Si è aperta a
Roma, presso il
Casino dei Principi di Villa Torlonia, dal
1° dicembre e fino al
19 marzo 2023, la mostra
'Pietro Cascella inedito: le opere degli esordi a Roma (1938-1961)', a cura dal
Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita (1921-2021) - Tommaso Cascella (presidente), Lorenzo Fiorucci (segretario), Francesco Cellini, Claudia Terenzi, Francesca Triozzi - istituito dal
ministero della Cultura. In esposizione, un
Pietro Cascella mai visto, attraverso più di cento opere, molte delle quali
inedite o
poco note, risalenti ai primi due decenni di attività dell’artista, dalla fine degli
anni ’30 ai primi
anni ’60 del secolo scorso. La rassegna è promossa da
Roma Culture, Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali, in collaborazione con
l’assessorato alla Cultura del
comune di Pescara. Organizzazione di
Zètema Progetto Cultura. Catalogo: Edizioni Cervo Volante. Pietro Cascella (Pescara 1921- Pietrasanta, Lucca 2008) è stato un grande scultore italiano del secolo scorso. Prima di giungere a quella che lui stesso chiamava la
“vera scultura”, quella in pietra che lo ha reso riconoscibile agli occhi del mondo, egli ha percorso la strada che muove
dal disegno alla pittura con immediati riconoscimenti pubblici, tra cui la partecipazione alla
IV Quadriennale romana del
1943 e alla
Biennale di Venezia del
1948. Circa un decennio, il primo dell’attività del giovane abruzzese, in cui egli si presentò, essenzialmente, come
pittore. Una pittura certamente non di
segno costante, identificativa di un carattere in formazione, ma che bene ha saputo cogliere gli umori del momento e recepire le rapide evoluzioni linguistiche che andavano susseguendosi lungo il corso degli
anni ’40 del
XX secolo. Un percorso che, in mostra, è visibile attraverso i primi disegni di
soggetto rurale, che rimarcano il legame dell’artista con la propria terra, fino alle tele in cui sperimenta i diversi linguaggi: da quello
espressionista della
'Crocifissione' del
1942, a quello più propriamente
post cubista visibile in
Donna d’Abruzzo del
1948. È questo uno dei primi capitoli poco noti dell’artista abruzzese, che la mostra
‘Pietro Cascella inedito: le opere degli esordi a Roma (1938-1961)’ vuole raccontare. Un capitolo al quale seguì, dal
1949 in poi, la stagione della lavorazione della
ceramica e il primo approccio alla
scultura, modellata assieme al fratello
Andrea, la moglie
Anna Maria Cesarini Sforza e
Fabio Rieti, nell’evocativa fornace della
Valle dell’Inferno (oggi Valle Aurelia, ndr) a
Roma. Fu in questo luogo, vicino al
Vaticano, che i quattro giovani ripensarono la
ceramica in un
connubio tra
innovazione formale e
rinnovamento della tradizione popolare. Come nel
'Mazzamurello' (1953), opera simbolo di quel periodo. Un’esperienza che si completò con progetti per
mosaici e poi ancora, sul finire del decennio, con l’approdo alla
lavorazione dei metalli - ferro, alluminio e bronzo - prima di sposare in pieno la
pietra, il
cemento, previsto anche in occasione del primo concorso vinto per il
'Monumento di Auschwitz' insieme al fratello
Andrea e all’architetto
Julio Garcia Lafuente. Un’energica carica sperimentale attorno a tecniche e materie, che segnarono la sua produzione artistica per tutti gli
anni ‘50 e l’inizio del decennio successivo, in cui
Pietro si approcciò alla produzione di una serie di opere, in seguito definite
"sabbie", realizzate secondo una tecnica rivoluzionaria, dove si respira il clima
dell’Informale materico di quegli anni, spatolando su grandi tele - talvolta assemblate insieme - polveri di mattone o di marmo ove affiorano
motivi antropomorfici che sintetizzano le strutture anatomiche di un corpo.
Da non perdere.