Lo scorso
14 luglio si è conclusa a
Firenze - ma proseguirà alla
National Gallery di
Washington dal
29 settembre 2019 al
2 febbraio 2020 - l'imperdibile mostra:
'Verrocchio, il maestro di Leonardo'. Una esposizione allestita a
Palazzo Strozzi, con una sezione speciale presso il
Museo nazionale del Bargello e la curatela di
Francesco Caglioti e
Andrea De Marchi, professori ordinari di
Storia dell'arte medievale rispettivamente alla
Normale di
Pisa e
all'Università di Firenze. Promossa e organizzata dalla
Fondazione Palazzo Strozzi e dai
Musei del Bargello, in collaborazione con la
National Gallery of Art di
Washington DC. La rassegna ha concentrato il proprio sguardo sull'attività dell'orafo, scultore e pittore
Andrea del Verrocchio e sul ruolo incredibile che la sua bottega ha rivestito nella seconda metà del
XV secolo, lasciando un'impronta profonda e indelebile nell'operato di artisti di prima levatura quali
Domenico del Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Pietro Perugino e - l'allievo certamente più famoso -
Leonardo da Vinci, del quale quest'anno ricorre il
cinquecentenario della morte. Nessuno come
Verrocchio ha plasmato l'arte di
Firenze negli anni di
Lorenzo il Magnifico. Educato da orafo, scoprì la vocazione alla scultura con
Desiderio da Settignano e, nella bottega di
Donatello, si affermò come massimo bronzista dei suoi tempi, praticò il disegno e approdò, infine, alla pittura. Poco più che trentenne, verso il
1470 egli era un punto di riferimento importante, da solo e con la sua fervida bottega. Impose un gusto dal quale discese indirettamente la
Maniera moderna. Articolata in
11 sezioni (9 a Palazzo Strozzi e 2 al Bargello), la mostra ha trattato il magistero del
Verrocchio su più fronti, affrontando la sua produzione scultorea, plastica e pittorica, in relazione al contesto artistico da lui vissuto e plasmato. Il genere della scultura risultava efficacemente rappresentato da opere quali la celeberrima
'Dama col mazzolino' (1475 circa), messa a confronto con un busto femminile di
Desiderio da Settignano e col disegno di mani del giovane
Leonardo - forse preparatorio per la sua
Ginevra Benci - il
David (1468-70) o alcuni rilievi marmorei raffiguranti eroi ed eroine dell'antichità, anche questi esposti accanto a esemplari di
Desiderio, dei
Della Robbia e a un disegno di
Leonardo. Nella sezione speciale ospitata al
Bargello abbiamo potuto ammirare, inoltre, la monumentale e dinamica
'Incredulità di San Tommaso', ideata dal
Verrocchio per
Orsanmichele (e quivi inaugurata nel
1483), nonché l'unico
'Crocifisso ligneo' attualmente riconducibile a un suo intervento, confrontato con l'opera del seguace
Andrea Ferrucci, con i crocifissi dei fratelli
Giuliano e
Antonio il Vecchio da Sangallo e dei loro rivali,
Giuliano e
Benedetto da Maiano. Non poteva mancare, poi, il
'Putto con delfino' (1470-75), deliziosa scultura con cui il maestro dimostrò di padroneggiare lo spazio. Ampiamente approfondito anche il versante pittorico, esemplato da una serie strabiliante di
'Madonne con bambino' del maestro - valga d'esempio la
'Madonna di Volterra' del
1471-'72, o i due dipinti di analogo soggetto provenienti dalla
Gemäldegalerie di Berlino - accostate a opere di
Filippo Lippi, Botticelli, Ghirlandaio e
Perugino, solo per fare alcuni nomi. Altamente significativa, a tal proposito, la presenza in mostra de
'L'Arcangelo Raffaele e Tobiolo' della
National Gallery di Londra (1470-'72) e della
'Madonna di Piazza' (1475-86) impostata dal maestro, ma completata dall'allievo
Lorenzo di Credi, esposta a fianco della piccola tela raffigurante la
'testa di San Donato', forse realizzata proprio da
Leonardo nella bottega verrocchiesca. Emblematiche, infine, per l'importanza che il
linguaggio 'verrocchiesco' ebbe per il
Perugino, le
'Storie di San Bernardino' del
1473, impresa che vide la partecipazione, tra gli altri anche del giovane
Pintoricchio. La sezione più sorprendente e spettacolare, tuttavia, riguardava la plastica e gli studi di panneggio: una pratica disegnativa inaugurata da
Lippi e ampiamente coltivata sia dal
Verrocchio, sia da
Leonardo. Proprio a quest'ultimo, infatti,
Francesco Caglioti ha definitivamente ricondotto la splendida
'Madonna con bambino' in terracotta, databile al
1472 circa, conservata al
Victoria and Albert di
Londra: una scoperta sensazionale, basata sul confronto con i suoi disegni e dipinti giovanili - ma anche con quelli più maturi, come la
'Vergine delle rocce' e la
'Sant'Anna' - e sulla testimonianza di
Giorgio Vasari, secondo il quale
Leonardo "nella sua giovanezza fece di terra alcune teste di femine che ridono". Ebbene, proprio l'espressione di
Maria e il
'sorrisone gioioso' del suo
bambino rimarranno un ricordo indelebile per chi è riuscito a non farsi
'scappare' tale evento, ben orchestrato e sapientemente gestito.