Marcello ValeriLa recente tragedia avvenuta presso il campeggio di Marina di Massa, dove a causa del maltempo due sorelline di 3 e 14 anni sono morte schiacciate dalla caduta di un albero, ha riproposto un modo di trascorrere le vacanze troppo spesso trascurato o considerato marginale: il settore dei camping e dei camperisti. In realtà, si tratta di un comparto in costante crescita, come confermato dal 'Rapporto nazionale sul turismo in libertà in camper e in caravan', presentato ogni anno da Apc (l'Associazione produttori di camper e caravan, ndr), che per l'estate 2020 ha evidenziato un vero e proprio 'boom' per questo tipo di villeggiatura, anche per via del coronavirus e delle varie norme antiassembramento. Una precondizione, quest'ultima, che ha convinto quasi 800 mila italiani e circa 400 mila turisti stranieri a riscoprire, o più semplicemente a visitare, alcuni nostri 'borghi' più nascosti e caratteristici, in controtendenza rispetto al cosidetto 'turismo di massa'. In buona sostanza, l'idea delle 'mete antiassembramento' ha convinto molte persone a scegliere una più frugale vacanza in campeggio. Il settore roulotte, caravan e camper, già nell'estate del 2017 segnalava un aumento del 43% di unità prodotte. E le nuove immatricolazioni avevano registrato un incremento del 20% rispetto al 2016. Dati assolutamente coerenti con quelli attuali, che indicano, alla fine dell'estate 2020, un aumento delle immatricolazioni del 50% rispetto allo stesso periodo del 2019. Una tendenza inequivocabile, che non può essere ignorata e che contribuisce a riportare fiducia in un comparto che, grazie a 37 imprese con oltre 7 mila persone impiegate e un fatturato annuo superiore a un miliardo di euro, dimostra come il nostro Paese sia tra i migliori produttori a livello europeo. Un trend confermato dal numero di camper e caravan in circolazione nell'ultimo decennio, quasi triplicato. Persino il mercato dell'usato, che nel 2017 aveva subito un arresto, ha visto un'ascesa delle compravendite che non si vedeva dagli anni '70 del secolo scorso. Resta pur vero, che il 'parco-camper' italiano è uno dei più vecchi d'Europa: molti dei veicoli circolanti sono euro 1, euro 2 o euro 3. Addirittura, circolano ancora autocaravan 'euro 0'. La maggioranza dei motori sono del tipo 'diesel aspirato', anche se i veicoli più moderni montano il turbodiesel: un sistema di alimentazione che permette migliori performance e minori consumi. In ogni caso, trovare un camper che permetta di raggiungere i 10 chilometri con un litro di gasolio é ancora impresa alqunato ardua, forti del fatto che i regolamenti 'anti-inquinamento' difficilmente vengono applicati dai comuni, soprattutto se il veicolo in questione é un mezzo turistico che porta ricchezza, cioé soldi spesi nelle località in cui esso si ferma. Inoltre, molti vecchi caravan sembrano destinati a sopravvivere anche per la messa al bando dei motori diesel, poco compatibili con le sempre più pressanti problematiche derivanti dal clima, o più genericamente ambientali. Tranne qualche isolato progetto, ancora allo stadio 'prototipale', di ibridazione del motore, ancora non si vede un piano o una strategia per il passaggio a motorizzazioni più 'eco-friendly'. La difficoltà sembra risiedere nella potenza necessaria ai motori 'ibridi' per spostare un veicolo pesante, con tanto di vettovaglie, cibo e arredi interni.

Il 'boom' dei borghi
Castelluccio di Norcia, Città della Pieve, Orvinio, Greve in Chianti, Lovere, Dolceacqua e molti altri sono i borghi più amati dai 'camperisti'. Mentre gli scorci più belli e incontaminati del 'Belpaese' sono tra le mete più consigliate e percorse, come il Parco nazionale del Gran Sasso, le verdi montagne della Val Pusteria, oppure il Parco nazionale del Gran Paradiso. Molte le aree di sosta aperte e/o rifatte ex-novo negli ultimi anni. La Coldiretti, per esempio, ha stimato che in Italia siano presenti circa 12 mila piazzole di sosta negli agriturismo, particolarmente apprezzate dagli amanti della vacanza all'aria aperta e a contatto con la natura come, per l'appunto, i 'camperisti'. A riprova di come si possa fare turismo senza per forza dover dilapidare risparmi, invertendo una tendenza che può tranquillamente affiancarsi al modello di vacanza più 'tradizionale'. Anche al fine di evitare conflittualità culturali, per non dire ideologiche, alla Flavio Briatore. Insomma, anche nella fruizione turistica, l'Italia si segnala come un Paese diviso in due. Ma si tratte di 'due facce della stessa medaglia', che possono benissimo stare insieme procedendo in parallelo, l'una in fianco all'altra. Soprattutto, innanzi a un pericolo 'oggettivo' che dobbiamo sconfiggere rimanendo uniti: la capacità di contagio 'esponenziale' del Covid 19.


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