Giuseppe RippaSi è spento ad Orvieto Luca Coscioni, 39 anni: si era ammalato 10 anni fa di sclerosi laterale amiotrofica, malattia neurodegenerativa che lo aveva immobilizzato e costretto ad esprimersi con il computer. Non poteva parlare, ne’ muoversi, ma conduceva la sua battaglia con la tenacia del maratoneta e la forza di Superman. La sua è stata la lotta per il diritto di tutti i malati del mondo alla libertà di terapia e di coscienza. La ricerca sulle cellule staminali embrionali potrebbe un giorno curare patologie mortali come il Parkinson, l’Alzheimer, la sclerosi. Potrebbe curare, soltanto in Italia, 10 milioni di vite. Ma si tenta ovunque di bloccarla. Tocca alla politica decidere quali saranno i vincitori: i difensori di una scienza laica o i 'talebani' della legge etica. Nel 2004 Luca Coscioni pubblicò un libro, “Il maratoneta”, che oggi è un vero e proprio suo testamento. Luca correva, faceva le maratone (anche quella di New York), poi un giorno si è ammalato e disse: “Oggi, sono morto”. Ma poi per miracolo in lui si è accesa una luce, un desiderio, una speranza di lottare che ha trasferito ad altri, che è divenuto un movimento di lotta politica, culturale, di libertà. Il suo libro è la voce di chi vuole separare, oggi più di ieri, la religione dallo Stato.
Di chi vuole una ricerca libera dalla schiavitù dei fondamentalismi, che sono gli stessi dei roghi e delle inquisizioni. Luca Coscioni ci ha ricordato che siamo tutti chiamati a scegliere su una questione di vita o di morte. E che la scelta non può aspettare. Nel 2002 ha fondato l'Associazione che porta il suo nome, per proseguire la sua campagna. Proprio lo scorso giovedì, venerdì e sabato si è svolto a Roma il Congresso Mondiale per la Libertà di Ricerca Scientifica presso la Protomoteca del Comune di Roma, in Campidoglio, promosso proprio dall’associazione che porta il nome di Luca e lui era intervenuto per un breve ma intenso saluto. I temi che erano contenuti nell’agenda dei lavori di Roma includevano: scienza, società e politica; Scienza, etica ed etica della ricerca scientifica; scienza, tecnologia ed economia; Scienza e politiche sulle cellule staminali; scienza e diritto. Il dibattito si era concentrato sugli aspetti etici, legali, culturali e sociali relativi alla ricerca scientifica che verranno discussi in modo interattivo prendendo in considerazione tanto il contesto locale quanto quello globale. La riunione di Roma aveva lanciato il Congresso Mondiale come forum permanente per cittadini, esponenti della comunità scientifica, culturale e politica nonché per pazienti e rappresentanti di varie istituzioni e organizzazioni al fine di favorire l’approfondimento di analisi, lo scambio di idee per la promozione di azioni comuni. Questa appuntamento condensava un po’ tutto lo scenario dell’impegno di questo piccolo eroe. José Saramago, premio Nobel per la letteratura in un messaggio di sostegno alla candidatura di Luca Coscioni, nel marzo 2001 (per quelle elezioni politiche che vide i radicali non raggiungere il quorum per l’ingresso in parlamento): “Forse il sostegno di un semplice scrittore come me stonerà un poco, o anche troppo, nella lista delle personalità scientifiche che, con i loro nomi e il loro prestigio, suggellano le affermazioni rese da Luca Coscioni in quella sua lettera del 20 marzo, così chiara e commovente. In ogni caso, potete disporre del mio nome. Purché la luce della ragione e del rispetto umano possa illuminare i tetri spiriti di coloro che si credono ancora, e per sempre, padroni del nostro destino. Attendevamo da molto tempo che si facesse giorno, eravamo sfiancati dall'attesa, ma ad un tratto il coraggio di un uomo reso muto da una malattia terribile ci ha restituito una nuova forza. Grazie per questo”. Il deserto, uno spazio immenso, una distesa bianca, su cui i passi si muovono delicati ma al contempo energici, per lasciare un’orma sulla sabbia, per non far dimenticare l’umano passaggio; dove i pensieri scrivono parole e azioni a testimonianza del proprio vissuto; dove la vita disegna grandi sogni, traccia vie di evasione e strade verso nuovi orizzonti che a volte la bontà del tempo realizza e che altre, invece, il vento porta via tra i suoi respiri. “Ma sta a noi - scriveva su Luca, Umberto Veronesi -, ad ogni individuo che cammina verso la vita, non arrendersi e camminare fino all’oasi che ristora il deserto”.


Direttore Responsabile della rivista 'Quaderni Radicali'
Articolo tratto dal sito web www.agenziaradicale.it, supplemento quotidiano on line dei 'Quaderni Radicali, del 21 febbraio 2006
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