Voglio fare un
augurio a tutte le amiche e amici, compagne e compagni. Voglio evitare considerazioni di ordine generale e politico: questioni
sanitarie e, di conseguenza, economiche incombono sulla vita di tutti e dottrine politiche che le risolvano alla radice, in questi due anni non se ne sono trovate. Siamo in una fase di
emergenza e così credo verrà descritto questo periodo negli anni a venire. Mi corre l’obbligo di un
ringraziamento particolare a tutti coloro che, partecipando attivamente sulla mia bacheca di Facebook dialogando, disputando e interagendo alle mie sollecitazioni di ordine politico o generale, hanno confermato la
funzione sociale di questo mezzo di comunicazione. Non lo facciamo solo per
vanità, ma per confermare nella interazione sentimenti di amicizia o di partecipazione agli
ideali comuni. Nel caso dei
socialisti, sovente dobbiamo constatare la
divaricazione e
l’ampio spettro delle nostre posizioni. Quel che posso dire, ringraziandovi di nuovo, è che nella
memoria condivisa più che spesso ci si ritrova. Ed è proprio la
memoria condivisa che rappresenta la forza e l’identità di un popolo. So che, per quanto mi riguarda, essa si esprime nel ricordo particolare e addolorato di mio padre
Bettino, di cui fra qualche giorno ricorrerà il
22° anniversario della scomparsa. Egli, come sappiamo,
vive! Vive nella memoria di tanti italiani amici e, all’epoca, avversari. La mia memoria oggi vola al ricordo anche di
Pietro Nenni, che ebbi la ventura di incontrare da ragazzino e mio padre fu solerte a chiedermi di mettermi in posa per una fotografia con lui in un
maggio milanese referendario del
1974. Nenni scomparve proprio in una notte di capodanno a cavallo fra il
1979 e il
1980. A lui dedico la fotografia con la quale vi saluto per l’anno che viene: un omaggio al suo
basco e agli
amici catalani che me lo regalarono. A voi tutti le migliori cose e spero che giungano i miei
sentimenti sinceri di amicizia al vostro cuore. E mi auguro così anche per il mio
anno. Che sia meglio di quello passato.