Quante storie per il video del povero
Beppe. Alla fine dei conti, lui ha solo detto che:
1) in Italia (ma solo per suo figlio) le indagini sono inutilmente troppo lunghe;
2) durante queste indagini troppo lunghe, i media e i social distruggono sistematicamente (ma solo per suo figlio) l’immagine pubblica e quindi la serenità di chi è costituzionalmente non colpevole;
3) anche i magistrati (ma solo per suo figlio) sbagliano, ma non rispondono mai dei loro errori;
4) si può criticare (ma solo per suo figlio) l’attività dei magistrati non solo quando indagano, non solo per le sentenze, ma addirittura quando ancora non hanno deciso se rinviare o meno a giudizio (suo figlio);
5) in Italia può facilmente capitare (ma solo a suo figlio) di andare in galera pur essendo innocenti. Insomma, ha ragione
Paola Taverna: "Evitiamo sciacallaggi". Del resto, questo mica è il caso di
Ruby nipote di
Mubarack: è solo il caso del
figlio di Grillo, che si chiama
Ciro, come l’erede dello
Scià di Persia.