Arianna De SimoneSecondo alcuni ritrovamenti archeologici recenti, possiamo oggi affermare che le piramidi egizie non sono opera degli alieni. A molti, questa sembrerà una ‘non notizia’. Tuttavia, anche se molto suggestiva, oggi possiamo finalmente escludere l’ipotesi che spesso viene collegata ai cosiddetti ‘antichi astronauti’: un’idea che è stata spesso alla base di molti successi letterari e persino cinematografici, come per esempio il film ‘Stargate’ di Roland Emmerich. Ma andiamo per ordine. Numerose ipotesi relative alle tecniche di costruzione delle piramidi hanno sempre sostenuto che le strutture di Giza fossero opera di una civiltà extra-terrestre, per via delle loro dimensioni. Ma a quanto pare, alcuni archeologi hanno ritrovato dei papiri risalenti a circa 4 mila 500 anni fa che, dalle traduzioni effettuate, racconterebbero le operazioni di estrazione delle pietre di calcare dalla sponda opposta del Nilo, tramite una folta schiera di lavoratori regolarmente retribuiti. Infatti, la grande piramide di Giza, vicino al Cairo, risalente a circa 4 mila 600 anni fa, si compone di milioni di blocchi di pietra dal peso due tonnellate ciascuno. Persino per le attrezzature attualmente più avanzate, costruire una piramide grande come quella del faraone Cheope sarebbe una sfida immensa: ecco spiegato il vero perché di tante teorie della cospirazione. Ma sempre secondo questi papiri, rinvenuti nel 2013 nelle vicinanze del porto di Wadi al-Jarfin, sul Mar Rosso, appare una ‘tabella’ impostata su due colonne e compilata con fitti geroglifici, che secondo gli archeologi illustrerebbe le operazioni di estrazione alla cava di calcare sulla sponda opposta del Nilo. A compilare questa specie di ‘bolla di certificazione’ fu un certo Merer, ispettore capo di una squadra di operai composta da 200 uomini. Questi, aveva il compito di navigare il Nilo tra la penisola del Sinai e l’antica località di Punt, al fine di raccogliere i materiali con i quali rivestire le strutture degli edifici egizi. Merer e il suo gruppo non erano schiavi, bensì manodopera pagata e ricompensata con stoffe di lusso. Gli archelogi, dal 2013 a oggi, hanno impiegato quasi un decennio per capire esattamente come sia stata costruita la grande piramide. E le attuali ricostruzioni parlano di un esercito di quasi 4 mila operai, che avrebbero lavorato almeno per 20 anni al fine di completare l’intera struttura. L’acqua era usata per lubrificare gli enormi blocchi di pietra, che venivano trascinati sulla sabbia, prima di essere issati in posizione. A differenza delle prime piramidi ‘a gradoni’, tipiche delle civiltà precolombiane dell’America Latina, questi blocchi non avevano lati ‘lisci’, bensì irregolari. Una caratteristica che dimostrerebbe una sorta di evoluzione sia delle tecniche di lavorazione, sia di trasporto, che sono via via mutate nel tempo. Quel che sembra ormai certa è la testimonianza di questo capo carpentiere, Merer, che ci racconta quasi esattamente come siano andate le cose. E che gli alieni non c’entrano nulla, dato che un loro intervento avrebbe probabilmente accorciato di molto il corso dei lavori. Un intero ventennio per costruire un mausoleo funerario: questa è la reale ricostruzione storica della vicenda. Con buona pace per le ipotesi più fantasiose, che ci hanno sempre fatto tanto sorridere.





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