizzati, si sono vivacemente lamentati perché ho scritto che non si conoscono i motivi dei loro scioperi, invitandomi ad essere più informato. Sbagliano, risposi loro e ripeto, perché non sono io a dovermi informare, sono loro a dovere comunicare il perché tengono a terra l'Italia, e se non lo fanno con sufficiente chiarezza è perché gran parte di quei motivi sono fuori dalla realtà e dal buon senso). E adesso? Leggo: fallita la gara si faccia una trattativa privata. Sì, certo, ma a condizione che si rimuovano gli ostacoli posti nel corso della gara. Se si vuole, a trattativa privata, consegnare a qualcuno il dovere di correre appresso ai miopi interessi del sindacato e di qualche parte politica, bhe, possono pure assegnarla a sorteggio, l'Alitalia, ma continuerà a produrre perdite. L'alternativa a questa ripresa di coscienza, a questo ritorno al realismo, è il fallimento. Se ad amministrare Alitalia fossero già stati dei privati essi meriterebbero d'essere dei falliti. Essendo stata amministrata dalla politica, al danno s'aggiunge la beffa che falliti siamo tutti noi, cittadini italiani.