Valentina Corsaletti
Forse, Silvio Berlusconi era stato ingannato dalla situazione. Forse, l’illusione di una 'spallata' era solo un miraggio, se non una 'chimera'. Ma è pur vero che, da qualche giorno a questa parte, l'ex presidente del Consiglio sta ricominciando a ‘camminare’ veramente, ed anche velocemente, sulla strada delle riforme. Infatti, dopo aver lanciato il nuovo partito, Berlusconi si è detto, oggi, pronto ad incontrare il leader del Pd, Walter Veltroni, con il quale stringere un accordo vero e duraturo sulla riforma della legge elettorale. Il prossimo 2 dicembre, i gazebo di Forza Italia torneranno in piazza per raccogliere le adesioni dei cittadini al nuovo partito e per far decidere direttamente alla gente il nome della nuova formazione: Partito del popolo della libertà o Partito della libertà. All'inizio, la struttura prevederà una sorta di federazione interna tra Forza Italia, i Circoli del buon governo, i Circoli della libertà e altre forze che sono interessate al progetto, come ad esempio il Partito dei pensionati di Carlo Fatuzzo. Poi, presumibilmente a fine gennaio, si terrà l'Assemblea costituente e le forze che hanno aderito si scioglieranno nel nuovo partito. Il Cavaliere ha oggi fatto anche il punto sulla riforma della legge elettorale: ha ribadito il suo "Sì" al proporzionale alla tedesca, ma con uno sbarramento abbastanza alto, intorno al 6-8 per cento. Quindi, ha chiarito le prossime mosse: dialogo con la maggioranza - "presto presto vedrò Veltroni" - per la riforma della legge elettorale, con la condizione che dopo l'approvazione si torni alle urne. "Con Veltroni" - ha precisato - "i canali sono aperti. Il nostro referente, da oggi in poi, sarà il Partito democratico. Con tutte le divisioni che ci sono state", ha chiarito Berlusconi, "le quali ci hanno impedito di fare le privatizzazioni, di contenere la spesa pubblica e non solo, non potevamo riproporre lo stesso schema del passato, dobbiamo avere delle garanzie per poter governare sul serio". Di qui la decisione di dar vita al Partito della Libertà: "Se non riusciremo a governare da soli, dovremo allearci con il Partito democratico". Se il risultato elettorale fosse in equilibrio o non desse una maggioranza chiara, il Cavaliere non esclude, infatti, un governo di "larghe intese". E, naturalmente, il primo interlocutore per una possibile alleanza sarebbe il Partito democratico. Berlusconi ha inoltre ribadito la necessità di riforme costituzionali, ma solo dopo il voto: "Era un progetto a cui pensavo da tempo, poi le cose sono precipitate con il voto al Senato. Dopo il voto bisognerà mettere mano anche alla riforma della Costituzione. Le riforme sono necessarie - ha osservato Berlusconi - tanto è vero che loro stanno pensando alle stesse riforme che avevamo fatto noi". Infine, l'ex premier ha snocciolato alcuni sondaggi che danno Forza Italia "tra il 35 e il 37 per cento". Mentre una rilevazione di Sky Tg24 ha comunicato che il 75 per cento degli elettori ritiene che il leader di Forza Italia dovrebbe presentarsi alle urne da solo. Il Cavaliere non ha nascosto di essere rimasto negativamente colpito per le insinuazioni di Gianfranco Fini: "Il solo fatto di essere stato sospettato di aver pagato per avere Storace e Daniela Santanché dalla mia parte e di aver influenzato 'Striscia la notizia' (che ha rilanciato alcuni gossip relativi a una precedente relazione tra l'attuale compagna del segretario di An e l'ex patron del Perugia Luciano Gaucci, ndr) mi ha offeso". E al leader di An, che lo ha criticato accusandolo di "avere idee campate in aria" sulle elezioni anticipate, Berlusconi ha preferito non replicare: "Ne prendo atto" - ha detto al termine della
riunione -, "non rispondo mai niente a nessuno". Insomma, bisogna proprio ammettere che il Cavaliere sembra aver deciso, finalmente, di darsi una 'svegliata'. La quale, potrebbe veramente risultare decisiva per il futuro sviluppo di tutto il sistema politico italiano. Speriamo bene: se son rose, fioriranno.
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