Forse è vero che il
'trumpismo' non è finito. Lo è a tal punto che alle
sinistre internazionali converrebbe persino che le cose rimangano esattamente così come sono, perché una
destra palesemente
autodistruttiva e
menzognera rappresenta un avversario, tutto sommato,
molto facile da contrastare. Persino il nostro
Silvio Berlusconi può considerarsi
rivalutato, poiché nel suo tentativo di
'piazzare sogni' -
"1 milione di posti di lavoro"; "un nuovo miracolo italiano"; "la rivoluzone liberale" - per lo meno era presente un evidente
sforzo di fantasia. Oggi, invece, non c'è nemmeno quello. Non erano
visioni 'statiche', quelle del leader di
Forza Italia, bensì rappresentavano dei
progetti, per quanto
vaghi fossero o potessero sembrare. Invece, nel caso di
Donald Trump e delle sue ripetute
sconfitte legali di questi giorni, siamo di fronte a un'evidente
regressione, che rischia di innescare veramente
"una deriva socialista internazionale". Sono esse stesse, le
destre 'anarco-liberiste', che a furia di
menzogne stanno aprendo la strada a una stabile vittoria delle
culture progressiste, poiché incapaci di affrancarsi dalla pervicace e ostinata convinzione che fare politica significhi semplicemente esser bravi a
manipolare il consenso, per far credere alle masse che
anche gli asini possano volare. Oppure, ad arrovellarsi attorno a riflessioni ancorate a
pregiudizi e
convinzioni che potevano risultare
corrette in passato, ma che oggi non lo sono più. Non è un lavoro semplice, quello che attende il
movimento conservatore internazionale. Il quale risulta, al momento, molto più
in confusione di quanto non sembri, poiché ulteriormente danneggiato da una
pandemia planetaria verso la quale esso ha assunto, nel suo complesso, un atteggiamento quasi
'autistico', nella sua irresponsabilità. E' vero che la politica è spesso costretta a
inseguire le masse, a
camminare insieme a loro, a
fermarsi con esse, se necessario. Ma non si può nemmeno dimenticare che la
politica è anche, se non soprattutto, una
scienza umanista, impegnata, insieme alle altre, ad andare avanti sulla strada della
ricerca della verità. Non si può
restar fermi. Neanche
in politica, in cui le soste talvolta sono concesse, o dettate da condizioni contingenti. E' decisamente sciocco continuare ad
attardarsi, nel puerile tentativo di
rimuovere o
respingere tutto ciò che
non conviene o
non ci piace. A cominciare dalle
sconfitte.