Considero i pacifisti nostrani dei
sinistri figuri che, fino a quando non è rimasto sepolto sotto la propria
fanatica miseria, volevano consegnarci
all’internazionalismo comunista, ed ora - non contenti - ritengono
la globalizzazione solo una manifestazione
dell’imperialismo statunitense.
Questi signori, che si eccitano al pensiero di
un’Europa in chiave antiamericana, se volessero dare un senso non effimero al loro impegno per la pace dovrebbero rispondere ad una semplice domanda:
come mai la Spagna, che a seguito di un vigliacco attentato si è piegata ai terroristi islamici annunciando il ritiro delle truppe, è stata nuovamente colpita dai Kamikaze?
Che è come chiedersi:
qual è l’obiettivo strategico dei terroristi?
La mia risposta è la seguente: i fondamentalisti non vogliono (per ora)
islamizzare l’occidente, ma vogliono
escluderlo, chiudersi nel loro mondo, e dominare con
la violenza della religione, le ricchezze petrolifere. Il loro
vero nemico quindi, come per i nostri pacifisti, è
la globalizzazione, perché questa rappresenta una
opportunità di sviluppo per le nazioni più arretrate e una scommessa sulla
democrazia e sulla
libertà per intere popolazioni che oggi ne sono prive.
I Paesi produttori di petrolio sono entrati, da un pezzo,
nel circuito del capitalismo internazionale, ma la stragrande maggioranza della
popolazione vive in uno stato di
estrema povertà ed emarginazione sociale proprio perché, mancando la democrazia politica, i vantaggi di questi commerci sono stati
esclusivo appannaggio dei governanti tiranni e dei loro famigli.
L’islamismo oggi, come il marxismo ieri, catalizza i rancori, la rabbia, le speranze degli oppressi e dei disperati di tutto il mondo e fa sì che
la guerra di religione diventi, nel vissuto collettivo, una sorta di lotta di classe a livello planetario. Così come il marxismo ieri, l’islamismo oggi fa aggio su
disagi veri e ingiustizie pesanti, ma oggi come ieri le risposte offerte non solo non risolvono i problemi ma
li aggravano negando al contempo libertà e dignità agli esseri umani.
Deve essere chiaro a tutti che
la democrazia non è affatto incompatibile con l’Islam, né con nessun’altra religione.
La democrazia è incompatibile con il fondamentalismo, ovvero con l’idea che sulla Terra si applichino
le leggi di Dio, qualunque questo sia. In questo senso
la democrazia è incompatibile con le leggi coraniche tanto quanto lo è con le leggi bibliche. Il tribunale dell’inquisizione ed il Papa-Re sono lontani, dalla compatibilità democratica, tanto quanto lo sono i tribunali islamici e gli sceicchi
custodi della fede.
La guerra dei pacifisti e dei sostenitori della società tribale è persa in partenza, perché
la comunicazione diffusa del ‘villaggio globale’ è molto più pervasiva e persuasiva di quanto si creda. La televisione, internet, i telefoni cellulari sono lì a dimostrare a chiunque
la differenza tra il benessere e la fame condita dal fondamentalismo.
Saranno
le giovani coppie che vogliono un lavoro per sposarsi e costruire una famiglia,
le mamme che vogliono i farmaci per i loro figli malati,
i ragazzi che vogliono divertirsi e praticare sport,
gli anticonformisti di ogni popolo che vorranno
affermare la loro libertà di pensiero a sconfiggere i terroristi.
Lo capiranno prima
loro dei nostri
Diliberto, Agnoletto e Rizzo che, vivendo nel ricco occidente, hanno fatto della rivoluzione il loro redditizio mestiere.