"Milan, l'è semper un gran Milan". Una grande mostra sul pittore lorenese del seicento,
Georges de La Tour (Vic-sur-Seille, 1593 - Lunéville, 1652), curata da
Francesca Cappelletti e
Thomas Clement Salomon, è stata inaugurata lo scorso
7 febbraio a
Palazzo Reale a
Milano, offrendo per la prima volta in
Italia uno spaccato della sua produzione artistica, contraddistinta da forti
'contrasti chiaroscurali' di sapore
'caravaggesco' e da un particolarissimo, poetico uso della luce. Fino al
7 giugno, il grande pubblico potrà ammirare opere celeberrime del maestro, quali il
'San Giuseppe falegname' del
Louvre, alcuni dei giovanili
'Apostoli' di Albi,
'l'Uomo anziano e la Donna anziana' (entrambi del 1618-1619 circa) del
Fine Arts Museum di
San Francisco, o ancora il
'Suonatore di ghironda con cane' del
Musée du Mont-de-Piété di
Bergues e
'La buona ventura' del
Metropolitan Museum di
New York. Questi e numerosi altri pezzi del grande pittore francese accompagneranno lo spettatore in un suggestivo viaggio nella
pittura 'seicentesca' del reale e dei notturni a lume di candela. Scene ritratte in ambienti scuri o appena rischiarati da fonti di luce artificiale, torce, lanterne e candele talvolta schermate da un mano, oppure riflesse in uno specchio. Una pittura fatta di
'carne e sangue', che con straordinaria acribia è in grado di indagare l'epidermide delle cose: la pesantezza di un panno; una mano aggrinzita e rugosa; la corda tesa di uno strumento musicale; la fragile sottigliezza di un capello appena
'macchiato' di bianco. Nella rassegna meneghina sarà inoltre possibile osservare splendide opere di artisti nordici, quali
Gherardo delle Notti e
Trophime Bigot, fra i
"franzesi e fiamenghi" che, secondo lo scrittore d'arte,
Giulio Mancini, nel secondo decennio del
XVII secolo giravano per
l'Europa e giungevano fino a
Roma, tutti in qualche modo segnati e attratti dalla grande lezione di
Caravaggio. Resta un mistero come
de La Tour sia entrato in contatto col grande maestro lombardo: se attraverso un viaggio nella penisola, presunto e del quale, ancora oggi, non si conoscono tracce, oppure attraverso la
lezione 'indiretta' dei nordici di ritorno
dall'Italia o la circolazione di copie. Una mostra da non perdere: non resta che andare a visitarla.