Il progetto della
‘Nuova Pilotta’ di
Parma, voluto e ideato dal direttore artistico,
Simone Verde e inaugurato lo scorso
2 febbraio 2021, si arricchisce di un nuovo gioiello: il
Museo ‘bodoniano’. L’iniziativa è accompagnata dal
restyling di alcune sezioni espositive della
Galleria nazionale e al nuovo allestimento del
Museo archeologico. In anteprima, noi ci siamo andati. Ed è stato come entrare in un’esperienza doppiamente
‘immersiva’: varcate le porte, è come entrare nella
‘fucina bodoniana’, nella sua tipografia, quasi avvertendo il profumo degli inchiostri e il frusciare delle carte. Ma oltre a ciò, abbiamo avuto l’impressione di immergerci nel cuore della cultura di un’epoca, in cui
Parma era una delle vere
capitali europee. A rendere ancor più sacrale l’ambiente, la scelta del
nero come colore dominante, se non unico:
nere le
pareti, nere le
lampade industriali che, pendendo dai soffitti, danno luce a opere che sono indiscutibili capolavori della
storia dell’editoria e, più in generale, della
grafica. Al nuovo museo,
Simone Verde, direttore della
‘Pilotta’, ha destinato gli ex locali che un tempo fungevano da magazzino dei periodici della
Biblioteca Palatina: quelli a pianoterra, con ingresso e uscita dalla
via ‘porticata’. Il direttore ha inoltre affidato il
concept del nuovo allestimento del
museo ‘bodoniano’ al suo direttore scientifico,
Andrea De Pasquale. “Il museo bodoniano è il più antico museo della stampa al mondo”, ha spiegato
De Pasquale in persona,
“essendo stato fondato da Angela Pezzana nel 1842 quando, per rendere visitabile i capolavori della produzione ‘bodoniana’ come avveniva quando Bodoni era in vita, venne allestita una ‘stanza dei punzoni’, con uno specifico conservatore, presso la Galleria dell'Incoronata della Palatina”. Quattro le sezioni su cui si sviluppa questo nuovo
‘Museo Bodoni’. La prima è riservata a
‘Bodoni, Parma e l’Europa’. Al centro, un tavolo multimediale con la mappa
dell’antico Ducato e dei suoi legami con le
corti europee; gli aspetti economici e sociali del periodo, con particolare riguardo alla dislocazione delle
cartiere; i luoghi della vita e del percorso culturale di
Bodoni (Saluzzo, Roma, Parma, Torino e Milano, ndr) e i suoi rapporti con il
neoclassicismo. In questa sezione, il visitatore ha a disposizione anche una panoramica della
produzione tipografica del tempo e dei
tipografi di riferimento di
Bodoni, come
Baskerville, tanto per citarne uno a caso. Ma s’incontra anche
Bodoni nei sui numerosi
ritratti. E con lui, i membri della corte e i vari personaggi legati alla sua figura. Si sta anche ipotizzando l’inserimento di una veduta di
Roma e di quadri d’ispirazione classica, con rovine, busti o statue antiche o all’antica, per ricreare quel
‘sentire’ neoclassico che connotò l’epoca. A
‘La fabbrica del libro’ è riservata la sezione più vasta, che occupa la parte centrale della sala espositiva, divisa in quattro grandi
nicchie. In ognuna di esse, proprio in questi giorni si stanno ricostruendo le varie fasi di lavoro di
Giambattista Bodoni. A partire dalla
fonderia dei caratteri, con i suoi strumenti di lavoro:
punzoni, matrici, forme di fusione e relativi
caratteri, alcuni ancora stipati negli armadi creati per contenerli e gestirli con ordine. Poi la parte riguardante la
riproduzione, con esempi di
manoscritti di tipografia, il
compositoio e il
'vantaggio' per passare a
‘La stampa’, con prove su carta e pergamena, copie su seta e il
torchio, ricostruzione del
1940, ma oggi rimesso in funzione anche a fini didattici. Infine,
‘L’illustrazione e la legatura’: presenti anche le lastre di rame relative alle
edizioni ‘bodoniane’. Per questa sezione, il direttore
Verde ha avanzato richiesta
all’Istituto Toschi di
Parma di poter esporre la macchina calcografica della
‘Stamperia reale’. La sottosezione della
legatorìa prevede l’esposizione della
pressa da carta sempre
dell’Istituto Toschi e l’esposizione di alcune delle più belle
‘rilegature bodoniane’. I processi di composizione, stampa e legature saranno illustrati alle pareti dalle tavole
dell’Encyclopédie. Al centro della sezione, le
bacheche in ottone già patrimonio del museo, in cui sono esposti i capolavori di
Bodoni, con particolare riferimento a quelli inviati per
l’Esposizione universale di Parigi del
1811, oltre ai manuali. Alcuni esempi della
produzione ‘bodoniana’ sono sfogliabili anche nei
‘totem touch-screen’. Infine,
‘Il mito di Bodoni’: in una grande libreria risulta esposta la raccolta dei
volumi 'bodoniani', con particolare riguardo alla
‘raccolta palatina’, con legature originali finalizzata a documentare la
bibliofilìa 'bodoniana'. Sull’altra parete, vengono proiettati su alcuni
monitor le immagini dei
‘caratteri bodoniani’, ancora oggi in uso nelle varie versioni e rielaborazioni e, persino, tra le varie
‘font’ dei nostri
personal computer. Il tutto, al fine di documentare l’attualità del
‘messaggio bodoniano’. Al centro, un ulteriore
‘tavolo multimediale’, con la storia delle
‘celebrazioni bodoniane’, la dislocazione delle principali
‘raccolte bodoniane’ nel mondo e la loro descrizione come esempi di musei della stampa e del carattere, o di luoghi che, ancora oggi, richiamano alla memoria
Giambattista Bodoni e i suoi
caratteri. Sono esposti, infine, anche altri materiali relativi agli anniversari del
1913 e del
1940, accanto ad alcuni esempi di edizioni di tipografi che si sono in seguito richiamati alla
'lezione bodoniana' (Mardersteig, Tallone, Riva) e ai campionari di caratteri di fonderie e modelli di
'alfabeti bodoniani' proposti da
‘grafic designer’ contemporanei reinventori della tradizione
(Ricci, Vignelli). I lavori relativi agli interventi strutturali e di impiantistica del nuovo museo sono iniziati lo scorso
settembre 2020 e stanno completandosi con
l’allestimento museografico. L’intervento complessivo ha richiesto un investimento di circa
760 mila euro, interamente coperto dal
Mibact: il ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo. Il direttore,
Simone Verde, ci ha raccontato come
Bodoni risultasse di
difficile accesso e, nell’allestimento risalente al
1963, scarsamente comunicativo per un pubblico di
non addetti. Problematiche che il
'nuovo Bodoni' di
Bodoni consentirà finalmente di superare. Per ulteriori informazioni e foto, è possibile consultare il sito:
www.studioesseci.net