Arianna De SimoneIl 12 ottobre scorso si è tenuta a Sorrento (Na) la riunione dei ministri responsabili per il commercio internazionale del G20. Il commercio è al servizio delle persone, del pianeta e della prosperità globale, in linea con i tre pilastri del programma G20 ‘People, Planet, Prosperity’. L’impegno di tutti è stato quello di superare definitivamente la pandemia da Covid 19 per una ripresa sostenibile, inclusiva e resiliente, rafforzando un sistema commerciale multilaterale basato sulle regole, non discriminatorio e trasparente, con al centro l’Organizzazione mondiale del commercio. La ministeriale del G20 sul commercio e gli investimenti è stata, di fatto, un trampolino di lancio per la 12° Conferenza ministeriale dell’Omc, in programma a Ginevra dal 30 novembre al 3 dicembre prossimi, che rappresenterà un momento chiave per rilanciare il sistema commerciale multilaterale. Lo sviluppo sostenibile e la protezione dell’ambiente sono gli ‘obiettivi-chiave’ dell’accordo di Marrakesh (Marocco), che a suo tempo istituì l’Omc (1995). Da allora, un numero crescente di Paesi fa sempre più affidamento sugli strumenti di politica commerciale per raggiungere obiettivi ambientali. Il dibattito su servizi e investimenti si è focalizzata sulla promozione del commercio digitale, la riduzione dei costi del commercio di servizi e l’opportunità di adottare quadri normativi e amministrativi trasparenti, prevedibili ed efficienti per gli investimenti. Il sostegno alla partecipazione delle Pmi (Piccole e medie imprese, ndr) nel commercio mondiale, considerando anche le sfide attuali e future, tra cui la transizione verde e digitale, è stata anch’essa oggetto di considerazione. Le Pmi svolgono un ruolo fondamentale nelle nostre economie, anche ai fini del raggiungimento dei ‘Sustainable Development Goals’. Con la ministeriale commercio del G20, la presidenza italiana ha perciò inteso portare la riforma dell’Omc al centro dell’agenda, fornendo nuovo impulso politico a un processo inclusivo di riforma istituzionale dell’organizzazione per rilanciare il multilateralismo commerciale. Tra le varie realtà italiane interessate al settore del commercio internazionale era presente Lorenzo Zurino, presidente del Forum italiano dell’Export e fondatore e Ceo di ‘The One Company’, tra le prime aziende italiane specializzate nel commercio estero di imprese italiane. “I dati sviscerati dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in occasione del G20 Commercio ed Innovation League di Sorrento”, ha dichiarato Zurino a margine del summit internazionale, “sono indubbiamente positivi: nei primi 7 mesi, per l’Italia, l’export ha raggiunto quota 300 miliardi di euro. Sicuramente un ottimo punto di partenza, ma non di arrivo. Servono, infatti, ulteriori sforzi economici, ma anche politici. L’accordo stilato tra la Farnesina e il Forum italiano dell’Export”, ha aggiunto il manager, “per la nascita di un vero e proprio gruppo di lavoro e la creazione della figura professionale dell’Export manager, va in quella direzione. Date le molteplici sfide che ci aspettano, quali l’Expo di Dubai, non possiamo permetterci di perdere tempo. L’Italia”, ha proseguito Zurino, “che detiene la presidenza del G20, si sta giocando, anche grazie all’autorevolezza del premier, Mario Draghi, un ruolo fondamentale sui grandi temi oggetto degli incontri istituzionali. I player internazionali stanno seguendo con attenzione i lavori che delineano le linee strategiche e d’intervento in materia di export, soprattutto per lo slancio economico che può rappresentare dopo la profonda crisi causata dal Covid 19. Nel dibattito degli scorsi giorni dopo le parole di Draghi”, ha spiegato il presidente del Forum per l’Export italiano, “servono politiche per favorire nuovi scambi commerciali, senza timore di realizzarli anche a dazi zero. È altrettanto importante, inoltre, approfondire il tema dell’embargo alla Russia: una decisione politica che costa al nostro ‘Made in Italy’ miliardi di euro. Questo non vale solo per l’Italia, ovviamente, ma anche per altri Stati del mondo. È il momento, questo”, ha aggiunto Lorenzo Zurino, “in cui le cose che ci uniscono devono esser più importanti di quelle che ci distinguono. E non è affatto il momento dei muri, bensì quello dei ponti: abbiamo il compito di favorire un nuovo clima internazionale per gli scambi commerciali. Spiace altresì constatare”, ha aggiunto, “che quanto accaduto proprio in questi giorni, con le durissime proteste dei portuali di Genova e Trieste e la minaccia di un vero e proprio blocco della movimentazione delle merci in tutto il Paese, era stato ampiamente previsto. E soprattutto, rincresce che l’allarme lanciato dal nostro Forum rimanga inascoltato. E’ sicuramente importante”, ha sottolineato Zurino, “discutere delle logiche politiche, ma è altrettanto necessario affrontare i problemi concreti che l’export italiano sta vivendo da mesi. Io credo sia arrivato il momento di affrontare seriamente questa tematica con gli imprenditori, i lavoratori e tutto quel mondo che dedica la propria vita affinché i prodotti italiani possano arrivare in ogni angolo del pianeta e mi riferisco, non a caso, alla portualità. Il problema principale che abbiamo portato all’attenzione del G20 è proprio quello legato ai costi dei container. Oggi, leggiamo che il presidente Usa in persona, Joe Biden, ha deciso di intervenire nel caos che sta bloccando da giorni centinaia di navi nel porto di Los Angeles. Situazione analoga avviene nei porti di Trieste e Genova, con un serio rischio di una gravissima paralisi commerciale. E allora è arrivato il momento che anche lo Stato non solo provveda a sburocratizzare tutto il comparto dell’attività doganale, ma che si renda anche conto", ha concluso Zurino, "che è in atto una speculazione internazionale ai danni dell’Italia”.





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