Musiche di
Beethoven, Schubert e
Berio hanno
'invaso' il
Quirinale lo scorso
1° giugno 2019, inaugurando i festeggiamenti per il
73° anniversario della nascita della
Repubblica italiana. A tenere il concerto in onore del corpo diplomatico,
l'Orchestra giovanile italiana della
Scuola di musica di Fiesole, composta da giovani musicisti tra i
18 e i
27 anni d'età, provenienti da
tutta Italia e selezionati annualmente attraverso impegnative audizioni. Diretta dal Maestro
Marco Angius, l'Ogi si è esibita nel
Salone dei Corazzieri, eseguendo il
'Rendering' per orchestra di
Schubert-Berio e la
Settima Sinfonia di
Ludwig van Beethoven. Significativo, in apertura del prestigioso evento musicale, il discorso del presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella, il quale, ribadendo l'importanza dell'esperienza comunitaria europea in funzione del dialogo e della reciproca collaborazione tra i popoli, ha ricordato che
"in ogni ambito, libertà e democrazia non sono compatibili con chi alimenta conflitti, con chi punta a creare opposizioni dissennate fra le identità, con chi fomenta scontri, con la continua ricerca di un nemico da individuare, con chi limita il pluralismo". Parole di straordinaria importanza, soprattutto in questo delicato momento storico, volte a sensibilizzare gli italiani sull'irrinunciabile valore della convivenza,
"con l'auspicio che la convivenza internazionale sappia far propria l'armonia che la musica sa esprimere". L'Ogi è pienamente riuscita nell'intento, suonando con grandissima professionalità e un'effervescenza tutta giovanile, per l'appunto. Particolarmente felice anche la scelta dei brani: un grande classico, la solare, la
Sinfonia n. 7 in la maggiore (op. 92) del
'dolce dolce Ludovico', con quella straordinaria commistione di linguaggi che è il
'Rendering' per orchestra di
Schubert-Berio, frutto della mente di
Luciano Berio, che nel
1989-90 è intervenuto sugli ultimi
'schizzi schubertiani' destinati a una
Decima Sinfonia in re maggiore (D. 936 A), seguendo
"i moderni criteri di restauro che si pongono il problema di riaccendere i vecchi colori, senza però celare i danni del tempo e gli inevitabili vuoti creatisi nella composizione". Testimoni della bella esecuzione dei giovani orchestrali, in un affascinante gioco di rispecchiamenti culturali, gli
ambasciatori accreditati presso lo
Stato italiano e le otto
ambascerie papali affrescate nel
1616, in quello che oggi si chiama
'Salone dei Corazzieri', dai pittori
Giovanni Lanfranco, Carlo Saraceni e
Agostino Tassi, su volere di
papa Paolo V Borghese. Non ci rimane che fare tantissimi complimenti e un caloroso
'in bocca al lupo' a questi giovani talenti, sottolineando l'assurdità del taglio di fondi operato dal
Mibac solo pochi mesi fa ai danni proprio dell'istituzione che li forma e li promuove.