Un esordio potente e originale, questo di
Andrea Donaera, con
'Io sono la bestia', pubblicato per i tipi di
NN Editore. L'autore, qui alla sua prima prova con la forma
'romanzo', ha all'attivo diverse pubblicazioni poetiche, ultima tra le quali:
'Una madonna che mai appare: una caduta' in
'IV Quaderno italiano di poesia contemporanea', a cura di
Franco Buffoni (Marcos y Marcos, 2019). In quest'ultima silloge, alcune prose lasciavano già presagire quell'operazione di
'meticciato' tra i generi letterari che ritroviamo anche in
'Io sono la bestia'. Il romanzo si compone di brevi capitoli, in cui si susseguono in un flusso di coscienza di forte impatto, le molteplici voci narranti della storia, personaggi dalla psiche devastata e contaminata dal male di una terra, il
Salento, dove regna la
Sacra Corona Unita. Un
boss della mafia pugliese,
Mimì, è distrutto dal suicidio di suo figlio adolescente,
Michele Trevi, che decide di buttarsi dal settimo piano di casa sua in seguito alla risata di scherno della bella
Nicole, di cui è innamorato. A seguito del tragico gesto di
Michele, una serie di eventi a catena andranno a travolgere i protagonisti della vicenda, per renderli partecipi tutti di un destino crudele, che non lascia scampo.
Nicole viene rapita e nascosta in un casolare sperduto nella campagna pugliese. Qui troverà il
guardiano Veli, fidanzato della figlia del boss, anch'egli fatto sparire dalla
Sacra Corona Unita. La prosa di
Donaera crea una
musica ipnotica, a spirale, che indugia in certe frasi o
'refrain', immergendo il lettore in un'atmosfera fosca e lirica allo stesso tempo. In questa riuscita operazione di
meticciato tra
prosa e
poesia, risulta avere un ruolo centrale l'uso del
dialetto salentino, con cui l'autore ha pensato l'intera storia che intendeva raccontare. E' un libro pieno di
pause, come solo un poeta saprebbe scrivere per intero:
pause e
silenzi abissali, in cui
'galleggiano' le parole delle voci narranti. I personaggi prendono vita nel testo in uno spazio che è soprattutto relazionale. Basti pensare a
Veli, che in ogni capitolo a lui dedicato si rivolge con la mente sempre e solo ad
Arianna, la ragazza che ama e da cui è stato brutalmente separato. Prosa, poesia e teatro si intrecciano nella pagina, che diventa per il lettore una discesa in un magma psichico incandescente.
'Io sono la bestia' è come
"un'immersione profonda nel fiume di Eraclito" (citato nel romanzo,
ndr): uno scrutare dentro lo specchio, per guardare in faccia la
'bestia' che vi abita e che divora l'animo umano.