In tempi di
complottismi ‘social’ e di
menzogna libera, non possiamo esimerci dal ricordare la figura del giornalista e divulgatore scientifico,
Piero Angela, scomparso a
Roma nei giorni scorsi. In particolare, vogliamo ricordare
l’approccio razionale e la sua
personale cortesia che hanno indotto molti telespettatori a seguire i suoi programmi televisivi di approfondimento.
Piero Angela, infatti, era un
agnostico: un vero
laico razionalista. E sarebbe stato un peccato se proprio noi di
Laici.it ci fossimo lasciati sfuggire la possibilità di rendere un ultimo
omaggio a un personaggio assai vicino alle nostre posizioni. In alcuni ambienti
‘No vax’, la notizia della sua scomparsa è stata accolta ricordando le sue
proteste in un
ristorante romano che non gli aveva controllato il
Green Pass delle
vaccinazioni anti-Covid effettuate, nell’ingenua convinzione di aver
‘postato’ un
‘colpo basso’. In realtà, la diffidenza di certi ambienti discende dal fatto che
Piero Angela, nel
1989, fu tra i fondatori del
Cicap: un’associazione molto attiva nel controllo e nella verifica delle notizie provenienti dal mondo delle
‘pseudoscienze’. Ricordiamo, per esempio, la sua
battaglia giudiziaria contro alcune
associazioni omeopatiche, che lo avevano accusato di aver negato
ogni fondamento scientifico all’omeopatìa, durante una puntata di
'Superquark' del
luglio 2000. Ovviamente,
Piero Angela risultò assolto da tutte le accuse, poiché non aveva affatto negato la possibilità di un
apporto complementare della
medicina alternativa, bensì aveva semplicemente relativizzato la questione per
“la non accertata scientificità della disciplina”. Ciò derivava proprio dalle sue convinzioni
scettiche, ma
non assolutiste, discendenti da un vecchio adagio del fisico
Richard Feynman, in seguito ripresa dal filosofo
Bertrand Russel: “Bisogna avere sempre una mente aperta, ma non così aperta da far cascare il cervello”. E anche
‘altro’, aggiungiamo noi, per completezza d’informazione, poiché si tratta di un
principio posto in discussione da
minoranze non controllate di
esaltati e
‘scappati da casa’. I quali, purtroppo, talvolta ricevono anche
l’attenzione e la
visibilità di colleghi considerati, assolutamente
‘a torto’, professionalmente
attendibili. E’ la formula del
‘talk show’ e
dell’infotainment quella che rischia di appiattire il
tasso di qualità di certi approfondimenti, mentre il
giornalismo e
l’informazione si avviano ad abbandonare
quell’approccio generalista che ha prodotto molti
danni, proprio perché si è distanziato dal
razionalismo di
Piero Angela, basato su una coordinata appresa dalla sua prima docente di pianoforte:
“Dita d’acciaio in guanti di velluto”. L’informazione
scientifica, infatti, dev’essere
rigorosa, ma posta con
semplicità, al fine di essere
compresa da tutti. Anche da chi mira
all’avvelenamento dei ‘pozzi’, per motivi di
mera propaganda e, persino,
d’interesse personale, come avvenuto
nei primi anni duemila con la
‘bufala’ dei
vaccini che causerebbero
l’autismo. In buona sostanza, il metodo della
spettacolarizzazione delle notizie ha generato
‘mostri’: è questa la
verità di fondo di cui dovremmo cominciare a
far tesoro, al fine di ricordare degnamente un autentico
amico della scienza e degli
italiani. Un amico che, da
presidente onorario del
Cicap, credeva persino nella
possibile esistenza degli alieni, sposando le posizioni della
Nasa e del
Pentagono che, proprio di recente, hanno ammesso
l’inspiegabilità di una sensibile percentuale di
eventi e
avvistamenti. Una
mente aperta, quella di
Piero Angela, che tuttavia diffidava sia
dell’informazione ‘a effetto’, sia della
propaganda ‘messianica’ o
‘manichea’. Limiti e atteggiamenti che tendono a
polarizzare ogni dibattito e che, spesso, conducono molti di noi a respingere anche quelle tesi che avrebbero una loro
percentuale di scientificità. La vera questione che rimane sul tappeto, a nostro modo di vedere, ormai è diventata un’altra: qualcuno sta utilizzando ogni mezzo allo scopo di
dividere il
popolo italiano, per fare in modo che si mantenga quella
dicotomia ‘amico/nemico’ che tanti guai ha già provocato, in passato. Una
guerra allo scientismo, che discende da un
‘colpo di coda’ di quelle
ideologie già
ampiamente sconfitte o
superate dalla
Storia e che, di certo, un
professionista autentico come
Piero Angela non poteva accettare non soltanto come
metodo, ma anche per la scarsa
sostanzialità. Soprattutto, se ricordiamo i suoi lunghi anni trascorsi negli
Stati Uniti come inviato della
Rai, per spiegarci tutti gli aspetti del
progetto ‘Apollo’. Va da sé che, nei tempi attuali, chi nega gli
allunaggi americani avvenuti tra il
1969 e il
1972 diviene persino
sottosegretario agli Interni, mentre chi ha praticamente vissuto a
Cape Canaveral risulta, troppo spesso,
inascoltato da un mondo dell’informazione divenuto
‘cafone’ e
senza scrupoli. Ecco perché sarà importante, di qui in avanti, ricordare un personaggio di spessore come
Piero Angela: esattamente per questi motivi. E per rendere omaggio a un
autentico Maestro.