Un
'thriller all'italiana'. E non è
poco, di questi tempi. Questa l'impressione di
'Fuga di Gas', il
'romanzo-thriller' di
Marco Gemma, edito da
Unicopli. Un autore interessante, che per riuscire a laurearsi ha fatto i lavori più disparati: finalmente, qualcuno che
merita di essere letto e che ha lottato per emergere. Ma a prescindere da questo, ciò che si nota in quest'autore è lo
stile, che definiremmo
'realistico'. La qual cosa non presuppone un ricorso a
'idiomi' locali più o meno folcloristici, come nei
romanzi 'pasoliniani', ma un senso di
irrazionalismo che sembra
circolare 'sotto traccia' nella società. Il
'crime thriller' è un genere che, qui da noi, non sempre ha avuto successo, se non nel
cinema e non spesso, dato che le pellicole
'poliziottesche' degli
anni '70 del secolo scorso sono rimaste solamente per i
cultori. Ma qui ci troviamo di fronte a un
tentativo coraggioso, che intende avvertirci in merito a un dato evidente per l'autore: la
società rischia, ancora oggi, di
scivolare troppo
facilmente verso la
violenza. C'è una
tensione strisciante, che appare e scompare e che, nel libro di
Marco Gemma, si percepisce nello sviluppo della trama.
Gaspare - soprannominato
'Gas' dagli amici, perché è
"uno che si infiammava subito" - insieme al suo amico
Nando rubano una grossa somma al boss per il quale
Gaspare lavora.
Nando è legato a
Gas da una profonda amicizia, ma è anche innamorato di una
ragazza con i capelli rossi, alla quale non sa resistere. Così, le dice di avere un
sacco di soldi e che possono farsi una vita insieme, lontano da quel quartiere invivibile. La ragazza non ci crede, ne parla in giro e il danno è fatto.
Nando deve scomparire senza lasciare traccia, nemmeno al suo amico.
Gas continua a lavorare per il boss che ha derubato, ma è divorato dalla medesima ambizione che lo ha indotto a compiere la
rapina e che, ora, lo spinge a voler essere lui
il capo. Arriva il giorno in cui il boss lo chiama: la caccia all'uomo è finita e sa dov'è
Nando. E
Gas dovrà ucciderlo. Inoltre, il protagonista del romanzo deve badare anche ad altri due suoi compari:
Gerri, con i suoi debiti di gioco e, soprattutto,
Dario, per il quale vorrebbe una vita migliore. Non possiamo dire altro sulla trama, poiché c'è il rischio di
'spoilerare' molti altri
'nodi' che giungono
'al pettine' soltanto nel
finale, alquanto
amaro. Ma la lettura è
buona, quasi
estraniante: si
stacca la 'spina' per qualche giorno per
seguire la vicenda e sapere dove vada
a 'parare'. Un merito che va pienamente riconosciuto a questo autore, che in futuro cercheremo di seguire meglio, poiché assolutamente in grado di
raccontare una storia. E anche in ciò, non possiamo far altro che commentare:
non è poco, di questi tempi.
L'autoreMarco Gemma, classe 1973, ha lavorato come bagnino, imbianchino, pony express, operaio edile, elettricista, cameriere. Si è laureato in Filologia moderna e ha un dottorato con una tesi di Filologia d'autore sulle varianti dei prosatori contemporanei. Insegna italiano agli stranieri.